Mare Memoria Viva. Un ecomuseo per Palermo

MMV, un nuovo museo palermitano, per raccontare la memoria viva del mare. Due spazi istituzionali e un progetto urbano, a cura dell'associazione CLAC, fra archiviazione e attività sociali. Aprendo alla città: spazio per il territorio, con vocazione culturale, identitaria, comunitaria

Raccontare Palermo e i palermitani a partire dal loro rapporto col mare, dalla specificità insulare, da quell’essere immersi, sempre e comunque, tra la salsedine e l’azzurro all’orizzonte. Mare dappertutto, dalle spiagge di periferia a quelle che insistono sul bordo del centro storico; dai litorali abbandonati, offesi dall’incuria, a quelli ridenti, a misura di turista; dai porticcioli antichi nella parte araba della città, agli scorci più nascosti, con vedute mozzafiato. Mare che scorre tra le arterie urbane, come linfa, come destino, come linea necessaria. Talmente invadente, da diventare invisibile. Spesso trascurato, dimenticato, interiorizzato fino al paradosso di una sparizione.
L’idea di inventarsi un ecomuseo – ossia un museo del territorio, o come ha scritto Hugues De Varineun patto con il quale una comunità si impegna a prendersi cura di un territorio” – risponde a questa anomalia. Essere isolani, essere cittadini del mare prima che della terra, e avere l’urgenza di recuperare una consapevolezza del mare stesso. E quindi, della propria identità. Per non dimenticare, per non smettere di capire, per scorgere daccapo la bellezza e prendersene cura.
Il MMV, Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva, nasce su iniziativa dell’associazione CLAC, grazie a un bando lanciato nel 2011 dalla Fondazione CON IL SUD, che ha permesso la realizzazione dell’intero progetto, tra fasi di ricerca e allestitimento. Tanti i partner istituzionali: il Comune di Palermo, la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali del mare, il Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, il Dipartimento Architettura dell’Università degli Studi di Palermo, assieme a varie associazioni e organizzazioni.

MMV, materiali d'archivio - Fondo Bronzetti

MMV, materiali d’archivio – Fondo Bronzetti

Due le sedi: una stanza presso l’Arsenale della Regia Marina, monumentale sede della Soprintendenza del Mare, e l’intero Ex Deposito Locomotive di Sant’Erasmo, quest’ultimo un enorme, bellissimo, difficile spazio post industriale, da sempre utilizzato in maniera discontinua e non progettuale, qualche volta come sede di mostre, spesso per eventi commerciali o persino come pub-discoteca. E finalmente – grazie a un protocollo d’intesa tra CLAC e il Comune, della durata di sette anni – ricondotto all’originaria vocazione culturale.
Il rapporto col mare, dunque: storie e voci di una città millenaria, descritta da infinite trasformazioni e stratificazioni. E sono storie di resistenza, di viaggio, di commerci, di vacanze, di lavoro, di favole e di miti, tra mani di pescatori e sguardi di scrittori, fatiche e lotte di operai negli storici cantieri navali, rotte di marinai e di capitani, tour di globe trotter metropolitani e di antichi viaggiatori dell’arte e della letteratura. E poi la gente comune, i residenti, che tra i porti, il bagnasciuga e il verde waterfront, hanno fatto del mare cornice e scenografia  di vita, generazione dopo generazione.
Pensato come polo civico, in una zona ancora tutta da valorizzare, il MMV recupera e rinsalda “il patto ancora possibile tra i palermitani e il proprio mare”. E lo fa con tantissimo materiale d’archivio, in gran parte restituito attraverso installazioni video e tecnologie multimediali: immagini in super 8 e 16 mm del loisir balneare negli anni ‘50 e ‘60, interviste a personaggi storici, esperti, pescatori, naviganti e cittadini, foto antiche e contemporanee che ricostruiscono le alterazioni della costa dal primo Novecento a oggi.

