I Art. Nasce la rete di residenze d’artista in Sicilia
Il bando per residenze artistiche “I Art”, progetto che coinvolge ben 30 comuni della Sicilia, scade il 6 febbraio. Abbiamo intervistato Lucio Tambuzzo, l’ideatore di questo progetto diffuso che mira a promuovere e produrre l’arte contemporanea in relazione con l’identità siciliana.
Chi è Lucio Tambuzzo? Di cosa si occupa?
Sono un immigrato. Ho lasciato la city di Londra e una carriera devota ai target finanziari per tornare in Sicilia e occuparmi di cose che hanno per me hanno un valore umano, e qui in tal senso c’è tanta ricchezza.
Aggrego persone e istituzioni che possano lavorare insieme su iniziative mirate a esaltare la diversità e la cultura profonda di ogni luogo e delle comunità che lo abitano, a partire dalla sua memoria vivente e dagli aspetti più intimi. Per questo mi occupo di ideare e gestire grandi eventi per la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale, per lo sviluppo turistico culturale e per la promozione delle arti nelle aree decentrate. In questo ambito la comunità europea offre di certo grandi opportunità.
Come nasce l’ideazione di questo progetto?
I Art è uno dei tanti progetti di valorizzazione delle identità locali che ho ideato. Il progetto nasce da un manifesto che ho scritto nel 2007 e che è stato già presentato in Libano, Spagna e Malta. La riflessione che sta alla base dell’idea di I Art è che le tradizioni orali e le forme identitarie sono spesso viste, a mio avviso, come elementi immutabili, come forme e codici che abbiamo ereditato dal passato e che dobbiamo sterilmente consegnare al futuro, senza fecondarle con le nostre emozioni. L’arte contemporanea può fare tutto questo. Abbiamo quindi intercettato un bando del PO FESR per mettere su un progetto quanto più condiviso possibile sia a livello istituzionale che artistico.
L’idea ultima è quella di creare un nuovo codice estetico in grado di ridefinire l’immagine e l’immaginario dei luoghi, che sia in grado di superare gli stereotipi in cui la Sicilia è vincolata da secoli. A partire dall’isola, I Art vuole proporsi come un forza centrifuga e propulsiva verso forme e vite periferiche che aborre le immagini stereotipate e standardizzate e celebra le forme uniche e irripetibili.
Si parla molto nel progetto di valorizzazione dell’identità siciliana. Esiste davvero un’identità siciliana? Com’è definibile?
Per me l’identità è quel nucleo di verità e l’espressione degli aspetti più autentici di un territorio e di una comunità, una cosa un po’ difficile da trovare nella cultura dell’apparenza e della globalizzazione in cui ci troviamo immersi. Uno degli elementi fondamentali delle identità è certamente il patrimonio culturale immateriale e la memoria vivente dei luoghi. La Sicilia non ha un’identità, ma mille identità, visibili nell’impressionante stratificazione culturale dei popoli che l’hanno conquistata che la rendono la vera sintesi culturale dell’Euromediterraneo.
Tra gli obiettivi del progetto è interessante il punto: destagionalizzare i flussi turistici in entrata. In Sicilia il turismo è soprattutto sinonimo di stagione estiva ed è legato ai luoghi di mare o al più ai siti archeologici mentre, come sappiamo, ci sono mete nel mondo frequentate tutto l’anno perché ricche di possibilità e sedi di eventi unici. Come favorirete l’arrivo costante di turisti? Avete un target di riferimento?
La parola magica è “unicità”. Tutti i comuni siciliani hanno cose assolutamente uniche da offrire, dalle loro ricette millenarie al paesaggio, dagli artigianati alla loro straordinaria storia. In Sicilia si dovrebbe venire tutto l’anno. Un progetto non potrà mai cambiare le sorti di una regione, ma può suggerire e sperimentare nuovi modelli ripetibili con successo. Occorre un’azione coordinata tra regione e comuni, operatori e ristoratori, musei, associazioni culturali e tutti quanti compresi nella filiera turistico-culturale.
