Ogni lunedì, in prima serata, è in onda su Rai2 con Pechino Express; tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, conduce su Radio2 Acapulco, un programma dove propone musica reggae che difficilmente sarebbe passata su una radio nazionale altrimenti. Nonostante tutto, Costantino della Gherardesca ha avuto tempo di fermarsi un attimo per rispondere alle domande di Artribune.
Da dove nasce l’idea di proporre una selezione musicale reggae e soprattutto la tua conoscenza di questo genere musicale?
Ascoltando programmi e leggendo articoli di molti miei coetanei, mi sono reso conto che cercano di “insegnare” con i contenuti, in modo anche abbastanza presuntuoso. Se io per Acapulco avessi scelto di mettere la musica che conosco, chiamiamolo “rock d’avanguardia”, il risultato, anche se veicolato nel modo più simpatico possibile, sarebbe stato essenzialmente una lezioncina auto-compiaciuta.
Ho deciso allora di concentrarmi sull’aspetto “funzionale” del programma. Cosa può ottenere il pubblico da Acapulco, e non viceversa? Ho pensato di informarmi su un genere musicale che non facesse parte del mio mondo e che fosse divertente e scollegato dalle nostre gerarchie di riferimenti. Il mondo “tropicale” di Acapulco ti proietta in un’atmosfera più allegra e spensierata, anche se spesso molto violenta.
Parlando con Federico Bernocchi, autore assieme a me di Acapulco, ho detto che “metto musica per una festa a cui, nella vita reale, avrei paura ad andare”. Ad Acapulco ci sono anche regali, tutti i giorni, e ogni segnalazione ha un aspetto funzionale. Ad esempio, se ti parlo di noci di cocco fresche, ti dico anche come ordinarle online e fartele spedire a casa; se ti parlo di un carnevale caraibico, ti spiego come andarci, dove comprare il biglietto aereo. Magari riesci anche ad aggiudicarti una camicia hawaiana in regalo.
Indipendentemente dal reggae, ci sono realtà musicali recenti o artisti emergenti che destano il tuo interesse?
Devo essere onesto, in questo momento i gruppi che normalmente trovo interessanti, ad esempio Ashtray Navigations, non so nemmeno se siano ancora attivi. Per star dietro alla musica dancehall, grime, reggae, egiziana, impegno ogni momento libero. Non compro un disco di ciò che normalmente ascolto da giugno, quando ho iniziato a preparare Acapulco. Adesso che ci penso, però, star dietro al mondo della musica dancehall è molto più divertente che seguire le gatte morte dell’avanguardia.
È appena terminata ad Acapulco quella che hai definito la “settimana contro l’islamofobia: di cosa si è trattato esattamente?
La propaganda americana mista alla xenofobia italiana e la collusione, ignoranza e mancanza di coraggio di quasi tutti i giornalisti italiani favoriscono un clima islamofobo. Se tu sei un giovane ragazzo musulmano, la stragrande maggioranza degli italiani avrà pregiudizi e preconcetti verso di te.
Adesso va bene che sono stronzo, ma fino a un certo punto, certe cose non dobbiamo accettarle. Da uomo omosessuale, ho anche visto che le pubbliche relazioni anti-islamiche ci strumentalizzano come arma politica. Faccio un piccolo esempio pratico. I miei amici gay si dividono in due: quelli che credono ai film che vedono e ai giornali di merda che leggono e pensano che se andassero in vacanza in Iran verrebbero impiccati. E quelli che invece decidono di formare le proprie idee in modo più empirico: vanno in vacanza in Iran e tornano illesi ed entusiasti.
