L’arte della crisi. E Siena candidata a Capitale Europea della Cultura
La cultura che crea sviluppo spesso è quella che riesce a gettare un ponte tra domini di senso che fino a un momento prima apparivano difficili da collegare. Quando questo approccio diventa una strategia di sistema, può produrre cambiamenti permanenti, come dimostrato dalle esperienze più riuscite delle Capitali Europee della Cultura.
È quello che sta provando a fare con la sua candidatura Siena, che ha deciso – in collaborazione con la Fondazione Casoli, che da anni svolge un lavoro di contaminazione creativa tra il mondo dell’impresa e quello dell’arte contemporanea – di ospitare appunto nel territorio senese l’edizione in corso del Premio Ermanno Casoli, assegnato a Danilo Correale. Il progetto proposto – che coinvolge tre aziende del distretto produttivo della Valdelsa (ColleVilca, PR Industrial e Trigano, le quali operano rispettivamente nei settori del cristallo, della metalmeccanica e degli autocaravan) – consiste nell’esplorare l’interazione dei meccanismi della cooperazione e della competizione, proponendo ai dipendenti di giocare una partita di calcio a tre porte; un’idea originariamente lanciata da Asger Jorn, che qui trova una riproposizione interessante.
Il lavoro di Correale mostra come all’interno dell’organizzazione produttiva prevalgano dinamiche socio-comportamentali che presentano profonde analogie. C’è un senso quasi taoista di transizione fluida tra stati di cose, che nello svolgersi di un’azione agonistica viene visualizzata in modo diretto, ma presenta allo stesso tempo una profondità di lettura sorprendente e a suo modo disarmante. Il progetto illustra come la dimensione concettuale della pratica artistica sia capace di indagare il senso di fenomeni socio-culturali complessi attraverso la messa in opera di dispositivi che possono sembrare immediati dal punto di vista ideativo, ma che richiedono una straordinaria capacità di sintesi.
L’intervento di Correale rappresenta un segnale chiaro che il progetto Siena 2019 vuole dare con riferimento al percorso di rinascita di Siena e della sua provincia: un percorso che deve passare dall’innovazione radicale, dal coraggio di esplorare territori non familiari, dalla fiducia nella capacità dell’arte di vedere oltre gli apparenti vicoli ciechi della realtà contingente. È uno spunto di riflessione per tutto il nostro Paese. Un impegno come quello della Fondazione Casoli, che nasce da un’azienda che opera tutti i giorni su mercati internazionali fortemente concorrenziali, nei quali l’innovazione è una necessità di sopravvivenza, è qui per dimostrarci che si può fare impresa senza rinunciare a dare un contributo concreto e puntuale alla rinascita culturale italiana, agendo in una logica imprenditoriale piuttosto che mecenatistica.
Pier Luigi Sacco
docente di economia della cultura – università iulm di milano
direttore di candidatura siena 2019
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #17
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