Fuori Salone: l’inflazione del design
La febbre da Salone del Mobile contagia Milano. Quanti sono i distretti, o quelli autoproclamatisi tale, che animano il tessuto cittadino dal 14 al 19 aprile? Difficile a dirsi, visto che tutti, quasi tutti i quartieri del capoluogo lombardo fanno a gara per costruirsi un’identità ad alto tasso di design. Noi ne abbiamo selezionati otto.
Certo, i capisaldi del design a Milano rimangono invariati: da Zona Tortona, dove il Fuori Salone ebbe inizio, all’epicentro del design di ricerca ormai consolidatosi in Zona Ventura. Ma è forse passando per il centro, dal design nobile di Brera fino alle ultime novità di 5vie e San Gregorio Docet, che quest’anno conviene guardare. Alla ricerca di inediti cortocircuiti tra arte e design, o anche solo – e scusate se è poco – alla scoperta dei talenti in nuce del design di domani.
TORTONA
Arriva la design week e nasce spontaneo il riferimento al Tortona district, il quartiere dove tutto è iniziato e dove anche quest’anno il design invade strade, cortili, negozi e meravigliosi spazi post-industriali. Uno dei più suggestivi è l’Opificio 31, di fronte all’ex Ansaldo, a pochi metri da Superstudio e dal design hotel Nhow, dove i laboratori tessili, le officine, i vivai e le carrozzerie riconvertite si trasformano in location ideali per giovani designer e brand provenienti da tutto il mondo. Il tour comincia dall’Olanda con LEFF Amsterdam e Graypants. Il primo brand, nato nel 2011 e diventato famoso per i suoi esclusivi orologi, propone un evento all’insegna del tempo che combina la prima collezione di orologi da polso firmata Piet Hein Eek agli arredi di Richard Hutten. Graypants, team di designer di Amsterdam con base anche a Seattle, presenta Murmurations, linea di illuminazione a led ispirata ai fenomeni naturali prodotti dalla luce. Dall’Olanda al Giappone, con la presentazione del rivoluzionario spazzolino Misoka del designer Kosho Ueshima: mai più dentifricio ma solo acqua grazie all’utilizzo dell’avanzata tecnologia minerale. Un’installazione giocata interamente sul tema dell’acqua farà da quinta allo spazzolino, con il coinvolgimento di Setsu e Shinobu Ito. Peugeot Design Lab conferma invece il percorso inaugurato lo scorso anno presentando in anteprima mondiale una nuova linea di lampade e riproponendo l’ormai famoso pianoforte firmato in collaborazione con Pleyel. Non lontano dall’Opificio 31, impossibile mancare la proposta di Moooi, che trasforma nuovamente i 1.700 mq di via Savona 56 in un meraviglioso contenitore per la sua collezione di illuminazione e tappeti affidati a nomi d’eccezione come Marcel Wanders, Studio Job, Bertjan Pot, Arihiro Miyake, Atelier Van Lieshout, Raimond Puts e Jonas Forsman. Ventuno le scenografie, costruite intorno alle maxifotografie di Rahi Rezvani, che si animano in una combinazione di nove ambienti domestici e dodici haiku. (Sebastiano Tonelli)
VENTURA-LAMBRATE
Curiosi di scoprire cos’è la stampa 4D, o perché la cacca (sì, proprio lei) è anch’essa una questione di design? Il distretto che fa per voi, senza esitazioni, è quello di Ventura-Lambrate. L’area espositiva più vasta del Fuori Salone, curata dal team di Organisation in Design (da poco orfano della co-fondatrice Margo Konings), sembra votarsi con ancora più convinzione all’esplorazione delle interconnessioni tra innovazione tecnologica d’avanguardia, ricerca concettuale e nuovo design di relazione. Moltissime, forse più degli altri anni, le occasioni per una visita. A iniziare dalla partecipazione, probabilmente da iscrivere negli annali del design, del MIT di Boston, che scende in campo in materia di materiali programmabili (4D, appunto) con una dimostrazione sulle sperimentazioni in fatto di lavorazione del legno. Foltissima la partecipazione delle scuole di design, tra cui ad alto tasso di sensazionalismo è la collettiva Eat Shit della Design Academy Eindhoven, che quest’anno inaugura le attività del suo nuovo dipartimento Food non Food. I materiali non convenzionali sono al centro di moltissime esplorazioni. Ve ne segnaliamo due alquanto bizzarre: Studio Gutedort sperimenta l’applicazione del tessuto intestinale per la realizzazione di prodotti in “pelle”, mentre la designer Lucie Libotte utilizza la polvere raccolta in differenti ambienti domestici per trasformarla in