Suonala ancora, William. Kentridge guest star Firenze
Musica e arte di oggi nell’antico Museo Nazionale del Bargello. È “Firenze Suona Contemporanea”, il festival che invita musicisti e artisti visivi a misurarsi gli uni con gli altri. Guest star di quest’anno è William Kentridge, in coppia con il compositore Philip Miller, per un ciné-concerto. Abbiamo raccolto alcune sue dichiarazioni in anteprima.
La location (un museo d’arte antica come il Bargello) e il poter compiere un’esperienza sinestetica, che vada ben oltre il semplice ascolto di musica contemporanea, fanno di Firenze Suona contemporanea un appuntamento imprescindibile dal 2008. Il festival di musica e arte contemporanea torna anche quest’anno, dall’11 al 21 settembre, con un cappello nuovo (il tema Scolpire il Tempo, citando il saggio di Andrej Tarkovskij, fonde in un unico progetto artisti visivi e compositori) e un format ormai consolidato: dall’invito ai principali ensemble e solisti internazionali (London Sinfonietta, Quartetto Prometeo con Tempo Reale, MDI Ensemble, Ciro Longobardi, Michele Marasco, FLAMEnsemble, Edison Studio, MicroEnsemble) a eseguire il repertorio della musica del XX secolo e di quella contemporanea; alle nuove commissioni a compositori selezionati (ad Andrea Cavallari, con la London Sinfonietta, e al sudafricano Philip Miller, storico collaboratore di William Kentridge), fino alle esecuzioni in prima nazionale; senza dimenticare le interferenze con le altre arti, come la serata di musica e cinema del 18 settembre. Quella sera l’Edison Studio di Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi e Alessandro Cipriani musicherà dal vivo Il gabinetto del Dottor Caligari di Robert Wiene, capolavoro-simbolo del cinema espressionista tedesco, che, dopo oltre ottant’anni, riceverà nuova linfa dalla colonna sonora elettroacustica dei quattro compositori.
Ma l’elemento portante di Firenze Suona Contemporanea è da sempre il fatto di invitare un artista visivo di fama internazionale, le cui opere sono collegate con l’estetica della musica, a presentare un progetto site specific durante il festival. Quest’anno sarà il turno di William Kentridge, artista sudafricano noto per i suoi disegni, per le sue incisioni e per i suoi film d’animazione, creati da disegni a carboncino, e tra i più celebrati nel panorama internazionale. Il progetto Paper music avrà due diversi momenti di lettura. Nel primo, un’installazione creata in esclusiva per il festival farà da sipario al palco dei concerti in cortile, con un sistema di teli videoproiettati, per accogliere il pubblico in tutte le serate della rassegna. Nel secondo, invece, si tratterà di un vero e proprio ciné-concerto nella serata inaugurale dell’11 settembre, in cui dieci cortometraggi di Kentridge (di cui quattro inediti) si sposeranno con la musica del compositore sudafricano Philip Miller, ospite della Biennale Arte 2013.
Una composizione eseguita rigorosamente dal vivo, perché ingrediente principale per la sua comprensione: “La musica”, dice Kentridge, “ti dà il senso di causa ed effetto: dove una nuova sezione comincia, cosa determina un evento, come leggere la narrazione del film”. Assieme a loro troveremo Vincenzo Pasquariello al piano, con un duo di voci, quella della cantante e performer australiana Joanna Dudley, e la storica voce “nera” dell’Africa Ann Masina, già presenti in The Refusal of the Time, realizzato per Documenta nel 2012, e di cui troviamo qui inclusi alcuni frammenti, come ricorda Kentridge: “In occasione di ‘The Refusal of Time’ ho lavorato per la prima volta con Ann Masina e Joanna Dudley, e ho trovato una straordinaria combinazione tra le loro voci, la musica di Philip Miller, le immagini che stavamo creando in quel momento e la nostra relazione con il destino”.
Paper Music raccoglie i frutti di una pluridecennale ricerca che ambisce a fondere molteplici forme di espressione quali teatro, opera lirica, danza, musica, scultura e disegno, nel tentativo di esplorare le differenti relazioni tra l’immagine e il suono, come spiega Kentridge: “Penso che questo abbia a che fare con la natura specifica di un’immagine – un gatto, una casa – e con la precisione, e al tempo stesso, indeterminatezza della musica. E questo miscuglio di molto specifico e molto indeterminato è per me il cuore della connessione tra suono e immagine”. Una fusione compiuta attraverso un viaggio nel passato e nel presente dell’opera dell’artista, che si augura di trovare il favore del pubblico: “Speriamo che i visitatori siano felici di testare i nuovi film e le nuove immagini, che usciranno per la prima volta proprio il giorno dell’opening a Firenze”.
Claudia Giraud
www.firenzesuonacontemporanea.it
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