Il MMV all'Ex Deposito Locomotive di Sant’Erasmo - foto di Antonia Giusino

Il MMV all’Ex Deposito Locomotive di Sant’Erasmo – foto di Antonia Giusino

A tutto questo si unisce un programma di attività didattiche, laboratori, mostre, visite guidate, invitando operatori culturali, enti e associazioni a proporre progetti a tema. È infatti fondamentale il carattere comunitario della struttura: dall’apertura alle energie della città fino all’aspetto interattivo, grazie alle postazioni “user-generated” in cui i visitatori potranno lasciare un contributo narrativo. E non saranno tanto o solamente mostre e iniziative museali tout court, quelle ospitate dal MMV. Mettere al centro le persone significherà da un lato offrire uno spazio permanente di sosta e di apporfondimento, utile al turista, dall’altro farsi casa comune di incontro e di dibattito: dalle assemblee del consiglio di quartiere, alle riunuioni di comitati civici e associazioni, dagli incontri dedicati ai progetti di riqualificazione della costa, fino ad attività per anziani e bambini. Un luogo restituito alla città, in cui avviare cantieri, labotarori di idee, condivisioni.
Formula di gestione che prova a definirsi come nuova, partecipata, non elitaria, mettendo insieme l’iniziativa privata, il mondo del non profit, la volontà delle amministrazioni, e infine le proposte, le esigenze, gli input giunti dal contesto urbano.

Il MMV all'Arsenale borbonico - foto di Antonia Giusino

Il MMV all’Arsenale borbonico – foto di Antonia Giusino

I fondi? Solito punto fragile della faccenda. Nessun capitolo di spesa, ad oggi, dai bilanci pubblici per l’aspetto della produzione e della programmazione: il ruolo del Comune  ha riguardato la concessione degli spazi, la presa in carico della gestione ordinaria, dal funzionamento alla guardiania, fino alla realizzazione di una sala polivalente attrezzata. Come vivrà dunque il Museo, evitando di trasformarsi nell’ennesimo contenitore statico, orientato alla conservazione di se stesso?  Sarà CLAC, insieme al Comune, a occuparsi di servizi, progetti, laboratori, visite guidate e dell’annesso foundraising, accogliendo anche proposte arrivate dall’esterno. Nessun direttore, nessun curatore, nessun coordinatore con relativo staff. Un modello diverso e collaborativo, adeguato alla precarietà dei tempi: economica soprattutto, ma anche amministrativa, con i grandi musei italiani ridotti allo stremo, invischiati in meccanismi gestionali e burocratici troppo complessi, perenemmente esposti all’instabilità e all’inefficienza politica.
L’ecomuseo del Mare è, insomma, un esperimento. La risposta a un’emergenza, la testimonianza di come si può, in una fase  buia della storia cittadina, regionale, nazionale, uscire dalla logica dell’autocompatimento, per entrare nella fase della proposta, della ricerca. Un tentativo, se non altro. Da osservare e da perfezionare, con ancora una veste giuridica indefinita (aspetto, questo, di imprescindibile valore, per evitare future derive) e un meccanismo in via di elaborazione.
E magari, restando nel campo dell’utopia, sarà questo il primo step per la creazione di un futuro museo della città, che di Palermo restituisca identità, storia, bellezza, narrazioni e orizzonti possibili. Intanto, si guarda verso il mare. Che è già partenza e punto d’arrivo, concretezza e destino, realtà ed immaginazione, resistenza ed abbandono. Là dove tutto inizia e tutto torna. Fatalmente, generosamente.

Helga Marsala

MMV – Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva
opening: 8 febbraio 2014, h. 11- 23
ore 11 (Sant’Erasmo): tavola rotonda su nuovi musei e processi di innovazione culturale
Soprintendenza del Mare – via dell’Arsenale 142, Palermo
Ex Deposito Locomotive di Sant’Erasmo – via Messina Marine, Palermo
orari: dal martedì alla domenica, 9.30-18.30 (Sant’Erasmo) / 9.30-13 (Arsenale)

info: www.marememoriaviva.it
www.clac-lab.org

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

Scopri di più