Sistema Irpinia? È il turno degli artisti
“Cosa succede a Rotondi?”. Siamo in provincia di Avellino, tappa quasi conclusiva di un percorso, quello di “Sistema Irpinia per la cultura contemporanea”, di cui si tracciano i primi bilanci. Vi abbiamo fatto vedere le foto della giornata inaugurale, ora ci prendiamo il tempo per qualche riflessione.
Ci voleva un progetto finanziato dalla Comunità Europea per accendere i riflettori su una realtà, quella irpina, ricca di fermenti creativi. Il progetto che ha coinvolto tre comuni: Mirabella Eclano, Manocalzati e Rotondi, e ha visto svolgersi nei mesi scorsi incontri, workshop e performances teatrali diffusi sul territorio, volge quasi al termine.
Nella penultima tappa gli artisti residenti in via Varco a Rotondi hanno aperto gli studi per mostrare le loro opere e gli attrezzi del mestiere, si sono messi “in mostra” in quello che è uno dei luoghi più sacri: il proprio atelier.
Storia strana quella di questa strada. Inizia tutta con una presenza cosmopolita, quella di Luigi Mainolfi, nato a Rotondi, cresciuto a Caracas, tornato a casa e frequentatore di via Varco: per le sue opere faceva la spola fra le verniciature a fuoco della carrozzeria dei Vele e le lavorazioni artigianali dei Perone. La rispettiva discendenza ha guardato con grande attenzione il carismatico artista al lavoro, per cui per Perino&Vele, Lucio Perone e Peppe Perone è stato naturale essere introdotti all’arte dai racconti di Mainolfi che frequentava già il palcoscenico internazionale di Torino. Il resto è storia recente e più nota. Umberto Manzo in cerca di uno spazio grande e tranquillo, nel quale potersi esprimere, adocchia un terreno proprio in via Varco e ci costruisce il suo laboratorio. Eugenio Giliberti poi farà altrettanto con un casale e una falegnameria nei pressi.
In mostra a Rotondi le opere, appositamente create per l’occasione, denunciano i rispettivi approcci all’Irpinia caudina dei differenti artisti. Giliberti, con la forma mentis dell’ascolto, osservazione e rispetto, entra in sintonia con la natura incontrata nel luogo: così un meleto, che ripetutamente studia e analizza, ha generato la Stanza della potatura, con tante sezioni di rami di melo. Manzo evoca i borghi dell’Irpinia con un paesaggio sospeso sulla linea di un orizzonte energetico, in un lungo lavoro a parete Senza titolo, che si articola come il grafico di un sismografo. Peppe Perone liricamente sorveglia l’acqua di un lago e della sua fonte con la presenza di due angeli Custodi. Lucio Perone rende omaggio alle tradizioni della regione con il suo “omino” che in Senza titolo regge il prezioso frutto del castagno, detto anche albero del pane. In Perino&Vele il riferimento alla storia e alle tradizioni sannite si fa forte, con l’opera Forculae da attraversare come il giogo delle forche caudine; mentre Mainolfi si fa ospitare nello studio del duo con l’opera Solsud, omaggio all’energia presente in tutti i sud del mondo.
L’interazione fra questi artisti è magicamente descritta dal film L’Irpinia che guarda il mare di Nicolangelo Gelormini, proiettato durante l’evento inaugurale, che scava con intensità nella natura di “isolani di montagna” degli abitanti di questi luoghi. Suggellano il tutto le testimonianze fotografiche di Fabio Donato, in mostra a Mirabella Eclano con una sua personale dal 31 maggio.
Giovanna Procaccini
Rotondi // fino al 1° giugno 2014
Cosa succede a Rotondi?
a cura di Maria Savarese e Igor Zanti
STUDI DEGLI ARTISTI
Via Varco
[email protected]
www.sistemairpiniaculturacontemporanea.com
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