A Pompei l’Italia ha “voltato pagina”. Con la Villa dei Misteri
Pompei. Un nuovo inizio per la Villa dei Misteri, il sito archeologico di gloriosa fama internazionale e patrimonio dell'Unesco, risalente al I secolo prima di Cristo. A presentare la riapertura, il ministro Dario Franceschini.
Ha riaperto, in tutto il suo rinnovato splendore, la Villa dei Misteri, chiusa per qualche mese, dopo più di un anno di manutenzione e restauro.
Iniziati nel maggio 2013, i lavori che hanno interessato tutti gli apparati decorativi, i mosaici, le pitture e gli oltre settanta ambienti sono stati organizzati in singoli lotti per la necessità di lasciare l’accesso turistico al sito archeologico, senza mai chiuderlo completamente.
Un lavoro minuzioso e attento effettuato mediante tecniche innovative selezionate con rigorosa attività diagnostica dei materiali che ha consentito, ai tecnici, di operare in modo consapevole a salvaguardia di contesto così unico e prezioso.
Scoperta compiutamente nel 1929-30, per poi essere ampliata e abbellita nell’età augustea, la Domus dell’Otium è stata, per la prima volta, coinvolta nel “grande progetto” che ha goduto di 105 milioni di euro stanziati dall’Unione Europea e che ha così visto ripulire le innumerevoli pitture che si stavano sfarinando, sotto la continua azione corrosiva di muffe e batteri.
Sono, dunque, salve le rappresentazioni realizzate con il “cinabro”, pregiato colore che il committente doveva acquistare a proprie spese e che dona, all’intero complesso artistico, uno stile “non ordinario”.
Degni di nota internazionale gli affreschi, ispirati al culto di Bacco, della “sala dei misteri” che sorprendono il visitatore accedendo da un passaggio laterale della villa dove, tra musiche, danza, satiri e baccanti, i personaggi si muovono danzanti quasi si trattasse di un palcoscenico teatrale in cui, talvolta, un piede sporge e prende vita uscendo dalla scena.
Spiccano in primo piano le immagini accese di Dioniso e Afrodite a cui si intrecciano, ciclicamente, le altre figure sacre e profane tutte ad altezza uomo, davanti alle quali l’osservatore ricerca una sua, personale, interpretazione sensoriale.
Ma quali sono questi misteri da cui la villa prende il nome e cosa rappresentano queste scene megalografiche ?
“Le spiegazioni sono tutte molto distanti e poco certe, sono ‘misteriose’… Ecco il perché del nome della villa. Non ci si può annoiare con le svariate interpretazioni date nel tempo dagli storici e, nell’immaginario collettivo, ogni personaggio cambia valore simbolico di scena in scena. Tuttavia, la mia personale interpretazione è quella della conoscenza della donna in chiave sacra perché, proprio attraverso il mistero della fecondità, la donna diviene un tutt’uno con la natura e completa così il ciclo della vita. Una dimensione pagana in cui la vita può trovare la sua giustificazione soprannaturale”, racconta l’archeologo Antonio Varone.
Il lavoro di restauro, non ancora del tutto ultimato ma, orgogliosamente a buon punto, è mirato, infatti, a recuperare i colori nella loro assoluta genuinità, ripulendo le pitture da sostanze come la cera e la benzina che, se da un lato hanno creato una pellicola protettiva che le ha protette nel tempo, dall’altro hanno occultato la purezza del colore originario.
Ed è proprio in questa sala, in un’esplosione di giallo, rosso verde e nero che il ministro Dario Franceschini lancia il suo forte messaggio alla stampa mondiale prima di iniziare un dialogo itinerante con i collaboratori del sito archeologico.
“Oggi è una grande giornata per Pompei e per la Villa dei Misteri perché, dopo un anno di straordinario lavoro, possiamo finalmente dire che, a Pompei, l’Italia ha voltato pagina“. Prosegue, poi, con i numeri del “grande progetto Pompei”: 3 cantieri conclusi, 13 cantieri attivi, 9 gare aggiudicate, 7 le gare in corso e 85 le persone assunte.
“Ora si dà il via alla complessa fase dell’esecuzione sulla quale stiamo lavorando con un piano di conoscenza-digitalizzazione, di messa in sicurezza e di fruizione e valorizzazione”.
L’immagine di Pompei, come più volte puntualizza il ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo è stata a lungo legata a un’immagine negativa, finalmente sfatata dai miglioramenti tangibili e significativi, in conformità alle raccomandazioni dell’Unesco.
“Un grande progetto” quello del restauro di Pompei che ha visto la collaborazione di giovani archeologi, architetti e giovani storici dell’arte e che vedrà nascere, nell’anno dell’Expo, una serie di iniziative culturali.
“La missione ha salutato positivamente i progressi e considera superata ogni questione riguardo l’iscrizione del sito nella lista del patrimonio mondiale in pericolo”, legge Franceschini nel report dell’ispezione dell’Unesco agli scavi di Pompei.
L’ultima parola resta, ora, agli appassionati visitatori che, aumentati di circa 200 mila, si preparano nelle giornate pasquali e, straordinariamente anche il 1 maggio, a farsi guidare dalle suggestioni evocate dalla misteriosa villa in ogni suo angolo. Così, tra il sorriso del satiro e l’inquietudine della donna che si copre il volto mentre si prepara alla flagellazione si rivive un mix composito di emozioni che rappresentano, prima che una civiltà, un modo di esistere e di vivere la realtà.
Flavia Zarba
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