La banca dati di Intesa Sanpaolo
Tre musei a Milano, Vicenza e Napoli. Una collazione di oltre 10mila opere. E ora un catalogo ragionato in tre tomi. Il tutto nell’ambito del Progetto Cultura del Gruppo Intesa Sanpaolo. Ed è come sfogliare un libro di storia dell’arte che percorre tutto il Novecento.
Un programma di ampio respiro e di lungo corso, il Progetto Cultura nato nel 2009 in seno a Intesa Sanpaolo. Fiore all’occhiello, il progetto delle Gallerie d’Italia, ovvero un migliaio di opere esposte e fruibili dal pubblico nelle tre sedi di Milano (Piazza Scala), Napoli (Palazzo Zevallos Stigliano) e Vicenza (Palazzo Leoni Montanari). Un numero importante, ma che quasi sfigura di fronte alle 10mila opere possedute dal gruppo.
Da questo punto di vista, le novità più fresche riguardano le sedi vicentina e napoletana. In occasione dei quindici anni dall’apertura del primo museo del gruppo, Palazzo Leoni Montanari ha riaperto il 24 maggio con una miscela affascinante di dipinti del Settecento veneto (fra Pietro Longhi, Tiepolo e vedutismo), icone russe, ceramiche attiche e magnogreche provenienti dal sito di Ruvo di Puglia. In quel di Napoli, invece, il 5 giugno ha inaugurato la ristrutturazione/riallestimento, con l’esposizione di capolavori come il Martirio di Sant’Orsola di Caravaggio e in un percorso che conduce fino a Vincenzo Gemito.
A fianco dell’attività espositiva si aggiunge un’altra grande impresa, stavolta però di carattere editoriale. Per i tipi di Electa, infatti, sono appena usciti tre volumi (€ 60 cadauno), per un totale di 1.300 pagine, che costituiscono il catalogo ragionato della collezione d’arte moderna appartenente alla banca. Tre volumi curati da Carlo Pirovano e Francesco Tedeschi e suddivisi cronologicamente.
Si comincia col primo Novecento, con un’infilata di opere dei principali artisti italiani del periodo: da Giacomo Balla a Umberto Boccioni, da Gino Severini a Mario Sironi. Non mancano le presenze internazionali (presenze rare ma di pregio, con nomi come Kandinsky e Picasso), ma probabilmente la sezione più interessante è quella dedicata alle “presenze regionali”. La collezione “eredita” infatti numerose raccolte che facevano capo a istituti bancari fortemente radicati nei propri territori, confluite nel mare magnum di Intesa Sanpaolo ma che restano contraddistinte da una strutturata coerenza geografica. Tanto da poter parlare di “scuole” che vanno dal Piemonte alla Sardegna, passando – fra le altre – per Veneto e Toscana.
Il secondo tomo è dedicato al secondo dopoguerra, con opere realizzate fra gli Anni Quaranta e i primi Anni Sessanta. Si comincia con la presenza iconica di Lucio Fontana e in specie dei suoi Concetti spaziali; si sviscerano movimenti come Spazialismo, Arte Nucleare e MAC (a partire da Dorfles e Munari), per proseguire con astrattismo (con opere notevoli di Carlo Accardi e Piero Dorazio) e Informale (da Burri a Vedova). Breve passaggio su Guttuso e si reimbocca la strada della non-figurazione, con l’oltrepittura di Bonalumi e Castellani, Manzoni e Novelli; approdo incerto dalle parti di arte cinetica e programmata, e continua la sequela da libro di storia dell’arte che parte da Getulio Alviani e termina con Grazia Varisco.
Breve attraversamento dei territori della scultura e si può passare a L’ultimo novecento, terzo volume dell’impresa. Sotto il cappello della via italiana alla Pop Art si trova un po’ di tutto, da Valerio Adami a Pino Pascali, da Mimmo Rotella a Mario Schifano. E in questo modo si scivola negli Anni Settanta, con splendidi Agnetti e Isgrò e Vaccari. Prezioso benché non monumentale il nucleo relativo all’Arte Povera, più consistente il filone “analitico”; la Transavanguardia incammina verso gli Anni Novanta, quando le scelte si fanno più ecumeniche e, fra un dipinto di Pusole e una fotografia della Toderi, si perde il senso di dedicare una sezione ah hoc alla scultura.
Marco Enrico Giacomelli
L’arte moderna in Intesa San Paolo
3 voll., € 60 cadauno
www.electaweb.it
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #19
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