Il giardino incantato tra Frieze e Frieze Masters
Aspettando l’apertura ufficiale di una delle fiere d’arte più attese e conosciute al mondo, ci siamo addentrati nello Sculpture Park che ospita un esposizione temporanea di sculture. Dove si viene proiettati in uno dei fantastici mondi di Alice nel paese delle meraviglie.
Da due anni Frieze propone nell’English Garden una rassegna di sculture all’aria aperta, ad accesso libero. L’idea di riappropriarsi della parte più curata del parco e di ospitarci una mostra temporanea ha un effetto brillante e fiabesco. Artisti del calibro di Martin Creed, Reza Aramesh, Matt Johnason, Fausto Melotti, Michael Craig-Martin, George Condo, KAWS, Franz West, Ursula von Rydingsvard, Gabriele De Santis, Kristen Oppenheim, Richard Nonas, Seung-taek Lee, Yayoi Kusama, Not Vidal, Thomas Schütte e Jaume Plensa si sono impossessati di questa sezione del parco, reinterpretandone il significato.
Tra piante secolari, cespugli intagliati e fiori autunnali, le opere d’arte trovano una sistemazione che concede una superficie più consona per la loro interpretazione. Sembra ritagliata da una di quelle favole che leggevamo da piccoli, con sculture di diversa statura, manifattura e colore, ma che non sono per nulla fuori luogo. Anzi, cosi facendo, gli artisti riconquistano lo spazio che circonda l’opera d’arte, mettendo in discussione gli stereotipi e i meccanismi che sono alla base di queste esposizioni collettive rinchiuse dentro quattro mura.
Lo Sculpture Park, parte di Frieze, mette in discussione la prominente attitudine di considerare l’arte contemporanea come bene di valuta e non come espressione di valori. In questo senso, trasmette un significato senz’altro diverso della fiera stessa.
Daniela Amolini
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