Tiepida estate. Nel Parco Naturale di Molentargius apre Venticinque Gradi
Dal triplice omaggio a Maria Lai alle attività di Cherimus nel Sulcis, dal nuovo corso del MACC di Calasetta a mostre della durata di un giorno (senza pubblico!) in luoghi abbandonati, organizzate da una coppia di artisti di cui vi parleremo fra qualche giorno. Insomma, la Sardegna quest’estate non resta ferma, pur tra mille difficoltà. E a Cagliari è nato anche un nuovo spazio, di cui ci parla Marco Lampis, ideatore del progetto.
Che cos’è Venticinque Gradi e a quale pubblico si rivolge?
VNTCNQGRD è il nome che ho scelto per identificare un magazzino industriale di 100 mq, che ho organizzato come spazio espositivo aperto e che, fra un evento e l’altro, diventa anche il mio laboratorio. Il nome si riferisce ai gradi della scala Baumè necessari per la formazione dei cristalli di sale che precipitano nel fondo delle vasche per la raccolta, molto comuni in ambienti come quello in cui VNTCNQGRD si trova: il Parco Naturale di Molentargius.
In questo spazio abbiamo l’obiettivo di impostare una programmazione che possa far avvicinare, e anche coinvolgere attivamente, persone che in linea di massima sono un po’ restie a partecipare a eventi e mostre d’arte visiva, mantenendo al contempo una linea che predilige la ricerca e la sperimentazione di nuovi linguaggi sia in campo musicale che visivo.
Come e perché nasce l’esigenza di aprire un nuovo spazio indipendente per la cultura contemporanea a Cagliari, città candidata a Capitale Europea della Cultura?
È da tanto tempo che ragionavo sull’idea di aprire uno spazio in città, luogo che cercasse di unire tutti gli stimoli che personalmente ho avuto dagli ambienti che ho frequentato nel corso dei miei spostamenti; uno spazio
che fornisse una programmazione annuale e non estemporanea, che seguisse una linea precisa e non che diversificasse le proposte al solo fine di accontentare il pubblico più ampio possibile.
Dopo esser tornato da Londra, ormai un paio di anni fa, e aver deciso di restare per un po’ a Cagliari, ho pensato fosse arrivato il momento giusto. Ho riflettuto molto su cosa uno spazio può e deve offrire a una città come questa, difficile e apparentemente poco curiosa. Cerco una modalità di esibizione che possa aprire le porte a un pubblico poco esperto senza dover rinunciare alla sperimentazione e alla ricerca. Sto lavorando su un particolare format di mostre per fare in modo che gli spettatori, anche quelli meno pratici, possano avvicinarsi alle nuove forme e linguaggi artistici contemporanei. Sembra che Cagliari viva un buon periodo, spero non sia solo una moda stagionale.
Dove si trova lo spazio e che tipo di valore ha la sua collocazione fisica nell’immaginario e nella programmazione proposta?
Lo spazio è all’interno dell’area abitata del Parco Naturale di Molentargius, con davanti la zona che ospitava storicamente le saline statali e gli edifici ormai in disuso che lentamente la natura si sta riprendendo, e più in là la spiaggia e il mare.
È un luogo ricco di suggestioni, con un incredibile paesaggio, e questo sta naturalmente influenzando sia le idee sulla programmazione espositiva sia il mio lavoro artistico. Sto elaborando una programmazione che includa interventi site specific di natura prettamente visiva e musicale cercando collaborazioni con artisti – anche in residenza – che lavorino sia sul paesaggio fisico che su quello sonoro con produzioni che tocchino le più svariati modalità lavorative sfociando, ad esempio, in produzioni per la radio. È una delle cose che mi affascinano di più.
Come si svolge la vostra attività, quali ricerche e quali pratiche proponete?
VNTCNQGRD ha inaugurato a maggio con un evento di presentazione che introducesse lo spazio espositivo al pubblico. Ho invitato 16 artisti internazionali (tra cui John Duncan, Luciano Maggiore, Domenico Vaccaro, Giorgio Mega, Francesco Cavaliere, Adam Asnan, Monica Serra, Arrington De Dionyso, Simon Balestrazzi) con i quali collaborerò in futuro, a contribuire con una traccia o oggetto sonoro alla nascita di questa nuova realtà e il loro aiuto è stato importantissimo.
Ho avuto poi il piacere di ospitare due interessanti giovani musicisti, Francesco Serra, autore della colonna sonora del pluripremiato docufilm Il Treno va a Mosca, ed Enrico Malatesta, percussionista di fama internazionale. Ora sto lavorando alla prossima programmazione, cercando per la parte musicale di proporre interventi sonori sperimentali che prediligano ricerche, in qualche modo, orientate su tematiche di ascolto e di rapporto con lo spazio, intervallate da esecuzioni di musica tradizionale per indagare su possibili terreni di affinità tra le due pratiche, sperimentale e tradizionale.
Per la parte visiva, posso solo accennarti che presenterò esposizioni che indagheranno il processo e la ricerca che porta alla realizzazione dell’opera piuttosto che l’opera stessa; mostre sugli scarti, gli errori e le vie sbagliate, sugli input di qualsiasi forma – letteraria, sonora, visiva – che l’artista inserisce nel percorso nascosto della creazione.
Qual è lo sviluppo di uno spazio come Venticinque Gradi? In che direzione guarda la progettualità che state realizzando?
Lo spazio è appena partito e la meta per ora è quella di fare il più possibile, nonostante i sacrifici già compiuti e quelli che inevitabilmente si troveranno sul percorso. Siamo una realtà che attualmente vive senza aiuti e finanziamenti e vorrei riuscire a ottenere dei fondi per garantire la migliore realizzazione possibile dei vari progetti. VNTCNQGRD non vuole rimanere un luogo esclusivo, ma interagire il più possibile con le realtà regionali e territoriali, come il Conservatorio di Cagliari e il MAN di Nuoro. Questo però, in nessun modo, prescinde dalla mia volontà di avere uno sguardo internazionale, senza cadere nella chiusura dei localismi. Vorrei che diventasse un luogo d’incontro per idee e progetti diversissimi che convergano per creare qualcosa di costantemente nuovo.
L’idea è di non cristallizzarsi su esposizioni di artisti regionali, ma di coinvolgere il più possibile artisti italiani e stranieri, in modo da offrire sia al pubblico tradizionale, sia agli artisti sardi, la possibilità di confrontarsi con idee ed esperienze che difficilmente arrivano sull’isola. L’obiettivo è quello di creare qualcosa di diverso dalla classiche e sterili vetrine che (spesso) si trovano in Sardegna.
Giangavino Pazzola
VENTICINQUE GRADI
Vico II delle Acacie 5 – Cagliari
www.venticinquegradi.org
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