Tutte le novità di Artelibro. Parla il neopresidente Ricardo Franco Levi
Torna dal 18 al 21 settembre la rassegna bolognese dedicata al libro d’arte. Torna per l’11esima volta e porta con sé tante novità. Ad esempio un nuovo presidente, che qui abbiamo intervistato, e poi l’inserimento della storia dell’arte nel corpo del festival, e partnership importanti anche oltralpe…
Chi è Ricardo Franco Levi?
Ho sessantacinque anni e di professione sono un giornalista, oggi editorialista del Corriere della Sera. Per più di quindici anni, dal ’97 al 2013, sono stato impegnato in politica e nelle istituzioni, a Roma nel governo e nel Parlamento italiano, con una particolare responsabilità nel settore dell’editoria e dell’informazione, e a Bruxelles nella Commissione Europea.
Come è nato il suo coinvolgimento in Artelibro?
Terminata la mia stagione di parlamentare, e conoscendo il mio amore per il libro e i miei tanti legami con Bologna, città dove, tra l’altro, mi sono laureato, mi è stato chiesto di assumere la presidenza di Artelibro e ho accettato con piacere. Tutto qui.
L’Italia è terra di festival. E, come al solito nel nostro Paese, o non si fa o si strafà. Qual è la peculiarità della rassegna bolognese e dunque la sua ragione di esistere?
La ragione di esistere di Artelibro è dimostrata in modo molto concreto e semplice dal fatto che quella di quest’anno sarà la sua 11esima edizione. La sua peculiarità è spiegata in modo trasparente dal titolo completo: Artelibro, Festival del libro e della storia dell’arte.
Quest’anno il rinnovamento del festival si coglie proprio dal sottotitolo: da festival del libro d’arte diventa festival del libro e della storia dell’arte. Le ragioni di questa scelta.
È esattamente quello che dicevo a proposito della peculiarità di Artelibro. Non esisteva alcun festival che avesse come oggetto il tema del patrimonio artistico, la grande e trascurata ricchezza italiana. Ci è sembrato logico, partendo dal libro d’arte e passando, per così dire, dal libro sulla storia dell’arte, estendere in questa direzione l’interesse e il raggio di azione del nostro festival.
Questa 11esima edizione segna anche la partnership con il Festival de l’Histoire de l’Art di Fointanbleau. Sarà uno scambio “fisso” o immagina una sorta di turn over in questi partenariati?
Sono due opzioni entrambe possibili e attraenti e non necessariamente alternative. Ancora non abbiamo deciso.
Il tema di quest’anno è Italia: terra di tesori. Come verrà declinato? L’immagine che mi viene in mente è per certi versi simile a quella della cultura come “petrolio”: qualcosa che occorre (ri)scoprire e “sfruttare”. Ma così non si perde di vista l’importanza di produrre cultura? In altre parole, di guardare sì al passato, come con i piedi piantati nel presente e magari l’occhio al futuro?
Mettiamola in termini più semplici e con la consapevolezza di quello che è e può fare un festival. Noi vogliamo offrire un’occasione per godere e riflettere sulla ricchezza del patrimonio artistico italiano in una prospettiva che sia ad un tempo bolognese, italiana ed europea. Tutto qui, e per un festival non è poco.
Veniamo al programma: se dovesse citare una lezione e una mostra a cui tiene particolarmente?
Come mostre, oltre a quella per noi tradizionale e centralissima dei librai antiquari, direi la straordinaria mostra dei grandi codici miniati con al centro la Bibbia di Borso d’Este, “il libro più bello del mondo”, l’esposizione della spettacolare Veduta di Verona di Bernardo Bellotto, e, anche se non si tratta di una mostra in senso stretto, il ciclo di proiezioni, da Fleming e 007 a Todo Modo di Petri alla Cineteca di Bologna. Ma tutta Bologna, nelle sue biblioteche e musei, sarà invasa da bellissime mostre.
Quanto alle lezioni, e anche qui basta guardate il programma sul nostro sito per cogliere la varietà e la ricchezza dell’offerta. Vorrei ricordare almeno la lezione inaugurale di Andrea Carandini, e quelle di Louis Godart sull’immagine dell’Europa, di Paolo Mieli sui Funerali di Togliatti e di Vittorio Sgarbi, Cristina Acidini e Luigi Ficacci su Niccolò dell’Arca, Michelangelo e Raffaello.
Côté “fieristico”: quali saranno gli espositori di punta di questa edizione? Si segnala qualche new entry o qualche ritorno importante di Artelibro.
Il ritorno più significativo è quello dei librai antiquari, da sempre colonna portante di Artelibro. Ma per noi ugualmente fondamentale è stata la conferma del rapporto con le LibrerieCoop che curano la grande libreria dell’arte, l’Archiginnasio, l’Università di Bologna e il Ministero dei Beni Culturali al quale dobbiamo l’inserimento di Artelibro tra gli eventi del semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea. Tra le altre istituzioni, tutti ugualmente preziose, mi ha fatto particolarmente piacere la collaborazione con il Mast e con Genus Bononiae.
L’obiettivo che si è posto quando ha accettato questo incarico. Attenzione: sarà una domanda che le rifaremo a chiusura del festival!
Un obiettivo almeno duplice: come ho già detto, di far godere e parlare del meraviglioso patrimonio artistico italiano e di mostrare e dimostrare che Bologna, col concorso e la partecipazione di tutte le istituzioni culturali, pubbliche e private, merita di essere considerata e visitata come una splendida città d’arte.
Marco Enrico Giacomelli
Bologna // dal 18 al 21 settembre 2014
PALAZZO RE ENZO e DEL PODESTÀ
www.artelibro.it
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