Nella Settimana contro l’islamofobia ad Acapulco abbiamo fatto sentire musica islamica, segnalato siti di cibo halal, di vestiti arabi ecc. Un autore del Lonely Planet, Luigi Farrauto, è venuto a raccontarci i suoi meravigliosi e tranquilli viaggi in ospitali Paesi islamici. Come ciliegina sulla torta abbiamo fatto venire Angelina della coppia delle #cattive a raccontarci come una ragazza transessuale qual è lei sia stata accolta a braccia aperte dalle famiglie musulmane durante la sua avventura a Pechino Express.
A proposito di Pechino Express: nel programma, ormai elogiato senza discussioni da pubblico e critica, hai ironizzato spesso sull’audacia trasgressiva della Rai nel permettere di apparire in video a una coppia di eterosessuali “che non si vedeva da moltissimo tempo in tv”. Poi però il programma decide di non affrontare mai l’identità di genere della concorrente Angelina – transessuale -, argomento spesso utilizzato in tv per alimentare un sensazionalismo spiccio, benché si tenti di farlo passare come tentativo benevolo di sensibilizzazione. Insomma, vuoi dimostrare che dall’entertainment è possibile iniziare delle rivoluzioni sociali?
L’idea della “rivoluzione sociale” è quasi sempre illusoria. Tutto quello che faccio passa attraverso l’intrattenimento, mi limito a raccontare allegramente determinate cose per cercare di tranquillizzare le persone su certi temi. Un esempio perfetto è Angelina che viene accolta dalle famiglie musulmane, oppure Sakara, nella scorsa edizione, che si fa raccontare la guerra dal punto di vista dei nord-vietnamiti. Sempre nella seconda edizione ho presentato un’avvocatessa transessuale tailandese, che ha fatto capire in modo facile e diretto che su moltissimi fronti certi Paesi asiatici sono più liberali che in Europa.
Anche quando ho fatto il concorrente nella prima edizione, ho voluto a tutti i costi raccontare la Cina come realmente è, e cioè non il gulag comunista dove il governo inganna la gente. La televisione pubblica cinese è molto più informativa, laica e imparziale della nostra. Nonché più ricca, il che non guasta. Mi ricordo che, appena rientrato in Europa, Madonna aveva fatto delle dichiarazioni sui gay oppressi in Cina. Un giorno prima, a Pechino, avevo visto pubblicità giganti per saune e discoteche gay. E non credo che le avessero messe li per rassicurare i turisti americani…
Torniamo ad Acapulco. Cos’è questa storia della sfida con Pif che impazza sui social network?
Credo che Pif sia follemente innamorato di me, si capisce da certi temi che tratta nel suo programma di viaggi che gira con l’iPhone. Una volta, in Groenlandia, ha copiato una roba che ho fatto in Cina anni prima. Io sono molto lusingato, ma questo stalking mi preoccupa dal punto di vista della sicurezza. Ovviamente non gli va giù il fatto che non ci sia trippa per gatti: è un bell’uomo, ma è troppo vecchio. Allora, amareggiato, mi ha dichiarato guerra sui social network: anche lui ha un programma su Radio2, chiamato I Provinciali, che vi consiglio di ascoltare perché il co-conduttore Michele Astori è molto bravo. Vince chi ottiene più like sulla pagina Facebook del proprio programma. La mia si chiama Acapulco Radio Due mentre la loro si chiama Diana Ross.
Cosa ci aspetta nelle prossime settimane nel tuo programma su Radio2?
Mentre la settimana scorsa era arabeggiante, oggi si torna prepotentemente nei Caraibi. Musiche di Vybz Kartel, Alkaline, Red Fox, Marcia Griffiths e il controverso Tommy Lee Sparta, che è stato accusato di glorificare i sequestri di persona nei suoi video musicali. Domani ci sarà un brano dance particolarmente divertente, un po’ Anni Ottanta alla Liquid Sky, per intenderci, montato con rumori di fucili. Ci saranno continuamente consigli per lo shopping online, a raffica. Ah, ti faccio anche uno spoiler divino: questa settimana regaleremo un busto di Mu’ammar Gheddafi.
Simone Zeni
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