Maxxi. Le mostre della stagione 2014/2015

Hou Hanru, direttore artistico del museo romano, evoca la programmazione autunnale e invernale. Dai laboratori didattici alle sculture sonore, da una mostra sull’alta moda a un percorso sulla video generation: gli spazi del Maxxi si spalancano alla città.

La proposta del Maxxi per il prossimo autunno”, premette il suo direttore artistico Hou Hanru, “è davvero molto ricca, con ben otto mostre in programma, all’insegna della multidisciplinarietà, della contaminazione dei linguaggi, della partecipazione del pubblico, delle collaborazioni internazionali. Sono il frutto del lavoro di squadra con lo staff curatoriale del Museo d’Arte, diretto da Anna Mattirolo, e quello di Architettura, diretto da Margherita Guccione. Vogliamo infatti stimolare la collaborazione tra i diversi team: curatoriale,  ricerca, educazione, e anche comunicazione e marketing, basandoci sul principio di una ‘intelligenza collettiva’. Alla base c’è la domanda: quale può e deve essere oggi – in un’epoca di crisi e di cambiamento globale – il ruolo di un’istituzione nazionale dedicata alla creatività contemporanea? Può un museo dare il suo contributo e farsi interprete di nuove istanze, nuove proposte per una società migliore?  Il Maxxi vuole essere un laboratorio di sperimentazione e dibattito, nuova agora, forum allargato che dà voce tanto agli artisti quanto al pubblico, in un processo vitale per costituire un luogo migliore in cui vivere e sperimentare idee creative. Può dunque avere un ruolo attivo nella realizzazione di un contesto culturale in rapido cambiamento, per l’Italia e per il mondo intero. Ecco, da queste idee nasce la programmazione autunnale”.

A partire dal progetto Aliens Cave (30 settembre-12 ottobre) organizzato del Dipartimento educazione del museo e dedicato a tre illustratori (Lorenzo Terranera, Fabio Magnasciutti e Alessandro Ferraro): laboratori didattici ed esposizione al Corner D; o The Immigrant Songs (1-19 ottobre), breve e intensa mostra che, attraverso i video di Angelica Mesiti e Malik Nejmi, racconta storie di emigrazione e prepara il pubblico a Open Museum Open City (24 ottobre-30 novembre 2014), il progetto rivoluzionario curato da Hou Hanru che svuoterà il museo dalle opere per riempirlo di sculture sonore e trasformarlo in una sorta di foro aperto alla città con talk, musica, proiezioni, concerti, narrazioni, incontri, performance di molti artisti italiani e internazionali. Camminare negli spazi fluidi del Maxxi sarà come fare una passeggiata nella cassa armonica di un grande strumento musicale. Più di quaranta gli artisti coinvolti in questo progetto complesso, tra cui Justin Bennet, Cevdet Erek, Lara Favaretto, Francesco Fonassi, Bill Fontana, Jean Baptiste Ganne, Ryoji Ikeda, Haroon Mirza, Philippe Rahm, che hanno realizzato installazioni site specific con il suono fluido dell’acqua che scorre sotto Roma, la scomposizione di una partitura musicale in singole note, i rumori della città e il ritmo della rivoluzione, un romanzo in codice Morse e molto altro ancora.

Open Museum

open museum open city

Dalle sculture sonore al glamour e al fascino di una stagione straordinaria per la creatività italiana, raccontata da un altro progetto di punta del museo: la mostra Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968, a cura di Maria Luisa Frisa, Anna Mattirolo e Stefano Tonchi (2 dicembre-3 maggio). La moda dunque entra al museo – attraverso abiti originali, gioielli, filmati e immagini d’epoca – e dialoga con l’arte contemporanea e con la coreografia di manichini realizzata da Vanessa Beecroft, a partire dalle suggestioni delle fotografie di Pasquale De Antonis. La stagione autunnale si caratterizza anche da un’apertura verso Oriente. A partire da Unedited History. Iran 1960-2014 a cura di Catherine David, Odile Burluraux, Morad Montazami, Narmine Sadeg e Vali Mahlouji: più di venti artisti e duecento opere che raccontano il Paese attraverso la sua arte dal 1960 a oggi, passando per la Rivoluzione del 1979 e la guerra tra Iran e Iraq degli Anni Ottanta. Punterà lo sguardo su alcune figure di spicco provenienti dalle avanguardie più recenti nel campo delle arti visive e del cinema, compresa l’ultima generazione di artisti, componendo un percorso fra realtà e ideale, politica e poetica, attualità e ricordo.

Architecture in uniform

Architecture in uniform

Abbiamo sviluppato”,rimarca il direttore,“diversi focus e approfondimenti per esprimere e interpretare i cambiamenti chiave sia della creatività  contemporanea sia delle condizioni globali (economiche, geopolitiche e sociopolitiche) per l’arte e le attività culturali.  Tra i diversi focus: il dialogo e l’interazione tra arte e architettura; la tendenza globale dell’espansione urbana e la rivoluzione tecnologica; conversazioni critiche e collaborazioni tra il sistema consolidato e le iniziative indipendenti; la sfida che artisti, architetti e altri creativi ci sottopongono attraverso il loro coinvolgimento e le loro proposte critiche nell’immaginare relazioni/tensioni fra diversi sistemi di valori e spirituali. Più precisamente, come ripensare la nostra identità e il ruolo delle azioni critiche in una costante mediazione con i principali eventi mondiali, in particolar modo con i cambiamenti radicali nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, che coinvolgono la vita quotidiana e culturale italiana ed europea”.
Poi la personale dedicata a Huang Yong Ping, Bȃton–Serpent, a cura di Hou Hanru (19 dicembre-aprile). L’artista di origine cinese, famoso per le sue colossali installazioni, sorprenderà i visitatori – accolti in Galleria 3 da un gigantesco e ondeggiante serpente in alluminio – con una serie di opere monumentali. I lavori in mostra incarnano il crocevia tra Occidente e Oriente, con temi quali la religione e le arti divinatorie, la riflessione sulla tradizione e l’identità culturale. Il titolo stesso scelto dall’artista richiama un passo dell’Esodo nella Bibbia.

United History

Unedited History

Dal NMCA, il Museo nazionale di arte contemporanea di Seul, arriva il progetto dedicato alla videoarte in Corea, The Future is Now! (19 dicembre-15 marzo): ottanta opere e quaranta artisti, a partire da Nam June Paik, la cui frase People talk about the future being tomorrow, but the future is now! dà il titolo alla mostra. Esposti i lavori dei pionieri della videoarte, la video generation degli Anni Novanta, fino alla generazione di artisti più giovani che operano nella società iperconnessa della rivoluzione digitale.
Da non dimenticare le architetture di guerra al centro di Architecture in Uniform, a cura di Jean Louis Cohen (19 dicembre-3 maggio), che racconta attraverso filmati, documenti originali, riviste storiche, fotografie d’epoca, maquette, la storia di alcuni tra i più interessanti progetti nel periodo della Seconda guerra mondiale

Ginevra Bria

Roma // fino al 30 novembre 2014
Open Museum Open City
a cura di Hou Hanru
MAXXI
Via Guido Reni 4a
06 3201954
[email protected]
www.fondazionemaxxi.it

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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