Jean-Paul Gaultier a Londra. Dove si fanno mostre di moda memorabili
Un’altra tappa della mostra di Jean-Paul Gaultier apre oggi i battenti al Barbican Centre di Londra. La “carovana circense” partita da Montréal ha già toccato città importanti come Dallas, San Francisco, Madrid, Rotterdam e Stoccolma, ma è Londra che il designer aspettava. Ampliata in dimensioni e teatralità, la “Cool Britain” mantiene il primato per esporre le migliori mostre di moda.
The Fashion World of Jean Paul Gaultier: From the Side Walk to the Catwalk non è solo un’esposizione di 165 capi selezionati dalle collezioni di couture e prêt-à-porter del famigerato enfant terrible, ma uno studio approfondito sulla cultura e la società di fine XX secolo. Prima di visitare l’imponente installazione che si srotola su due piani, alternando abiti, fotografie, filmati, illustrazioni e manichini parlanti, abbiamo scambiato alcune battute con il curatore della rassegna, Thierry-Maxime Loriot del Montreal Museum of Fine Arts.
Come descriveresti l’esperienza avuta dalla mostra finora?
Elettrizzante! Lavorare su una mostra dedicata a Jean-Paul Gaultier è un sogno personale. All’inizio del progetto, nel 2009, non mi aspettavo che prendesse queste dimensioni e che avremmo addirittura fatto un tour mondiale. Ho sempre ammirato il lavoro di Gaultier, perché contiene un importante messaggio sociale. Nella sala che abbiamo dedicato alle sue muse, ad esempio, ci sono persone di ogni razza, sesso, età e forma, da Beth Ditto e Dita Von Teese a Farida Khelfa e Andrej Pejic, per citarne alcuni. In ogni città cerchiamo di creare un’esposizione diversa, attingendo all’immenso archivio della Maison Jean-Paul Gaultier, e devo dire che per Londra ci siamo proprio sbizzarriti. Il team di persone con cui lavoriamo si allarga ogni tappa, e a Londra abbiamo incluso un pupazzo di Jean-Paul e delle straordinarie parrucche alte addirittura un metro, pazientemente conciate da Odile Gilbert. Per me è come una haute couture per i capelli: un effetto davvero drammatico.
Qual è la sezione che preferisci della mostra e perché?
Credo che la parte dedicata al punk [Punk Cancan, N.d.R.) trasmetta il fascino originale degli inizi di Gaultier. Londra si riconoscerà molto qui. Ogni volta mi sento come catapultato indietro nel 1970, con il bricolage e quell’attitudine di trasgredire e allo stesso tempo appartenere a un determinato gruppo. Certamente questa è stata una delle collezioni più simboliche, anche se la sistemazione dei vestiti non è divisa per anni bensì per temi, le ossessioni e le passioni di Gaultier, se così si può definire. Io lo chiamo “Pop Couturier”, perché le sue ispirazioni sono attinte da realtà quotidiane e stili come il dandy, il punk e mischiate intelligentemente insieme. Gaultier ha una visione sociale della moda e le sue creazioni proiettano tolleranza e un senso di benessere espresso tramite le sue collezioni.
Lo stesso Jean-Paul Gaultier è stato leggermente titubante nel mettere insieme una mostra delle sue creazioni. “A me non piacciono i cimiteri. Molte volte i musei sono come la morte per gli abiti… ma quando Thierry e Nathalie [Bondil, N.d.R.] mi hanno presentato la loro idea, ho subito capito che quello che avevano in mente era un’eccezionale installazione contemporanea”. Infatti, appena entrati si capisce subito che non ci si trova di fronte a una semplice esposizione di vestiti e disegni, ma a un autentico trionfo della profonda visione umanistica del fashion designer francese. “Le tue fantasie devono stimolare e toccare la sensibilità altrui”, continua Gaultier, “non bisogna essere egoisti ma aprire gli occhi e prendere ispirazione da ciò che ti circonda”.
Percorrere la mostra è come esplorare l’interno della mente creativa di Gaultier. Un costante miscuglio di riferimenti storici, vicissitudini vissute dall’artista, cultura popolare e intensa sensibilità creano un tessuto che si riconnette chiaramente ai modelli realizzati dal designer durante i suoi quarant’anni di carriera. Oltre alle acclamate creazioni come il reggiseno a punta, i corsetti disegnati per Madonna nel 1990 o più recentemente per Kylie Minogue, ci sono anche i costumi di scena creati per i film di Almodovar. Alternati a questi, spezzoni dei numerosi film che hanno riempito l’adolescenza del designer: My Beautiful Laundrette – il suo preferito – o The Rocky Horror Picture Show, da cui ha attinto per le sue primissime collezioni. Non mancano le numerose collaborazioni con fotografi del calibro di David LaChapelle e Peter Lindberg, così come i musicisti David Bowie e The Who e la trasmissione Eurotrash, che ha co-presentato con Antonie de Caunes, il quale negli Anni Novanta ha spinto lo stesso Gaultier a fare un suo personale video musicale, How To Do That.
Un altro tema fortemente collegato con l’infanzia del designer è Skin Deep, ovvero la parte ispirata dal bondage: l’intimo inizia a diventare un capo da mostrare invece che nascondere. Materiali molto femminili come la seta, il pizzo, le stringhe e i drappeggi perdono il simbolismo storico di reclusione per investire quello della libertà femminile. Ovviamente non potevano mancare i vestiti a righe da marinaio, che costituiscono un tratto caratteristico della casa di moda e la sezione intitolata The Odyssey of Jean-Paul Gaultier. Nella cultura popolare simboleggiavano un’icona maschile fino a che Gaultier ne ha rilanciata una versione femminile che era stata iniziata, ma poi abbandonata, agli inizi del novecento da Coco Chanel.
La mostra non costituisce solo un omaggio a un grande genio della moda del XX secolo, ma soprattutto un tributo alle persone che hanno reso possibile il successo dell’artista. Racconta la biografia della vita di Jean-Paul Gaultier tramite le sue esperienze, i suoi fervori e le sue manie, condita con una buona dose di umorismo e ironia. “La mia prima collezione l’ho realizzata senza neanche un soldo”, spiega Gaultier durante la conferenza stampa. “Se hai una grande passione per quello che fai, ci pensi costantemente, non puoi farne a meno… ma se parti con l’idea che vuoi diventare famoso, allora diventa difficile. Ci sono molti modi per diventare famosi, ma la tua predilezione è unica e se gli resti fedele ti darà dei risultati importanti”.
Per navigare meglio la mostra, il Barbican Centre ha creato un’app con interessanti spunti e video. Inoltre un fitto programma di eventi, pianificato dallo stesso Gaultier, occuperà il sito fino ad agosto con film, cocktail party e ulteriori conferenze.
Daniela Amolini
Londra // fino al 25 agosto 2014
The Fashion World of Jean-Paul Gaultier: From the Side Walk to the Catwalk
a cura di Thierry-Maxime Loriot
BARBICAN ART GALLERY
Silk Street
+44 (0)020 76388891
[email protected]
www.barbican.org.uk
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