Il design me lo faccio da solo. Intervista con i Milano Makers
Autoproduzione, makers, sharing economy, condivisione. Queste le parole chiave di Sharing Design, uno degli eventi che metterà insieme decine di designer e autoproduttori, organizzato dal collettivo Milano Makers alla Fabbrica del Vapore. Tremila mq espositivi accoglieranno mostre, laboratori, performance e spettacoli.
Tema di Sharing Design è la sostenibilità, per seguire la linea indicata da Expo 2015 sulla nutrizione del pianeta. Per l’occasione, lo spazio della Cattedrale alla Fabbrica del Vapore verrà trasformato da un allestimento realizzato con imponenti tubi al neon, opere originali di Cold Cathode su progetti di Duilio Forte, Nuala Goodman, Alessandro Guerriero, Maria Christina Hamel e Franco Raggi, mentre Giorgio Caporaso realizzerà un allestimento in cartone. Ne abbiamo parlato con Cesare Castelli, cofondatore dell’associazione Milano Makers e coordinatore generale della manifestazione.
Sharing Design: il mondo 3d incontra il mondo 10d è il titolo che quest’anno avete scelto per la seconda edizione dell’evento alla Fabbrica del Vapore. Raccontaci cosa vedremo.
Una grande mostra coprodotta con il Comune di Milano, tremila mq fra spazi coperti e scoperti, oltre venti gruppi di makers, trecento autoproduttori di tutte le età e da tutto il mondo interpretano il design, dal Tombolo alle stampanti 3d.
Dalla sharing economy allo sharing design. Qual è il passaggio?
Lo sharing design applica i medesimi principi della sharing economy, basandosi sulla condivisione dei mezzi di produzione e, in questo caso, di presentazione di nuovi prodotti di design. Consci che uniti si vince, senza nulla togliere, anzi rinforzando, la creatività dei singoli.
Quando si parla di autoproduzioni, il primo riferimento che viene in mente è quello artigianale. Apparentemente potrebbe sembrare un approccio guidato da una visione nostalgica del design. O c’è altro?
Assolutamente no, da sempre le eccellenze italiane del design e della moda sono indissolubilmente legate alle varie forme di artigianato, che per vivere deve reinventarsi sempre. Finito il mito della grande industria, nella nostra epoca siamo tutti un po’ artigiani per poter lavorare, soprattutto nel campo della creatività.
Secondo la tua esperienza, oggi qual è lo stato di salute del mondo dei produttori indipendenti legati al design? C’è un mercato per questa realtà?
Direi che c’è un mercato in particolare per i produttori indipendenti del design. Nessuna azienda del settore design, che poi non è facilmente connotabile, può avere la forza rinnovatrice degli autoproduttori riuniti in realtà come Do Buy, il concept store che presentiamo in mostra, dove circa ottanta makers presentano oltre duecento articoli diversi, concepiti espressamente per questa manifestazione pensando a Expo 2015.
Come hai visto crescere il movimento degli autoproduttori in questi anni?
Questa è la terza volta che organizzo, la seconda con Milano Makers e sempre con l’appoggio fondamentale del Comune di Milano – perché l’ente pubblico è parte integrante della sharing economy – una manifestazione interamente dedicata alle autoproduzioni. Ci stiamo strutturando e abbiamo dimostrato di essere una risposta concreta alla crisi vocazionale del design italiano, in primis perché non siamo autoreferenziali.
Quali potrebbero essere gli sviluppi futuri dei makers secondo te?
Più nei makers si diffonderà la cultura dello sharing e del peer to peer, cioè riunirsi in gruppi non gerarchizzati ma con un fine preciso, più aumenterà la capacità di penetrazione del mercato con proposte sempre nuove.
Un esempio pratico di design condiviso?
Liquid Blok, presente in mostra: una collezione di prodotti per la tavola coordinata da Maria Christina Hamel e Nathalie Bruyére, concepiti da designer francesi, italiani e spagnoli, scaricabili dalla Rete e riproducibili ovunque grazie alle stampanti 3d.
Zaira Magliozzi
Milano // fino al 13 aprile 2014 – ore 11-24
Sharing Design
FABBRICA DEL VAPORE
Via Procaccini 4
[email protected]
www.milanomakers.com
Articolo pubblicato su Artribune Magazine Speciale design
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