Nuovi mecenatismi. La giovane pittura americana di Landon Metz
ADN Collection, Bolzano - fino al 2 novembre 2014. Un collezionista privato, una grande raccolta d’arte contemporanea, un ampio spazio espositivo e un giovane artista statunitense. Comincia con la pittura architettonica di Landon Metz il primo anno di artist residency organizzato da ADN Collection.
Si scrive ADN Collection si legge Antonio Dalle Nogare, collezionista che ha recentemente dato sistemazione alla propria collezione in un’impressionante residenza-galleria sulle colline bolzanine. Una collezione di primo piano che annovera i massimi nomi dell’arte contemporanea, con una predilezione per le correnti minimal e concettuali dagli Anni Settanta in poi. Un’architettura opera di Walter Angonese e Andrea Marastoni in cui galleria e abitazione risultano armonizzati, con spazi che molte istituzioni pubbliche possono solo invidiare.
ADN Collection comincia i suoi progetti residenziali con Landon Metz (Phoenix, 1985), invitato a frequentare gli spazi della collezione sotto il coordinamento curatoriale Eva Brioschi per dare vita a nuove produzioni site specific. Un appuntamento che vuole essere annuale, per fare della collezione una realtà stabile nella scoperta e nel sostegno delle nuove generazioni, rendendo l’attività di collezionismo solo una parte di una più ampia politica di produzione culturale.
Si comincia quindi con Metz, autore di una “pittura sulla pittura”, “inclusiva”, dall’approccio concettuale ma “dal risultato lirico e sensuale”. La sua pittura è anche figlia degli anni in cui viviamo, cinica e consapevole nel considerare il quadro niente più che un piano rettangolare di superficie utilizzabile e modulabile come un qualsiasi oggetto nello spazio. D’altra parte, l’arte di Metz affonda stabilmente le sue radici nella tradizione minimalista Anni Sessanta, se si considera che per Rosalind Krauss la pratica di questa corrente consisteva semplicemente nel mettere un oggetto dopo l’altro in sequenza. Le forme di questi dipinti emergono infatti solo dalla giustapposizione di più parti, realizzati come sono “a incastro” sul bordo delle tele. Accade un po’ come nel disegno geometrico delle piastrelle industriali in cui la decorazione si realizza per sommatoria di singoli elementi che risultano così componibili in maniera potenzialmente infinita.
La lezione de La colonna senza fine di Brancusi è anch’essa in sottotraccia, ma in questo caso lo statuto dell’opera è più ambiguo non essendo chiaro se essa si limiti al singolo modulo, alla conformazione temporanea dell’insieme di tele o alla virtuale sequenza infinita che suggeriscono. Ma all’inespressività che l’aspetto architettonico e modulare di questa pittura suggeriscono fa da contrappunto una nota evocativa che rende effettivamente i lavori molto coinvolgenti e attraenti grazie alla loro estrema economia formale.
Gabriele Salvaterra
Bolzano // fino al 2 novembre 2014
Landon Metz
a cura di Eva Brioschi
ADN Collection
Via Rafenstein 19
0471 971626
[email protected]
www.adncollection.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/37917/the-artist-residency-landon-metz/
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