Progetto Nova. Proposte creative per una mega ex fabbrica di ceramica a Santo Stefano Magra
Un progetto che viene dalla provincia di La Spezia. Un piccolo Comune che si rilancia nel dibattito contemporaneo attraverso la creatività. Parte da Santo Stefano di Magra un importante progetto di riqualificazione urbana. Con una due giorni di dibattiti (14-15 marzo), complice la Fondazione Fitzcarraldo.
Anche il Comune di Santo Stefano di Magra in provincia di La Spezia volge lo sguardo alla cultura e alle sue risorse per riflettere su se stesso e per riportare l’attenzione sulle proprie qualità, sulle proprie caratteristiche, sulla propria identità. Con l’obiettivo, possibilmente, di ridisegnare quest’ultima nel futuro. L’occasione la fa la vecchia fabbrica delle Ceramiche Vaccari, ex eccellenza ligure acquisita nel 2004 dal gruppo austriaco Lassberger e chiusa nel 2006.
Una storia drammatica, che rimise in discussione la vita di molti lavoratori e dello spazio di oltre 180mila mq , il quale, oggi, riacquista nuovamente dignità con una scelta ardita. Quella, cioè, di trasformare la parte in comodato gratuito al Comune in un sito creativo. La procedura è quella consueta alle amministrazioni pubbliche, ma la scommessa è molto grande e sarà interessante capire chi la raccoglierà. Il Comune ha infatti deciso di assegnare lo spazio in disuso (attraverso bando pubblico) a chi vorrà percorrere la strada della cultura, legandola indissolubilmente al territorio, con un progetto che resti a Santo Stefano.
“Quest’area”, ha raccontato ad Artribune Juri Mazzanti, sindaco di Santo Stefano di Magra, “è di grande importanza per il nostro Comune: rappresenta un pezzo di storia importante dello sviluppo di questo territorio e un luogo incredibile che è ora tempo di riportare a nuova vita. Per questo l’amministrazione si è impegnata prima nel recupero materiale cartaceo di interesse storico e delle strumentazioni antiche destinate all’Archivio, e ora nella selezione di progetti con un bando pubblico per il riutilizzo dello spazio. Il nostro obiettivo è creare un centro di produzione culturale che sia polo di riferimento per organizzare e raccogliere le capacità culturali, artistiche e produttive; un grande laboratorio di idee e di attività volto alla sperimentazione, ricerca, sviluppo ed esplorazione di nuovi linguaggi, saperi e tecniche”.
Un progetto ambizioso per un paese che conta meno di 9mila abitanti e che, complice la Fondazione Fitzcarraldo di Torino, ha deciso di “chiarire” meglio la propria idea di sviluppo e di futuro attraverso una due giorni di dibattiti intitolata Nova Cantieri Creativi. Le date? Il 14 e 15 marzo, per un “festival” che assomiglia a una ricognizione a ingresso libero che reca come sottotitolo Spazi Mutanti | Spazi mutati, laddove la rigenerazione urbana e, soprattutto, quella dei luoghi industriali sembra essere il perno dell’intera questione.
La mappatura di best practice, racconti, performance, proiezioni, laboratori saranno gli ingredienti del programma che si svolge in più atti. Il primo invita chi ha già, in maniera diversa, intrapreso questa strada in Italia e all’estero. Non mancano infatti le voci dell’ex Fadda di Brindisi, la ormai mitica Cable Factory di Helsinki, pioniera in tal senso, il più recente Spazio Grisù di Ferrara, luogo di co-working e molto altro ancora. Secondo atto con la complessità delle mutazioni e i racconti di coloro che hanno creato modelli innovativi nella progettazione culturali, come Gianluca d’Inca Levis di Dolomiti Contemporanee, Luca Emanueli, Tommaso Sacchi. Intermezzi di Roberto Vecchioni e Dario Vergassola. Penultimo atto legato al genius loci, con un’incursione nel passato dell’ex fabbrica e uno sguardo al futuro, presentando Nova.
“Pensiamo”, continua Mazzanti, “a uno spazio aperto alle idee più innovative in collegamento con le realtà vitali della città, della scena nazionale ed estera; un centro attivo, vivo e frequentabile tutto l’anno e il giorno dai giovani e non solo”. Argomento che introduce all’ultimo panel, con Massimiliano Tonelli, lo Studio Boeri, l’olandese Studio OMA, Franco Bianchini e Matteo Bartolomeo, una sorta di brainstorming visionario che, a partire dalle potenzialità del territorio, ne “preveda” il futuro. Nell’arte, naturalmente. Ma senza paletti.
Santa Nastro
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati