GAM di Milano. Una rinascita targata UBS

Grazie a UBS, la Galleria d’Arte Moderna di Milano riabilita le sale e le opere poste al secondo piano della villa. Con il recupero filologico dell’allestimento di Ignazio Gardella, il museo mette in mostra le raccolte di due collezionisti: Carlo Grassi e Giuseppe Vismara.

Il 6 settembre riapre al pubblico il secondo piano della Galleria d’Arte Moderna, dove è possibile visitare, secondo la disposizione e la riemersione di un rinnovato allestimento, la Collezione Grassi e la Collezione Vismara. Le due collezioni, frutto della passione di due cittadini milanesi, rappresentano la sezione di maggior valore e richiamo internazionale della Galleria, vantando opere di artisti come Renoir, Manet, van Gogh e Picasso. La revisione del percorso espositivo, che è stato ridefinito accostando le due collezioni fino all’anno scorso separate in due punti differenti del museo e valorizzandone le opere di maggior importanza, ha comportato il ripristino filologico del progetto di Ignazio Gardella (che firmò l’allestimento della collezione Grassi alla fine degli Anni Cinquanta) mediante la revisione dell’impianto illuminotecnico, la manutenzione di alcuni materiali utilizzati per l’allestimento originario e un nuovo apparato grafico e didascalico.
Paola Zatti, la conservatrice responsabile delle Collezioni dell’Ottocento alla Galleria d’Arte Moderna di Milano, riporta ad Artribune la doppia, nuova vita di due collezioni private e il loro dialogo con le nuove disposizioni negli spazi.

Come sono nate le collezioni di Giuseppe Vismara e di Carlo Grassi? Quali linee tematiche/temporali le attraversano?
La Collezione di Carlo Grassi fu donata dalla moglie del suo ideatore al Comune di Milano, negli Anni Cinquanta, in ricordo del figlio morto in guerra. Mentre i nuclei della Vismara sono stati donati secondo lascito testamentario negli Anni Settanta. La collezione di Giuseppe Vismara si forma, da un lato grazie a una sua personale ricerca e sensibilità artistica guidata dalla galleria milanese Il Milione, dall’altro grazie a numerosi acquisti effettuati direttamente presso gli artisti, come Tosi, Sironi, De Pisis, Morandi, con i quali si instaurano ottimi rapporti d’amicizia. È importante sottolineare che questa collezione viene donata in un momento in cui la Galleria era oggetto di riflessioni museografiche e di una volontà di rinnovamento dell’assetto espositivo degli spazi che vennero affidati a Gardella, proprio nel periodo in cui l’architetto stava lavorando alla realizzazione del PAC. Ad oggi si tratta dell’unico allestimento gardelliano esistente, ristrutturato in quasi cinque mesi, grazie alle lunghe ricerche e ai documenti recuperati negli archivi del suo studio.

E per quanto riguarda la sede della GAM?
La Villa, costruita alla fine del Settecento dall’architetto Leopold Pollack, nasce come residenza di Lodovico Barbiano di Belgiojoso e dopo varie vicissitudini diviene proprietà della corona sino al 1921, quando i Savoia dismettono i loro beni immobili, donandoli alle amministrazioni pubbliche. Viene scelta come sede per ospitare le collezioni civiche di arte contemporanea (senza dimenticare le collezioni Marino Marini oggi al Museo del Novecento), che al Castello Sforzesco – dove erano ubicate – risentono ormai di forti limiti spaziali. Il museo apre al pubblico quello stesso anno e la sua identità di luogo dedicato all’arte dell’Ottocento va configurandosi man mano che le collezioni crescono e si definiscono in maniera più puntuale. E le acquisizioni procedono parallelamente alle donazioni.

