Palermo. Turismo è cultura
Ve la ricordate la pubblicità degli Anni Novanta con la musica di Adriano Maria Vitali? Con la musica arabeggiante e le immagini di un mondo eterno e lontano? “Turismo è cultura”, recitava il claim. Ma la Sicilia è anche terra per viaggiatori contemporanei. Con tante mete e appuntamenti in agenda.
In Sicilia l’estate non finisce mai. Il mese di ottobre è un’occasione imperdibile per esplorare l’isola a tre punte. Non solo per i viaggiatori amanti delle valli dei templi, dei bei mosaici dorati e degli arabeschi moreschi.
La Sicilia è una terra contemporanea e un itinerario qui non può che cominciare da Palermo, dove il Museo Riso offre fino al 9 novembre due belle mostre. La prima, dedicata a Jannis Kounellis e Giovanni Anselmo, introduce a un progetto espositivo intitolato Stanze che porterà a Palazzo Belmonte, con l’intento di una riflessione site specific del museo sul museo, importanti artisti contemporanei. Giovanni Iovane, in collaborazione con Paolo Falcone, è il curatore del percorso, nel quale Kounellis è intervenuto con una grande installazione, con i suoi armadi sospesi che creano una sensazione di surrealtà nello spazio espositivo, mentre Anselmo ha ricostruito un panorama assurdo e lunare. Sempre al Riso, Jonathan Monk dialoga con l’opera di Kounellis, in una mostra personale in continuum con il progetto Stanze.
Vicino a Palermo, nel delizioso e vivacissimo borgo di Castelbuono, emette i primi vagiti la direzione del museo della città firmata da Laura Barreca. Primo passo, la mostra Sicilia Bambaataa di Riccardo Benassi (fino al 5 ottobre), concepita come un’installazione ambientale e un paesaggio sonoro che accompagna i visitatori nel tragitto che li conduce all’interno della torre del Castello.
“Per strada adesso c’è tanta gente, si sente la fine dell’estate, il ritorno in città, il lento riapparecchiarsi delle abitudini”: così lo scrittore Giorgio Vasta racconta in un bellissimo passaggio di Spaesamento la città in cui è nato nel 1970. “Tra queste il giro a piedi in centro. E lo shopping: i saldi di fine stagione. In effetti su un po’ tutte le vetrine ci sono cartelli gialli e arancioni con le percentuali di sconto. Nei bar non esistono i saldi, nei negozi di abbigliamento sì. È una prassi. Anche questa metamorfosi è una prassi. E non è soltanto palermitana. […] Ma a Palermo io vedo e sento in un altro modo, più limitato e incapace e viscerale, e quindi continuo a perlustrare via Libertà da una parte all’altra, lungo un marciapiede e poi sull’altro, registrando ogni isolato, ogni vetrina, toccando i muri e il vetro come un uomo ragno pedonale senza poteri, in grado soltanto di fare pressione con il palmo ma senza capire, toccando per stupore, concentrandosi proprio sugli spazi convertiti, non a partire dal rimpianto nei confronti dei bar, ma perché mi sbalordisce la trasformazione della città in reame, del reale in reame, la capacità di Palermo di avere introiettato in modo potente il lavoro di cosmesi in atto negli spazi urbani di tutta Italia”.
Come in ogni numero dei Percorsi, non manchiamo anche questa volta di suggerirvi un monumento da visitare. Questa volta, la nostra scelta ricade senza dubbi sull’Oratorio di San Lorenzo, costruito alla fine del Cinquecento. Fino al 1969 vi avrebbe offerto anche una pala d’altare dipinta da Michelangelo Merisi, successivamente trafugata; tuttavia, Caravaggio a parte, la splendida decorazione in stucco, un ricamo meraviglioso e terribile che infioretta le volte, il soffitto e le pareti con dolorosa maestria, realizzata da Giacomo Serpotta nel 1699, non vi farà rimpiangere la visita.
Due indicazioni per quanto riguarda il cibo: PerciaSacchi, pizzeria dal volto femminile, è il posto giusto dove abbinare una pasta di grani autoctoni a birre artigianali accuratamente scelte; e se vi accompagnano dei bambini, è il posto giusto. Per gustare invece il pesce siciliano in versione giapponese, il posto giusto è Ishi: ai coltelli, Abiko e suo figlio, e poi ci si può rilassare fino a tardi per un buon bicchiere. E per dormire, spa e wellness in pieno centro storico ve li offre il Boutique Hotel Porta Felice, oppure, con il suo lounge bar, l’Hotel Sitano, a due passi dalla Vucciria, nel cuore della città.
Santa Nastro
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #21
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