Basel Art Week 2014. Previsioni e inferenze
Alti livelli di lettura di moderno e contemporaneo, rigore della qualità e una fitta concertazione di programmi espositivi. La 45esima edizione di Art Basel sta per cominciare. Dopo Art Basel Hong Kong, la fiera dell’arte più celebrata nel mondo torna a casa.
L’anno prossimo, al suo terzo debutto, Art Basel Hong Kong ha già previsto un cambio di date d’apertura (da maggio a marzo). Questo spostamento solleverà sicuramente la pressione delle gallerie europee e americane fortemente attratte dai mercati asiatici, permettendo una più estesa partecipazione dall’ambito locale a quello internazionale e decretando, forse, anche un nuovo successo in patria della fiera d’esportazione più ambita al mondo. Quest’anno, però, la recente chiusura dei giorni dell’arte di Art Basel HK a qualche settimana dalla primigenia Art Basel week non sembra aver intaccato le generalità della fiera svizzera che riunisce, in sé, 285 selezionatissimi espositori, da 34 Paesi del mondo, galleria fra le quali 17 italiane (dalla Continua alla Cortese, da De Carlo a Lorcan O’Neill).
Tra il 18 e il 22 giugno, i quadranti espositivi di Art Basel riguarderanno non solo le Galleries (232 gallerie, tra le quali alcune nuove presenze: A Gentil Carioca di Rio, Herald St di Londra e GallerySKE di Bangalore) e i settori quali Feature (progetti curatoriali dedicati), Statements(progetti di quattordici artisti singoli da parte di giovani gallerie, nella Hall 2, con progetti, fra gli altri, di John Skoog, Ellie Ga, dell’attivista Katja Novitskova e del giappponese Fumito Urabe), Unlimited(selezione monumentale di oltre settantotto lavori, dalla Mendieta alla Trockel a Fudong, passando per la Provoust e Daniel Turner, selezionati da Gianni Jetzer, nella Hall 1); Parcours (progetti site specific declinati nel centro storico e in diverse parti della città); Basel Conversations e Salon (conferenze e dibattiti con personalità chiave del contemporaneo); e Film (una rassegna di oltre trenta film d’artista); ma anche il programma di 14 Rooms, un percorso di live art curato da Klaus Biesenbach e Hans Ulrich Obrist che a partire dal 14 giugno installeranno in quattordici stanze i lavori di quattordici artisti fra i quali: Nkanga, Sierra (con un lavoro sui veterani di guerra) e Ondák (con Swap, 2011), Sehgal e Zhen (Blink of an Eye, 2005), ma anche Wolfson e Baldessari; fra nuove realizzazioni e progetti già noti, i lavori saranno esposti nella Hall 3.
Rimanendo in Messeplatz, quest’anno Feature sarà la sezione di stand più concentrata, dedicando a singoli artisti, tra moderno e contemporaneo, 24 mostre personali. Fra le quali: Casas Riegner (Bogota) che sovrapporranno le artiste colombiane Beatriz González e Johanna Calle, mostrando Auras Anónimas (2008-2009) e lavori mai visti della Calle; Take Ninagawa (Tokyo) che mostrerà nuovi lavori dalla serie rigorosissima di Time Memory (2012) di Shinro Ohtake; e Cherry and Martin (Los Angeles) con lavori di T. Kelly Mason inclusi quattro lightbox, quattro differenti finestre su altrettanti studi d’artista.
Allo Stadtkino Basel, per la rassegna Film verrà presentato un programma di oltre trenta pellicole curate nuovamente dalla coppia Glöde-Brunner, includendo lavori di Maria Anwander, Jan Peter Hammer, Harun Farocki, Dominique Gonzalez-Foerster, David Shrigley e Jane e Louise Wilson. Da vedere, quest’anno: la Sequenza di Manon de Boer e George van Dam; il nuovo film di Aïda Ruilova, Head and Hands e My Black Angel, un programma di cortometraggi, selezionati dal regista americano Pat O’Neill.
Parallelamente, nella stamperia di Burgweg, il lato alternativo di Art Basel, Liste, riunisce una selezione fittissima di 78 gallerie, da 30 Paesi del mondo (di cui cinque presenze dall’America Latina) proponendo anche un curioso programma di conferenze e incontri. Tanto Fluxia quanto Francesca Minini rientrano all’interno di uno dei panorami off più curioso, al di fuori della fiera di Messeplatz; sebbene risulti sempre difficoltosa la comprensione del livello dei lavori esposti, si vedranno artisti della Essex street di New York, ad esempio, confrontarsi con la Martin Van Zomeren di Amsterdam.
Al di fuori dell’universo-Art Basel, sotto la cupola post-industriale del Markthalle, Volta festeggia i suoi dieci anni di attività presentando un arcipelago di 68 gallerie all’apparenza omogeneo, inserendo i programmi della Erika Deak Galeria di Budapest assieme alla milanese Laura Bulian e allo spazio di Kavanagh di Dublino.
Nei pressi del Tinguely Museum, il bianco tendone di 4000 mq di Scope, invece,celebrerà i suoi otto anni con 75 gallerie, rappresentando gallerie eterogenee, provenienti da Riga così come da Massa Carrara, da Parigi al Connecticut. Da curiosare, in velocità, anche The solo project, una fiera “minore” in St. Jakobshalle, presso la Brüglingerstrasse 19-21 (a una quindicina di minuti da Messe); e la moscovita Selection, allestita al Basel Art Center in Kleinbasel e con soltanto 11 espositori.
Da non dimenticare, nelle istituzioni museali della città svizzera, alcune mostre che caratterizzeranno i percorsi esterni della Basel Art week 2014. Prima su tutte la più grande retrospettiva dedicata a Gerhard Richter alla Fondation Beyeler; mentre lo Schaulager mostra i lavori di Paul Chan, il Kustmuseum introdurrà i lavori di Charles Ray, in collaborazione con l’Institute of Chicago. Sempre al Kunstmuseum sarà compresente un percorso su Kazimir Malevich dal titolo The World as Objectlessness. Il Museum für Gegenwartskunst accompagna i visitatori con un progetto espositivo da non perdere: Le Corbeau et le Renard: Revolt of language with Marcel Broodthaers, mentre proprio di fronte, il Museo Tinguely avrà già inaugurato I am not you, una mostra di nuovi lavori dell’artista ceco Krištof Kintera.
Ad Art Basel, infine, non può mancare un riferimento al fenomeno estetico del design, che lega due poli d’eccellenza come Design Miami e il Vitra Design Museum, che la sera del 18 giugno ospiterà un party per mostrare un nuovo spazio dedicato all’architettura; una festa celebrata anche in onore del percorso su Konstantin Grcic, dal titolo Panorama. E per concludere, l’invito a curiosare fra gli stand di I never read, fiera alla Volkshaus e dedicata all’editoria d’arte, che conta la presenza degli italiani Nero e PrintAboutMe.
Ginevra Bria
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