Tutti i lati della fotografia (europea). Panoramica sul festival di Reggio Emilia
Non solo tante opere e tante sedi, ma anche una prospettiva sfaccettata che inquadra la “fotografia” nel suo insieme. Il festival di Reggio Emilia offre mostre che indagano tutti gli aspetti intorno ai quali ruota l’immagine. Lasciando spazio ai progetti diversificati di ogni curatore.
Le sale del pianterreno dei Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia sono piene di libri. Volumi da sfogliare su piedistalli, su tavoli di varie fogge e colori. Ma cosa centrano con la fotografia? Il progetto è ideato da Elio Grazioli, che intende presentare non tanto dei cataloghi, ma veri e propri “libri d’artista” – pur stampati e riprodotti dalle case editrici – costruiti e realizzati dai fotografi secondo le loro determinazioni e scelte, il loro modo di praticare la fotografia al di là delle differenti tecniche, soggetti, scopi e scritture. È un’esposizione che non ci si aspetterebbe all’interno di un festival come Fotografia Europea, ma a ben guardare l’idea e la sua realizzazione hanno una coerenza che restituisce completezza al tema.
Un punto di vista affine è quello di Harri Kalha, che si concentra sull’illusionismo surreale e sceglie le cartoline fotografiche di inizio Novecento con il loro montaggio, collage, ritocco e colorazione a mano che le rendono degli esempi di “pittorialismo sintetico”. La mostra fa da introduzione anche a un altro tema inscindibile dalla fotografia, quello del collezionismo, ed ecco allora che Walter Guadagnini cura Fotografis di Bank Austria-Unicredit Art Collection: 640 opere raccolte dal 1976 al 1985, che testimoniano non solo la vicenda storica dell’arte ma anche l’affermarsi di un collezionismo d’impresa ancora oggi determinante.
Su questa linea non poteva mancare una selezione delle acquisizioni ottenute nel corso delle passate nove edizioni di Fotografia Europea, tra quasi mille opere e cinquanta curatori, in un excursus che parte inevitabilmente da Luigi Ghirri e arriva fino a Paola De Pietri.
Sempre in tangenza con il mondo della fotografia, ma più aderente alla definizione di “installazione”, l’impresa ambiziosa nelle dimensioni e nelle intenzioni di Adam Broomberg & Oliver Chanari, Divine Violence: una riflessione sull’uso dell’immagine nella società contemporanea che trae i suoi materiali dall’Archive of Modern Conflict, dove si conserva la documentazione sul tema del conflitto, inteso in ogni sua variante e interpretazione. Le fotografie, montate sulle pagine della Bibbia, danno luogo a una sorta di shock visivo, a un dialogo che crea corrispondenze inedite fra testo sacro e figure violente.
In Fotografia Europea non manca mai l’omaggio al passato, quest’anno dedicato a Herbert List con The Magical in Passing: scatti di origine dadaista, ritratti scultorei, paesaggi, reportage e volti degli artisti, in un bianco e nero contrastato che risalta grazie alle grandi dimensioni.
Non è assente nemmeno la valorizzazione della città di Reggio Emilia, che questa volta viene condotta da Sarah Moon all’interno dei Musei Civici, i cui reperti sono restituiti con uno sguardo onirico e incantato di polaroid quasi monocromatiche e con l’attenzione propria dell’artista verso i cabinets de curiosités. La stessa Sarah Moon occupa un grande spazio nella rassegna che, oltre a Journal de voyage, ospita pure la serie Alchimies. Lo Spazio Gerra invece si distingue sempre per la sua connotazione “musicale” e i suoi locali accolgono Annarella benemerita soubrette CCCP Fedeli Alla Linea, una mostra che ripercorre la storia dell’anima femminile dello storico gruppo, Annarella Giudici.
Più tradizionali invece le altre esposizioni: da Planasia di Silvia Camporesi ad Addiction di Simone Bergantini, da Cose ritrovate di Paolo Simonazzi a The Narrow Door di Massimiliano Tommaso Rezza, senza dimenticare le suggestive fotografie rosate di Andrea Ferrari con Wild Window. Si tratta di progetti esposti nelle diverse sedi e che restituiscono varie interpretazioni del tema portante dell’edizione, Vedere. Uno sguardo infinito.
Tema che un po’ si disperde fra le tante letture personali di ciascun curatore, ma che prende origine dall’omaggio completo e affettuoso della città al suo maestro, Luigi Ghirri, al suo pensare per immagini che ora è possibile toccare con mano nella retrospettiva allestita, senza risparmio di opere, presso i Chiostri di San Pietro. Una mostra a cui dedicheremo domani un articolo ad hoc.
Marta Santacatterina
Reggio Emilia // fino al 15 giugno 2014
Fotografia Europea 2014 – Vedere. Uno sguardo infinito
0522 456249
[email protected]
www.fotografiaeuropea.it
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