La nuova luce della Cappella Sistina. Intervista a Carlo Bogani di Osram
Settemila nuovi Led, una resa cromatica senza precedenti e una riduzione del consumo di energia fino al 90%. La Cappella Sistina, in occasione del 450esimo anniversario della morte di Michelangelo, ha ritrovato la sua luce. Abbiamo intervistato Carlo Bogani di Osram, responsabile del progetto.
Ci sono voluti tre anni di lavoro e tre milioni di euro per realizzare la nuova illuminazione e l’impianto di condizionamento di uno dei luoghi più celebri al mondo. Una somma, quella relativa al nuovo impianto, per metà finanziata dalla Comunità Europea. L’intervento è un progetto pilota che ha preso il nome di LED4Art, sostenuto dal programma di finanziamento europeo per ICT all’interno del Programma quadro per la competitività e l’innovazione, con l’obiettivo di dimostrare le possibilità della tecnologia Led. Il team di progetto, che ha visto come coordinatore l’azienda Osram, ha raccolto esperti da diversi Paesi, coinvolgendo l’Università Pannonia in Ungheria, l’Institut de Recerca en Energia de Catalunya in Spagna e lo Studio di Lighting Design FABERtechnica in Italia. Ne abbiamo parlato con Carlo Bogani di Osram, che ha seguito tutte le fasi del progetto.
Una breve autopresentazione. Chi è Carlo Bogani? E qual è stato il tuo contributo al progetto di illuminazione della Cappella Sistina?
Sono stato responsabile del progetto nonché direttore esecutivo per Osram Italia. Il mio contributo è stato portato in termini di conoscenza tecnica e di esperienza, aspetti determinanti per la buona riuscita del progetto stesso.
Quando è nata l’esigenza da parte del Vaticano di dotare la Cappella Sistina di un nuovo sistema di illuminazione? E perché?
L’esigenza nasce nel 2010. Successivamente si è pensato di inserire il progetto nel panel dell’Agenda Digitale promosso dalla Comunità Europea, un programma specifico per promuovere e sostenere l’innovazione e la competitività tecnologica (che prende il nome di CIP-PSP ndr) delle aziende. Ne è nato un consorzio di aziende sotto il nome di LED4art.
Quali sono state le tecnologie usate, da un lato per restituire l’effetto di uniformità luminosa, e dall’altro per ottenerla senza che questa interferisse con l’architettura?
In questo progetto sono stati impiegati Led di ultima generazione con efficienze ottiche e qualità spettrale mai viste prima d’ora, abbinati a sofisticati sistemi di controllo capaci di governare tutta la catena del valore, dal singolo Led al sistema integrato. Lo studio dei materiali e l’ingegnerizzazione dei corpi illuminanti, unica per questi prodotti, ha consentito di realizzare apparecchi discreti e invisibili così da non turbare in modo assoluto la fisionomia della Cappella Sistina e mantenere un rigoroso rispetto del luogo di culto.
Che tipologia di illuminazione è stata usata al fine di rispettare la colorazione originale degli affreschi?
Una luce morbida, soffice, senza accenti o sottolineature teatrali, con un altissimo indice di riproduzione cromatica. Gli studi effettuati in sede di ricerca con “la tecnica dei colori corrispondenti”, operato sulla composizione dei pigmenti effettuando fino a 280 sampling test di cromie, ha permesso di ottenere una composizione spettrale risultante in armonia con i diversi affreschi sia sul ciclo dei Quattrocentisti che sulle opere di Michelangelo. Volta e Giudizio Universale.
Qual è stata la sfida più grande che avete dovuto affrontare nella progettazione di questa particolare illuminazione?
La sfida più grande è stata quella di costruire una grande squadra, composta da competenze interne ad Osram, interne al Consorzio LED4art ed esterne. Questo è avvenuto dentro le mura Vaticane con le eccellenze a disposizione nella Direzione dei Servizi Tecnici del Governatorato del Vaticano e dei Musei Vaticani che ci hanno aiutato nel raggiungimento del nostro comune obiettivo. Non ho particolari aneddoti legati a questa esperienza, ma la costante è stata certamente l’emozione sempre presente in ogni fase di progettazione.
Per Osram, oltre che una grande sfida, deve essere stata anche un’occasione di grande ritorno di immagine. È così?
Sicuramente essere presenti in Cappella Sistina con i propri prodotti e sistemi è motivo di grande orgoglio. L’aspetto più edificante è essere stati in grado di misurare se stessi in un progetto di visibilità mondiale come l’illuminazione della Cappella Sistina ed essere oggi consapevoli di avere risorse, competenze tecnologiche e capacità di affrontare sfide che sembravano impossibili.
Il progetto di illuminazione di luoghi dall’importanza storico-artistica così elevata è oggi sempre più cruciale e indispensabile. L’Italia è ricca di monumenti che andrebbero valorizzati dalla luce. Quali sono i progetti su cui avete lavorato finora e quali quelli futuri?
Abbiamo lavorato su tanti progetti finalizzati alla sfida tecnologica e continueremo a farlo consapevoli di poter offrire al mondo dell’arte un contributo significativo e importante come costruttore di componenti e sistemi a valore che caratterizzano la nostra missione. Ne cito due tra gli ultimi realizzati: la Scuola di San Rocco a Venezia, altro capolavoro d’arte, e il Carapace, cantina scultura realizzata da Arnaldo Pomodoro.
Zaira Magliozzi
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