una collezione di vassoi. Da non perdere, anche quest’anno, la mostra che la service design company Logotel dedica all’esplorazione dei nuovi bisogni a cui il design della contemporaneità deve dare una risposta (Need, a cura di Susanna Legrenzi e Stefano Maffei). Infine, l’ultima spiaggia del Salone: l’installazione multisensoriale, già testata da GRIP team tra i pazienti di un istituto per malattie mentali in Olanda, che modula musica e luce per favorire il ripristino di una corretta consapevolezza del sé. Inaugurando, di fatto, qualcosa che al Salone non avevamo davvero mai visto: se non il lettino dello psicoanalista, almeno un angolo per riconciliarci con noi stessi. (Giulia Zappa)
BRERA
Alla sua sesta edizione, il Brera Design District si riconferma, a ragione, nella top list degli imperdibili. Più che un evento, il distretto è un’operazione di marketing territoriale che ha trasformato il quartiere più antico della città in un melting pot all’avanguardia tra gallerie e showroom. Filo conduttore di quest’anno è il tema Progetto Forma Identità, che ha come ambasciatori il designer Luca Nichetto, lo studio di architettura Piuarch e l’artista Patrick Tuttofuoco. Il concept legge l’identità come riconoscibilità progettuale e trova come testimone per il 2015 Martino Gamper, cui viene riconosciuto il premio Lezioni di design, alla sua seconda edizione. Aprono il palinsesto due importanti appuntamenti. Il primo è quello dell’ambasciatore Patrick Tuttofuoco, che il 9 aprile ritorna nei luoghi della sua formazione e sceglie piazzetta Brera per esporre la sua installazione Mom & Dad. Nella lunga lista dei pop-up store da non perdere, c’è anche quello del brand svedese Kinnarps, con allestimento dell’ambasciatore Nichetto. Sempre Nichetto presenta la sua nuova lampada da tavolo Kurage, disegnata con Nendo, presso lo showroom di Foscarini Spazio Brera. Alfamarmi, tra le firme storiche del design italiano insieme a Verreum, merita sempre una visita per ammirare la nuova collezione di lavabi a firma di grandi designer. La Galleria Nuages non si fa sfuggire la maestria della ricerca identitaria di Ugo La Pietra presentando una serie di disegni e ceramiche nella mostra Ugo la Pietra. Odori e Sapori, esaltazione della diversità come valore fondamentale del nostro territorio e della nostra tradizione. Lo studio Piuarch, terzo ambasciatore del Brera Design District, interviene sul tetto dell’edificio che ne ospita lo studio allestendo 300 mq di “farmacia all’aperto”, ovvero piante officinali che disegnano il progetto Orto tra i cortili. Preoccupati per la folla tra i vicoli del quartiere? Non abbiate paura, siete nel cuore della città del design, una cornice sicuramente di grande ispirazione e, speriamo, anche di sperimentazione. (Flavia Chiavaroli)
TRIENNALE
Se è vero che la permanenza alla Milano Design Week non può dirsi completa senza un passaggio in viale Alemagna 6, quest’anno è opportuno prevedere un’estensione del tempo usualmente destinato alla Triennale. È questa la sede (avrebbe potuto essere altrimenti?) dell’atteso Padiglione Arts & Foods, unica area tematica di Expo Milano 2015 ubicata in città, che con i suoi 7.000 mq di superficie espositiva occupa, fino al 1° novembre, spazi interni ed esterni dal “tempio” del design nostrano. Germano Celant, già alla guida, con Silvana Annicchiarico, dell’ottava edizione Triennale Design Museum dal titolo Cucine & Ultracorpi, firma anche la curatela di Arts & Foods. Una mostra titanica, con la quale si punta a restituire le eclittiche relazioni cibo e arte dal 1851, quando Londra ospitò il primo Expo, a oggi. Attraverso un corpus sterminato di opere provenienti da musei, istituzioni pubbliche e private, l’allestimento – firmato dallo Studio Italo Rota con Irma Boom per il graphic design – ripercorre in chiave plurisensoriale le metamorfosi di abitudini, spazi, oggetti, metodi di comunicazione, percezione in oltre 160 anni. Qualche esempio? Gli ambienti destinati al consumo alimentare, sia privati che pubblici, sono evocati o ricreati, con una speciale attenzione sulla cucina e sulle modalità di produzione e della vendita. Non mancano sezioni tematiche rivolte ad ambiti trasversali, sempre affrontati attraverso opere d’arte o testimonianze di artisti, scrittori, filmmaker, grafici, musicisti, fotografi, architetti e designer: dalla malnutrizione ai disturbi alimentari di maggiore attualità, dall’evoluzione della figura dei cuochi all’antropofagia. “Grazie a questa area tematica inserita nel contesto della Triennale”, ha dichiarato il Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala, “portiamo nel cuore di Milano il tema dell’Esposizione Universale, l’alimentazione, e permettiamo agli amanti e agli appassionati di arte di godere di opere uniche, che hanno segnato la storia”. Uno degli eventi culturali dell’anno? C’è da scommetterci. (Valentina Silvestrini)
