2015. L’anno straordinario dei Musei Civici di Venezia
Da Henri Rousseau a Cy Twombly, dalla Nuova oggettività tedesca al realismo critico di Cagnaccio di San Pietro, dalle opere concettuali di Jenny Holzer alle foto di Gianni Berengo Gardin: il programma espositivo del 2015 dei Muve è tutto da scoprire. E non solo. In programma anche trenta esposizioni temporanee che coinvolgeranno tutte le sedi dei musei civici. È la devolution culturale di Gabriella Belli.
Il 31 agosto del 2011 scadeva il mandato di Giandomenico Romanelli come direttore dei Musei Civici di Venezia. Ne era stato alla guida per trentadue anni, dal 1979. In pratica, un impero. Quell’estate del 2011, a Venezia c’era molto fermento per la nomina del nuovo direttore. Chiunque fosse stato scelto, avrebbe avuto davanti a sé una sfida difficilissima: sorreggere l’eredità pesante del mandato Romanelli e rilanciare una fondazione (quella dei MuVe) che non navigava in buone acque.
Dopo varie fumate nere, venne fuori un nome: Gabriella Belli, direttrice del Mart di Rovereto. Saranno lei e la scelta di svecchiare i Muve, puntando sul contemporaneo, la chiave del successo del polo museale lagunare. Perché ciò che si è visto a Venezia dalla nomina della Belli, non si è visto altrove in Italia. Non con questa velocità, non con questa qualità, non con quei (pochissimi) fondi pubblici. Ecco. Il programma delle esposizioni del 2015 ne è una prova. Andiamo a vedere, nel dettaglio, cosa hanno preparato i MuVe per l’anno della Biennale d’Arte e dell’Expo. Tenetevi forte.
Partiamo da Murano. Il 9 febbraio scorso ha riaperto il Museo del Vetro con spazi espositivi quasi raddoppiati – e su Artribune ne abbiamo parlato a lungo. Un progetto museografico rinnovato, con allestimenti e percorsi ridisegnati per rivivere la millenaria storia del vetro di Murano. Qui, fino al 30 agosto, troverete una piccola retrospettiva dedicata al maestro scultore Luciano Vistosi, da poco scomparso. Restiamo sul piano restyling: il progetto Sublime Canova, prima fase del piano pluriennale dedicato al “Grande Correr”, prevede il recupero della collezione canoviana del museo. Tutto ciò reso possibile da due comitati privati: Venice Foundation con American Friends of Venice Foundation e il Comité Français pour la Sauvegarde de Venise. Ancora. In programma anche una trentina di esposizioni temporanee che coinvolgeranno tutte le sedi museali: le Grandi Mostre, di tema storico, dedicate ai secoli XIX e XX e all’antico, e gli appuntamenti di MuVe Contemporaneo, la rassegna rivolta ai protagonisti dell’arte attuale.
L’abbiamo sempre detto e lo ripetiamo: il punto di forza dei Muve in questi anni, l’asso della manica di Gabriella Belli, è l’impareggiabile bravura nello stringere collaborazioni e sinergie con realtà museali europee e mondiali. Infatti, è proprio grazie a queste “amicizie” eccellenti che il 6 marzo inaugura a Palazzo Ducale (l’ultima esposizione ospitata lì è stata quella su Manet, con grande successo di pubblico) la mostra dedicata a Henri Rousseau, mentre al Correr c’è la Nuova oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar (1919-1933). Entrambe le esposizioni sono rese possibili grazie ai prestiti e alla collaborazione scientifica, ormai assodata, tra i MuVe e Musée d’Orsay e l’Orangerie di Parigi. Anticipando, ecco cosa troverete in questa succulenta mostra dedicata al Doganiere: opere di Cézanne, Gauguin, Redon, Seurat, Picasso, Kandinsky, Marc, Klee, Morandi, Carrà, Kahlo, Rivera, in dialogo con le opere dipinte da Rousseau nella sua breve ma intensa stagione creativa, dal 1885 al 1910. Il primo maggio, invece, al Correr inaugura l’esposizione sulla Nuova oggettività, realizzata a quattro mani con il LACMA Museum di Los Angeles e curata da Stephanie Barron, conservatore capo del Dipartimento d’Arte Moderna del Los Angeles County Museum of Art. Anche qui, per i più curiosi, ecco cosa vi aspetta: circa 150 opere esposte tra dipinti, fotografie, disegni e incisioni. Una rassegna, che va dal 1919 al 1933, con lavori di Max Beckmann, Otto Dix, George Grosz, August Sander, Christian Schad e Georg Schrimpf.
Siamo a metà del programma. Adesso Ca’ Pesaro. A maggio sarà allestito un tributo a Cagnaccio di San Pietro, maestro del Realismo magico, con una selezione di capolavori tutti da scoprire. Ma la vera sorpresa di Ca’ Pesaro arriverà in primavera: proprio il museo d’arte moderna ospiterà l’esposizione temporanea dedicata a uno dei massimi maestri della contemporaneità scomparso da pochi anni, Cy Twombly. Anche in questo caso la mostra è resa possibile grazie al supporto della Cy Twombly Foundation di New York. Passiamo al Museo Fortuny, che dal 9 maggio accoglierà nei suoi spazi la mostra Proportio– Omaggio a Luca Pacioli. Dalla geometria all’architettura, dalla pittura alla musica, alla natura, il mondo artistico di Luca Pacioli spiegato attraverso formule algebriche. Si prospetta interessante.
Il vento di primavera porterà in laguna altre due mostre importanti: l’artista concettuale americana Jenny Holzer sarà al Museo Correr, come evento collaterale della 56. Biennale, con la mostra War Paintings. Le opere esposte sono una selezione dei disarmanti dipinti di guerra realizzati sui dispacci della Cia in Afghanistan. Palazzo Ducale, invece, aprirà le porte a un maestro della fotografia contemporanea: Gianni Berengo Gardin che, con Mostri a Venezia, racconta la città lagunare al tempo delle grandi navi.
Sazi? In caso contrario, possiamo ancora dirvi che il Museo del Merletto di Burano proporrà una retrospettiva della pittrice americana Leslie Hirst. Tra le mostre temporanee, invece, ricordiamo Andrea Schiavone. La sublime macchia tra Tiziano e Tintoretto, esposizione prevista al Correr in autunno. All’inizio dicevamo Expo, ecco: la mostra Acqua e cibo a Venezia, a Palazzo Ducale, offre una panoramica sull’attività alimentare della laguna, come luogo di produzione e transito di merce alimentare. Fine. Avete segnato tutto?
Paolo Marella
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