Addio Kado. In memoria di Claudio Sinatti
È scomparso ieri a 42 anni Claudio Sinatti, uno dei più grandi interpreti della videoarte italiana, pioniere del video mapping a livello internazionale e maestro della pratica dei live media. Se ne va l’amato autore di una stagione sperimentale intensa e irripetibile.
Chi ha conosciuto Claudio Sinatti (Milano, 1972) anche solo per poche ore non potrà non accogliere con profonda tristezza la morte di un uomo e di un autore a dir poco unico. Una carriera singolare e personalissima la sua, che l’artista ha costruito lavorando su molteplici livelli che investivano i campi più disparati, applicando a ogni modalità espressiva e formato quel qualcosa di speciale che trasformava ogni progetto, su ogni scala, in ogni contesto, in un’esperienza unica.
Nel 1999 a Milano Sinatti fondava il collettivo Sun Wu-Kung, tra i primissimi gruppi a livello europeo a lavorare professionalmente sul live-video e VJing. Il nome del gruppo era ispirato alla leggendaria scimmia della mitologia cinese, simbolo di coraggio e di spirito di rivolta: tratti del carattere che Sinatti perfettamente incarnava.
L’esperienza collettiva di Sun Wu-Kung ha tracciato un solco in quell’intensissima e irripetibile stagione a cavallo tra Anni Novanta e nuovo millennio, producendo un vasto corpus di opere che spaziano dalle installazioni, proiezioni video, progetti fotografici, clip musicali, cortometraggi, audiovisivi. Una fucina creativa nella quale Sinatti, e chi con lui condivideva quell’avventura, cercava costantemente di superare i formati convenzionali e di scrivere liberamente, senza alcun preconcetto, l’estetica audio-video degli ultimi quindici anni.
La sua presenza su vari fronti ha generato poi una rete fittissima di collaborazioni con musicisti sia sperimentali che pop italiani, esperimenti e lounge theatre con gruppi come Motus e Kinkaleri, performance a festival quali Sonar, Netmage, Uovo, e vari transiti per grandi spazi dell’arte come il Centre Pompidou.
Negli ultimi anni l’impegno come designer di eventi multimediali su grandissime scale ha fatto di Sinatti l’autore di riferimento per tali pratiche, realizzando quelle proiezioni elaboratissime e affascinanti su interi edifici e grandi monumenti applicando la tecnica del videomapping, che Sinatti ha portato a livelli altissimi di perfezionamento, generando vere e proprie avventure visive per l’artista e per il suo pubblico.
Alle derive più sensazionalistiche e spettacolari della digital art, Sinatti ha sempre contrapposto un approccio emotivo, regalando esperienze che lasciavano il segno, vere e proprie “canzoni” visuali che coinvolgevano lo spettatore come solo un grande musicista pop sa fare. Sinatti durante la sua carriera non ha mai rincorso mode o stilemi effimeri, al contrario ciascuno dei suoi progetti ne testimoniano il talento genuino, il rigore ferreo e quell’attitudine meditativa che lo ha portato naturalmente a essere un grande e amatissimo maestro nella sua esperienza parallela di insegnamento e di animatore di intensi workshop.
Claudio Sinatti se n’è andato troppo presto, ma ci ha regalato attraverso l’enorme lavoro interi giacimenti d’idee e di insegnamenti che tratteggiano il ritratto di un uomo libero, sorridente e insostituibile.
Riccardo Conti
www.claudiosinatti.com
http://vimeo.com/claudiosinatti
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