L’ultimo Rembrandt. Grande mostra al Rijksmuseum di Amsterdam

Inaugura domani 12 febbraio la più completa rassegna mondiale dedicata alla tarda produzione artistica di uno dei maestri della pittura olandese: Rembrandt van Rijn. Una mostra che riempie gli occhi, portando nel presente tutta la carica energetica di un anticonformista viscerale e severo, nato quattro secoli fa. Succede al Rijksmuseum di Amsterdam, e noi siamo andati a vederla in anteprima.

Rembrandt van Rijn, Autoritratto con due cerchi, c. 1665-1669 - Kenwood House, The Iveagh Bequest, London

Rembrandt van Rijn, Autoritratto con due cerchi, c. 1665-1669 – Kenwood House, The Iveagh Bequest, London

L’esposizione brutale del corpo umano nella Lezione di Anatomia del Dr Joan Deyman (1656) o la traccia rosso sangue sulla veste di Lucrezia (1666) assumono lo stesso grado di realtà del gesto, tutto umano, che unisce la coppia ritratta nella Sposa ebrea (c. 1665) o della meditazione sospesa che avvolge il viso del figlio di Rembrandt, Tito, in abito da monaco (1660). Il tratteggio insistito che evoca l’episodio biblico delle Tre Croci (1653) richiama lo stile riservato alla storia laica e sfortunata di Elsje Christiaens appesa alla forca (1664), dimostrando il carattere severamente anticonvenzionale di Rembrandt e del suo fare artistico.
L’organizzazione della mostra attorno a dieci nuclei tematici non usurati, dalla lotta interiore all’intimità, dalle convenzioni artistiche alla tecnica sperimentale, anziché lungo una linea cronologica, contribuisce a delineare un contesto di motivazioni e interessi ricorrenti in cui collocare una personalità vigile, capace di usare l’introspezione come mezzo per testimoniare la realtà, in ogni suo aspetto. Anche l’emotività diventa tangibile grazie alla mano di Rembrandt, al pari del colore, spesso rarefatto eppure materico, e della luce che illumina l’opera dall’interno per poi irradiarsi verso l’esterno, come nella Cospirazione dei Batavi (c. 1661-62) o nell’Adorazione dei Pastori nella Notte (c. 1657).
La sezione dedicata agli Autoritratti tardivi, tra cui spicca il dissacrante Autoritratto come Zeusi (c. 1662), completa la definizione di Rembrandt in guisa di uomo e artista consapevole del proprio percorso, avvezzo a introiettare i modelli del passato e superarli optando per un netto rifiuto delle convenzioni e per la costruzione di un’alternativa coerente, ricercata fino in fondo.

Late Rembrandt – veduta della mostra presso il Rijksmuseum, Amsterdam 2015

Late Rembrandt – veduta della mostra presso il Rijksmuseum, Amsterdam 2015

A distanza di quattro secoli, l’attualità di Rembrandt è inattaccabile, grazie alla straordinaria attitudine a veicolare l’introspezione, senza lasciarsene travolgere, indirizzandola verso la realtà lungo una direttrice biunivoca, da fuori a dentro le opere, con dichiarata libertà. La stessa libertà, dice Dibbets, che caratterizza le persone mature, “spesso anche sagge, che hanno bisogno di poche parole, non gliene importa di tutte le convenzioni e dicono le cose come sono. Rembrandt con il suo pennello dice le cose come sono, con poca pittura, senza dettagli… Un eroe nazionale per cui la gente impazzisce”. Di certo, con l’apertura di questa mostra al pubblico mondiale, la pazzia per Rembrandt non contagerà solo gli olandesi.

Arianna Testino

Amsterdam // fino al 17 maggio 2015
Late Rembrandt
RIJKSMUSEUM
Museumstraat 1
+31 (0)20 6621440
www.rijksmuseum.nl

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Arianna Testino

Arianna Testino

Nata a Genova nel 1983, Arianna Testino si è formata tra Bologna e Venezia, laureandosi al DAMS in Storia dell’arte medievale-moderna e specializzandosi allo IUAV in Progettazione e produzione delle arti visive. Dal 2015 a giugno 2023 ha lavorato nella…

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