Dalle strade a Saatchi. Per Alo “è accaduto tutto molto in fretta”
Stanco di aspettare un riconoscimento artistico a Perugia, Alo si è trasferito a Londra e ha cominciato a dipingere sui muri. Poco dopo, la telefonata: “Possiamo vendere i tuoi quadri”. Ecco la storia di come lui è arrivato a Saatchi.
“Ho sempre saputo di essere un artista”: facile a dirsi, ora che la Saatchi Gallery ha allestito una mostra dedicata alle opere del giovane artista umbro Alo. Ma quando tutto è cominciato, tre anni fa, Alo non possedeva nulla, se non la convinzione di avere del talento. Convinzione che gli ha permesso di rinunciare a tutto quello che aveva a Perugia e di partire alla volta di Londra.
“All’inizio non è stato facile”, ammette l’artista, sorseggiando un caffè tra l’esecuzione di un dipinto e l’altro. “Quando sono arrivato non avevo una lira e, come tanti altri italiani emigrati, ho cercato lavoro come cameriere o barista”. Un lavoro estenuante, che gli lasciava pochissimo tempo per dipingere. “Una volta la manager ha cominciato a insultarmi di fronte a tutti, solo perché avevo versato troppo zucchero in un drink”, ricorda Alo. “Mi sono sentito così umiliato che ho girato i tacchi e sono uscito dal negozio… Avevo ancora il grembiule addosso”.
Nel frattempo, tra un lavoretto e l’altro, Alo eseguiva paste-ups (disegni incollati sui muri) e metteva a punto una tecnica tutta sua che gli permettesse di dipingere direttamente sulla parete con risultati soddisfacenti e abbastanza velocemente da sfuggire all’occhio della polizia. Una volta affinata la tecnica, tutto è accaduto molto velocemente. Sui muri colorati dell’Est di Londra le sue opere di matrice espressionista hanno cominciato a emergere, numerose, notte dopo notte.
Si tratta di ritratti dei loser, gli sconfitti, almeno secondo le norme della società moderna. Mendicanti, vagabondi, prostitute. Tutti i rappresentanti di quell’umanità ignorata ogni giorno sulle strade si affacciano ora sui muri di Londra per guardare i passanti dritto negli occhi. E anche se Alo li dipinge sotto una costante pioggia di tratti, la spessa cornice che circonda i suoi “perdenti” conferisce loro una ritrovata dignità.
Non c’è voluto molto prima che qualcuno d’importante si sentisse osservato da questi singolari personaggi. La telefonata è andata più o meno così: “Buongiorno, sono Olly Walker, art manager. Se vuole posso vendere i suoi quadri”. Così Alo ha cominciato a trasferire le tele dalla sua piccola camera-studio nei pressi di Hackney alla casa di Mr Walker. Presto, l’artista ha potuto abbandonare le catene di coffee shop per dedicarsi alla sua passione. E ora la grande occasione è arrivata.
“Non mi aspettavo che una galleria prestigiosa come la Saatchi mi offrisse uno spazio così presto, così quando hanno confermato lo show avevo già venduto molti quadri… E ho dovuto lavorare tutto il giorno per crearne di nuovi”, sorride Alo. È stanco, un po’ agitato, ma soddisfatto di fronte a un riconoscimento così importante. “Non direi che in Inghilterra è più semplice che in Italia, perché gli affari dirigono le scelte della gente qui come altrove. Ma sicuramente a Londra il talento è riconosciuto molto spesso, e sono contento che sia capitato a me”.
E il titolo della mostra, Hail to the Loser? “L’ho scelto io”, spiega l’artista, il quale è stato eccezionalmente autorizzato a dipingere sulle colonne dell’edificio. “Attraverso questa galleria d’arte, infatti, voglio introdurre al pubblico tutti quelli che sono stati sconfitti dalla nostra società”.
Elisabetta Landoni
Londra // fino al 18 agosto 2014
ALO – Hail to the Loser
a cura di Olly Walker
SAATCHI GALLERY
King’s Road
[email protected]
www.saatchigallery.com
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