Donne, moda e potere. Al Design Museum di Londra

Raccontare il linguaggio del potere attraverso l’abito. Il tutto, da una prospettiva rigorosamente femminile, che incrocia pubblico e privato. Al Design Museum di Londra, fino al 26 aprile 2015.

Il Design Museum di Londra, con la mostra Women Fashion Power, celebra le figure femminili che sono state capaci di utilizzare l’abito per esprimere la propria forza. Principesse, dirigenti, designer, avvocatesse esperte di diritti umani, artiste, curatrici, musiciste. Non si parla solo della forza politica ma anche di quella privata e quotidiana, di tutti quei fenomeni che hanno cambiato l’abbigliamento femminile spesso mascolinizzandolo ma ridefinendo uno stile dove eleganza, stravaganza e funzionalità hanno disegnato l’eclettismo della donna contemporanea.
La mostra è stata allestita da Zaha Hadid, che con una sua cappa bianca, è anche una delle 26 donne simbolo in mostra con i propri abiti: uno spazio a raggiera con cinque sezioni che ripercorrono gli anni dal 1850 ad oggi. È un’esposizione colta, seria nel fornire informazioni tecniche di brevetti e documenti, e piacevole per quell’aspetto ironico del racconto, video o fotografico, di certe sperimentazioni che portano ai reggiseni come alle scarpe scultura.
L’argomento diventa il pretesto per ripercorrere più di 150 anni di storia della moda, sempre mantenendo questo parallelismo fra vita pubblica e privata, dalle prime suffragette che lanciano il prototipo del tailleur per dimostrare di avere diritto di voto, ai pantaloni e la moda alla garçon dettata dagli impegni delle donne che facevano il lavoro degli uomini in guerra negli anni Venti, fino alle decostruzioni artistiche e concettuali dei giapponesi negli Anni Ottanta e del gruppo di Anversa degli Anni Novanta.

Women Fashion Power - veduta della mostra presso il Design Museum, Londra 2014

Women Fashion Power – veduta della mostra presso il Design Museum, Londra 2014

Le donne e il potere, ma anche il rapporto degli stilisti con queste evoluzioni: in mostra i casi più emblematici come lo smoking di Yves Saint Laurent. Un percorso che sviluppa ogni situazione in modo approfondito: l’abito ma anche le copertine di magazine o spezzoni di film, come nel caso della nascita del casual masculine segnata dal film di Woody Allen Io e Annie, con gli abiti androgini di Ralph Lauren per Diane Keaton.
L’allestimento si sbizzarrisce nel disegno distributivo della pianta, ma posiziona serenamente documenti e abiti ad altezza umana consentendo di “leggere” manifattura e particolari.
Come spiega Donna Loveday, curatrice con Colin McDowell: “È la celebrazione di donne eccezionali. Tutte le donne invitate a contribuire sono state scelte perché leader nei loro campi e perché hanno capito quanto i loro abiti siano parte del sistema della comunicazione con il mondo. Oggi assistiamo a un’evoluzione del dress code del nuovo potere, le professioniste si confrontano con la moda contemporanea con un modo di esprimere la propria individualità, uno stile che corrisponde a un progetto preciso. Le donne in mostra dimostrano il loro approccio personale alla moda nei loro mondi di riferimento”.
È un racconto di come donne eccezionali, da Vivienne Westwood a Natalie Massenet alla principessa Diana, abbiano usato la moda come importante strumento di espressione di se stesse e di costruzione della propria reputazione, attrattiva e autorità. In questo senso diventa simbolo l’abito blu di Mansfield che Margaret Thatcher ha indossato nel 1975 quando fu eletta primo ministro.

Clara Tosi Pamphili

Londra // fino al 26 aprile 2015
Women Fashion Power
a cura di Donna Loveday e Colin McDowell
DESIGN MUSEUM
Shad Thames
+44 (0)20 74036933
www.designmuseum.org

 

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Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili si laurea in Architettura a Roma nel 1987 con Giorgio Muratore con una tesi in Storia delle Arti Industriali. Storica della moda e del costume, ha curato mostre italiane e internazionali, cataloghi e pubblicazioni. Ideatrice e curatrice…

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