È essenziale un’azione di sistema e programmata sul lungo periodo. In tal senso stiamo redigendo un piano di azione locale in collaborazione con tutti i soggetti della filiera per poter orientare la nuova programmazione 2014-2020 e il piano triennale del turismo. Stiamo anche portando avanti diversi progetti di cooperazione internazionale per creare percorsi turistici alternativi che possano destagionalizzare le presenze.
Ci riassumi brevemente quali saranno i benefit e gli obblighi per i trenta artisti vincitori del bando delle residenze?
Il benefit principale e, a mio avviso, il più stimolante è la possibilità che avranno gli artisti selezionati di stare per un mese a contatto con un nuovo mondo di grande bellezza naturale, ricco di storia, cultura e di alto spessore umano e l’opportunità di entrare in relazione con persone e luoghi e di creare uno scambio reciproco. I Art realizzerà anche un documentario sui lavori degli artisti, che sarà circuitato nei ventitré centri culturali polivalenti che il progetto realizza. Gli obblighi per gli artisti saranno di produrre nuove opere ispirate alle identità dei territori ospitanti.
L’opera sarà donata al Comune ospitante: si pensa alla formazione di una piccola collezione? I comuni saranno attrezzati per esporre e allo stesso tempo tutelare l’opera che rimarrà di loro proprietà?
Le opere saranno devolute ai comuni ospitanti che si impegnano a fornire tutte le garanzie di conservazione e promozione delle opere. Tuttavia, considerando che ci saranno anche opere di arte digitale, molti lavori saranno fruibili on line e con mezzi multimediali.
C’è un bando aperto per i giovani professionisti e gli studiosi che potrebbero – e vorrebbero – lavorare all’attuazione e allo sviluppo del progetto I Art?
I Art sta selezionando ventitré assistenti per i centri culturali polivalenti e trentadue ricercatori locali. Gli assistenti saranno responsabili per tutte le attività che si svolgeranno nei centri culturali fino alla fine del progetto, mentre i ricercatori locali si occuperanno di fare ricerche antropologiche e documentazione audiovisiva sul patrimonio immateriale dei territori partner del progetto.
Data la natura di “progetto diffuso” sul territorio regionale, prevedete un impatto ad ampio raggio sull’occupazione dell’isola? Ormai il tasso di disoccupazione in Sicilia è salito a livelli doppi rispetto alla media italiana e addirittura tripli se si confronta il dato con quello delle regioni del Nord.
I Art complessivamente contrattualizzerà un centinaio di persone per un periodo limitato tra artisti, tecnici, assistenti, ricercatori ecc. Quindi di per sé non potrà di certo arginare la disoccupazione in Sicilia. L’obiettivo di I Art è però di attivare un processo che possa creare un effetto moltiplicatore dell’occupazione attraverso la valorizzazione delle risorse locali, la destagionalizzazione del turismo grazie a itinerari culturali innovativi realizzati dal progetto e la creazione di nuove forme che potranno avere nuove applicazioni, è questa la vera grande sfida sul fronte occupazionale.
Gli investimenti sulla cultura possono essere un buon modo per puntare a costruire un modello di ripresa trasparente, attento al territorio e alle qualifiche dei professionisti che si sono formati in questi anni. e che tornati (o rimasti) in Sicilia si trovano a non avere un lavoro?
Tutti sappiamo quanto è importante la cultura in Sicilia. È forse la regione con la più alta concentrazione di beni culturali materiali e immateriali al mondo. Di certo è la regione con il più alto numero di siti Unesco, è necessario pianificare e organizzare le risorse culturali e inserirle in un coerente piano turistico in grado di utilizzare al meglio tutto ciò, ma questo presuppone una capacità di programmazione e concertazione vera che possa risolvere le criticità infrastrutturali e migliorare i servizi. Sono d’accordo con Dostoevskij quando dice che la bellezza salverà il mondo, e l’arte può aiutare l’uomo a vederla.
Katiuscia Pompili
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