Riallestimento delle Collezioni Grassi e Vismara - GAM, Milano 2014

Riallestimento delle Collezioni Grassi e Vismara – GAM, Milano 2014

Quale tipologia di collezionismo privato evidenzia questa raccolta? E perché la Collezione Grassi Vismara risulta così rilevante per la città di Milano?
Giuseppe Vismara è esempio tipico di un collezionismo privato, che diviene sempre più frequente, incline alla costruzione di una piccola raccolta di storia dell’arte, internazionale ma anche fortemente locale, con artisti legati allo scenario artistico contemporaneo milanese. A Renoir, Picasso, Dufy, Matisse, Vuillard, Roualt si affiancano Campigli, Tosi, Morandi, Sironi, De Pisis, Modigliani, Rossi. Anche la Collezione Vismara è l’antologia di un amatore, una raccolta che non solo riflette la formazione culturale del proprietario, il gusto nostrano di un’epoca ma anche una certa visione eclettica. Mai comunque la Collezione di Grassi che, da commerciante di tabacco, vissuto spesso all’estero, era più vicino agli ambienti intellettuali internazionali ed europei. Difatti nella sua collezione sussistono episodi di attrazione nei confronti dell’arte orientale e dell’arte antica, senza dimenticare gli scambi epistolari intercorsi con grandi Maestri del Novecento e l’attenzione da parte di grandi realtà museali che ci restituiscono, anche, un pezzo della storia dell’arte italiana.

Potrebbe citare tre, fra i quaranta lavori che la contraddistinguono?
Nonostante la portata intima, privata di entrambe le raccolte e le relative discontinuità dei nuclei, alcuni acquisti sono stati estremamente azzeccatida parte di entrambe le famiglie, regalandoci l’opportunità di creare una nuova selezione, meglio evidenziata, dei lavori disposti nelle sale della Villa. Nella Grassi, ad esempio, è da citare un meraviglioso Manet incompleto, uno dei rarissimi esempi di incompiuto dell’artista. Ma non bisogna dimenticare anche i dipinti di Balla e di Boccioni. Mentre per quanto riguarda la Collezione Vismara sono da vedere i Morandi, tutti di una delicatezza rara. Abbiamo cercato di riorganizzare l’assetto dei nuclei precedentemente esposti, evitando ogni sorta di monotonia. L’obiettivo è stato creare collegamenti tra futuristi, tra francesi pre-impressionisti o i preraffaelliti, facendo riemergere la passione, la ricerca di chi si era addentrato, per diversi motivi, nei differenti periodi della storia dell’arte.

Riallestimento delle Collezioni Grassi e Vismara - GAM, Milano 2014

Riallestimento delle Collezioni Grassi e Vismara – GAM, Milano 2014

Come dialoga il restauro di Gardella nei confronti della storia dei lavori esposti alla GAM e in quali punti è risultato più necessario?
Gardella recupera i sottotetti della Villa inserendo elementi museali, per opere di un certo rilievo. Questa operazione, però, viene compiuta riabilitando e rievocando un ambiente domestico, di una casa milanese degli Anni Cinquanta, un’unità medio-borghese. Sono presenti i soffitti a volta, così come infilate di finestre con vista nel parco e determinate luci, poste in corrispondenza di esse, prestando attenzione anche all’intersezione di materiali come legno e pietra di lavagna, superfici funzionali agli ambienti più strettamente espositivi. Spazi comunque marcati da componenti decorative come i lunghi tappeti, di buona fattura. Un’operazione squisitamente ossimorica che mira a rievocare la sensazione di dimora, di casa prima che di museo.

Come invece colloquia lo spazio della GAM nei confronti del percorso espositivo? Quale nuova accezione le conferisce?
L’allestimento di Gardella rispetta appieno la collezione e il suo ricollocamento filologico, facendo riemergere il gusto, l’atmosfera di un’epoca, ma soprattutto alcuni gioielli originali d’ingegneria all’avanguardia. Da sottolineare infatti che gli impianti di riscaldamento attualmente in funzione sono quelli dell’Ottocento e che la Villa è dotata di una sala da musica acusticamente ineccepibile. Inoltre il riposizionamento delle opere tra il primo e il secondo piano dell’edificio riescono finalmente a trasmettere ai visitatori la testimonianza di 150 anni di storia di cui Gardella, in un certo senso, è diventato interprete raffinato.

Potrebbe esprimere un augurio che accompagni la presentazione al pubblico della Collezione?
Mi auguro che la GAM diventi, rappresenti un museo in cui si sta bene, diventando un museo aperto a tutti, accessibile, comprensibile e dunque conseguentemente piacevole.

Ginevra Bria

GAM – Galleria d’Arte Moderna
Via Palestro 16 – Milano
02 88445947
www.gam-milano.com
[email protected]

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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