Arte contemporanea e fede. Inaugura a Bergamo una chiesa all’avanguardia
Il prossimo 11 ottobre Bergamo inaugurerà la chiesa del Nuovo Ospedale PG23 con una cerimonia che consacrerà il luogo di culto dedicato a Papa Giovanni XXIII nell’anno della sua canonizzazione. Un evento importante anche per gli appassionati d’arte, perché la nuova chiesa rappresenta una perfetta fusione tra innovazione e fede, che qui si uniscono e si compensano come non succedeva da anni.
La volontà cercata e raggiunta è stata quella di creare un luogo che facesse della luce il reale elemento mistico dello spazio. Di per sé la struttura è molto semplice, un quadrato bianco, a tratti banale, che nasconde un’elevatissima ricerca tecnologica. Per costruire la chiesa, infatti, è sceso in campo un colosso dell’edilizia bergamasca come il gruppo Italcementi con il suo rivoluzionario cemento bianco (i.active TECNO) arricchito da un principio attivo che abbatte gli agenti inquinanti e mantiene le architetture pulite e luminose. Per intenderci, si tratta della stessa tecnologia che sarà usata per la costruzione del Padiglione Italia a Expo 2015. Oltre alla luminosità del materiale, gli architetti Aymeric Zublena, Pippo e Ferdinando Traversi hanno realizzato un “velario” che circonda la chiesa, composto da tantissimi pilastrini attraverso i quali la luce filtra in ogni momento colorando l’interno dell’intensità luminosa del giorno. È uno spettacolo suggestivo che non sarebbe stato possibile con una struttura architettonica troppo complessa. Di qui la lungimiranza, nata soprattutto dalla passione per l’arte di Pippo Traversi, di coniugare da subito l’elemento architettonico con il progetto artistico interno. Ne è nato un percorso iconografico che ha coinvolto tre eccellenti artisti di area bergamasca: Andrea Mastrovito, Stefano Arienti e il gruppo Ferrario Freres.
Di nuovo: sembra semplice ma non lo è. Quello che è successo è che l’architetto ha fatto un passo indietro e ha deciso di lavorare in sinergia con gli artisti per creare qualcosa insieme. Ha fatto, se vogliamo, la funzione del direttore artistico, ma in epoca di egocentrismi è già un forte segnale.
Non c’è un vero e proprio “inizio”, il progetto parte già dalle pareti e dalla serie di affreschi (se così si possono chiamare) progettati da Stefano Arienti. Grazie all’uso di un particolare processo industriale, l’artista ha impressionato sul cemento l’elaborazione fotografica di un angolo di flora bergamasca, creando un giardino diafano e autoctono che trasporta la luce. Durante il giorno il sole penetra all’interno, mentre la sera l’illuminazione interna trasforma la chiesa in una sorta di lanterna che rasserena l’esterno.
Di Andrea Mastrovito è il progetto per l’abside, tripartito da una scenografia di grandi vetrate senza che ci sia una reale struttura architettonica a dividere gli spazi. I disegni dell’artista si frappongono all’oro come nella migliore tradizione bizantina e le vetrate mostrano una potente scena di passione e pietà che raccoglie l’eredità del Papa Buono. Ma il materiale scelto, il vetro, permette ancora di accogliere la potenza dell’elemento naturale della luce, alleggerendo la struttura.
La Via Crucis è stata invece firmata dal gruppo artistico Ferrario Freres, che ha realizzato un’opera grafica che raccoglie le 14 stazioni in un’unica grande immagine ambientata nei luoghi di Bergamo. Si tratta di un percorso assolutamente originale, che coniuga la tradizione olandese, una visione cinematografica di pasoliniana memoria e i luoghi e i personaggi del territorio su cui sorge la chiesa. Il teatro della Via Crucis non è solo Bergamo e i suoi abitanti ma qualsiasi persona in qualsiasi luogo.
Un progetto importante finanziato per l’80% dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo e la CEI attraverso il contributo 8 per mille. Ciò che più conta, però, è che rispetto alle nuove chiese che nascono in Italia questa sembra aver ritrovato una lontana collaborazione tra il messaggio evocativo dell’arte e il bisogno di fede dei credenti, diventando esempio di come l’arte contemporanea sia in grado di svolgere quel ruolo mistico che a lungo si è creduto appannaggio esclusivo dell’arte antica.
Astrid Serughetti
Bergamo // 11 ottobre 2014
AZIENDA OSPEDALIERA PAPA GIOVANNI XXIII
Piazza OMS 1
035 2674040
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www.hpg23.it
www.nuovoospedalebg.it
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