5VIE
Il progetto 5VIE è solo alla sua seconda edizione ma sta già riscontrando un notevole successo di pubblico e di critica. Nelle strade della Milano più antica e nascosta è possibile anche quest’anno imbattersi in interessanti scoperte, con tantissime iniziative che vengono ospitate in luoghi di eccezione – musei, atelier, palazzi storici, antiche botteghe – e che sono accomunate dall’eccellenza anche artigiana nella realizzazione del prodotto di design. È il caso della mostra Exercises in seating consacrata al giovane designer inglese Max Lamb nello spazio Sanremo. Si tratta di opere che indagano la materia, che viene scolpita brutalmente, cesellata o solo accarezzata utilizzando tecniche antiche spesso fuse con altre più moderne. La ricerca materica è anche il filo conduttore del progetto A matter of perception di Mosca&Partners con DAMn°Magazine a Palazzo Litta, un invito alla sperimentazione rivolto a designer internazionali quali Humberto & Fernando Campana, Michele De Lucchi e Andrea Branzi, Emmanuel Babled e Mario Trimarchi. Maarten Baas e Bertjan Pot presentano invece una collezione di lampade per Den Herder Production House caratterizzata da humor e ironia. Rossana Orlandi come sempre mostra nella sua galleria un’accurata selezione di design d’avanguardia con opere di Piet Hein Eek, Gufram, Marimekko, Thomas Eyck, Nika Zupanc, Alcarol, Frank Tjepkema, Emanuela Crotti, Jolan Van Der Wiel e Marjan Van Aubel. Piazza Affari diventa un Luna Park con l’evento di Seletti, che presenta una nuova versione del Souvenir di Milano targato Maurizio Cattelan, mentre alla Pinacoteca Ambrosiana YOOX presenta le realizzazioni di giovani designer nel progetto Made in Milano. Torna anche la felice iniziativa Gnam Box Café, dove intorno a un grande tavolo è possibile banchettare e confrontarsi sui temi legati al design, all’arte e alla creatività in generale. (Giorgia Losio)
SAN GREGORIO
Dopo il successo dell’anno scorso, torna il “distretto ristretto” voluto e realizzato da Claudio Loria, fondatore di Leclettico. Nell’edizione 2014 più di 10mila visitatori sono passati dal nuovo punto nevralgico della design week, la zona che si sviluppa intorno a via San Gregorio. Per il 2015 la novità assoluta è che Leclettico, tagliato il traguardo dei dieci anni di attività, non è più solo il mecenate di Wallpaper*, ma presenta se stesso attraverso la sua galleria con una collezione dove object trouvé curiosi, insoliti o destinati all’oblio rinascono a nuova vita. Al suo interno sono presenti con un’installazione d’eccezione i danesi Kvadrat. Tra i celeberrimi nomi presenti troviamo alcuni miti del radical design italiano come Gufram, emblema della rivoluzione estetica del mobile a partire degli Anni Sessanta, e Memphis. Fondato, quest’ultimo, da Ettore Sottsass nel 1981, presenta Memphis Variations, un’esposizione in grande stile allestita mixando i suoi pezzi storici. Tra gli altri appuntamenti, quello con Lee Broom, il designer inglese che trasforma gli spazi dell’adiacente via Cappellini nel proprio Department Store. Sempre in via Cappellini è presente Clarks, marchio storico di calzature, che celebra i sessantacinque anni del suo Desert Boot con Clarks: Reeboted riunendo quattordici talenti del mondo dell’arte e del design britannico per reinterpretare il celebre modello, ognuno secondo la propria visione. Per celebrare i cinquant’anni del proprio sistema di arredamento, USM Haller ha chiesto a sette università di design di interpretare il tema della modularità. I lavori vengono presentati al pubblico in un’esposizione dalla scenografia spettacolare nel Salone dei Tessuti, in via San Gregorio 29. Tornano nel distretto anche gli amici olandesi di Droog, quest’anno presenti in via Panfilo Castaldi.
