Un nuovo Rinascimento sta percorrendo la Toscana. È quello che nell’anno appena concluso ha portato Firenze ad aprire il Museo Novecento, con la sua affascinante collezione dedicata all’arte del XX secolo, da Giorgio de Chirico a Felice Casorati, da Mario Sironi ad Antonietta Raphael, da Alberto Savinio a Paolo Scheggi, per fare solo qualche nome tra gli autori delle trecento opere che vi potrete trovare. È lo stesso spirito che ha inaugurato al Forte di Belvedere e ai Giardini di Boboli la mostra di Giuseppe Penone, tra le più acclamate della scorsa stagione.
Ma è anche l’anima che accomuna le grandi mostre del 2015, portandovi a spasso tra le diverse province del ricco territorio, in una festa invernale dell’arte. A Lucca, ad esempio, presso il Lu.C.C.A, Maurizio Vanni e Stefano Cecchetto curano Signorini, Fattori, Lega e i Macchiaioli del Caffè Michelangiolo. Ribelli si nasce (fino al 6 aprile), rivedendo il movimento sia alla luce del confronto con i cugini d’Oltralpe, sia in una chiave che guarda al rapporto con il genius loci.
Volterra, fino a dicembre 2015, dedica invece un importante omaggio a Rosso Fiorentino, a partire dal capolavoro della Deposizione. Quest’ultima, dipinta nel 1521, è infatti protagonista di un racconto che la pone al centro di un afflato moderno, di un quadrato i cui lati sono costituiti dalle poetiche di Adolfo Wildt, Osvaldo Licini, Ugo Nespolo. Succede alla Pinacoteca Civica. Ma molte altre sono le sedi coinvolte e i percorsi, tutti a tema: l’Ecomuseo dell’Alabastro, il Battistero di San Giovanni, il Palazzo dei Priori, il Museo Etrusco Guarnacci, il Teatro Romano, dove protagonista è, con le sue sculture, Igor Mitoraj.
“Le moli di San Giusto e della Badia, l’una ferrigna l’altra ferrugigna, pareva fossero per precipitare nella fauce; e con esse le restanti mura, e il Borgo, e la città sospesa, e tutte le sedi degli uomini piccole e fragili come i nidi delle rondini in sommo dell’immenso e inesorabile orrore”. Così Gabriele D’Annunzio descrive questo territorio, dall’apparenza schizofrenica e forse per questo affascinante, con il forte contrasto fra le terre rosse, aspre, bruciate dal sole, e la dolcezza di certe colline, la qualità della vita, gli illustri antenati e gli innumerevoli monumenti che potrete visitare. Tra questi, da non perdere, è il borgo di San Gimignano: gli amanti dell’arte contemporanea lo conoscono soprattutto come sede (italiana) della Galleria Continua (fino all’11 aprile vi trovate Daniel Buren e José Yaque), ma va ricordato che la sua architettura medievale è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, a pochi passi da Siena, una delle città più amate in tutto il mondo. Sicuramente molto amata da Curzio Malaparte, l’autore de La Pelle, che amava raccontarla così: “A dirlo fra noi, la gentilezza sta di casa solo a Siena. Altrove, nel resto della Toscana, è civiltà di modi, e non di voce, di piglio, di tono, di parole”.
In queste terre, famosissime per l’eccellente produzione enogastronomica, non vi mancheranno le esperienze gourmet. A soli trenta chilometri da Siena, a Villa a Sesta, si trova infatti il ristorante L’Asinello, con la cucina di Senio Venturi e un menù che racconta e reinterpreta il territorio grazie a invenzioni come il cannellone di ribollita, in un locale ricavato in un’antica stalla per asini. A Colle Val D’Elsa si situa invece Sbarbacipolla, una bio-osteria che ogni giorno propone un menù diverso, a Km 0 con i prodotti che offre la natura. E che per una pausa più leggera, o un aperitivo, ha da poco inaugurato lo spazio gemello, Il Cipollino. Pernottamento al Boutique Hotel Borgo San Pietro, un cinque stelle immerso nella natura, con fattoria annessa, a pochi chilometri da queste mete (siamo a Chiusdino). Non può naturalmente mancare la Spa, lezioni d’arte e piccole residenze d’artista, né il ristorante, il Valle Serena, amenities che rendono questa struttura autonoma e adatta anche a un weekend di solo relax.
Santa Nastro
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #23
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