In via Tenca 7, infine, SCP presenta The Arrangement of Furniture in a Room, un progetto che celebra i trent’anni di attività dell’azienda. Nell’allestimento, a cura del designer Michael Marriott, sono esposti pezzi originali, prototipi e nuove creazioni, il cui intento è quello di esplorare la relazione che lega tra loro le cose. (Simone Zeni)
STATALE
Fino al 24 maggio è possibile visitare la mostra-evento Energy for Creativity presso la sede dell’Università Statale di Milano in via Festa del Perdono. Obiettivo dichiarato dell’edizione 2015 – nientemeno che la 18esima promossa e organizzata dal magazine Interni, reduce dai festeggiamenti per i suoi sessant’anni di attività –,creare un ponte con i grandi temi di Expo, in primis il traguardo di sostenibilità ambientale che dovrebbe marcare il millennio a venire, sperimentando nuove soluzioni indoor e outdoor di tipo architettonico ed espositivo. Di particolare rilievo il progetto presentato dallo studio internazionale Annabel Kassar Architects, Camera Chiara, in cui si può vivere in prima persona l’esperienza di un interno della casa libanese, il cosiddetto Liwan o soggiorno, grazie a un’installazione che celebra stili di vita e artigianato tra Francia e Libano. Interessante anche Future Flowers, installazione nel Cortile Farmacia che Daniel Libeskind ha progettato per il marchio Oikos: pannelli di metallo piegati e tagliati decorati con la nuova palette colori progettata dall’architetto americano. Sempre nel Cortile d’Onore, lo studio Antonio Citterio Patricia Viel and Partners presenta Deep words light, frutto della collaborazione con il Gruppo Cosentino. Infine, Brazil s/a torna a Milano con Energia Brasileira. In mostra, alcuni tra i più significativi esponenti della scena progettuale brasiliana, come Sergio Matos, Henrique Steyer, Juliano Guidi, Rona Silva, Gustavo Engelhardt, Fabio Galeazzo e Ronald Sasson, protagonisti con le loro creazioni di 100% Brasil. (Simone Zeni)
PORTA VENEZIA
Un network privilegiato tra design e arte, sotto l’egida delle suggestioni Liberty che sono da sempre il fiore all’occhiello di quest’angolo di Milano. Porta Venezia In Design Liberty continua a spezzare una lancia a favore della bellezza – troppo spesso negata – della città meneghina, e punta tutto sulla costruzione di un network tra mostre, negozi e visite guidate che sappiano valorizzare l’identità del quartiere e delle iniziative che lo animano. Tra i protagonisti a vocazione design, porte aperte agli showroom di Alpi, Archimade, Brompton Junction Milano, Lisa Corti e Jannelli&Volpi. Per l’arte, in programma la visita alla Casa Museo Boschi Di Stefano, che espone – nei locali abitati in vita dai coniugi Antonio Boschi e Marieda Di Stefano – una selezione di circa trecento opere dalla loro collezione, donata al Comune di Milano nel 1974. Mentre il FAI, partner privilegiato del distretto, promuove un tour gratuito nei giorni del 17 e 18 alla scoperta di quindici edifici Liberty di Porta Venezia. In clima di Expo, non poteva poi mancare un appuntamento sul cibo, protagonista di approfondimenti scientifici – con la mostra Food – La scienza dai semi al piatto, un’indagine sui processi che trasformano i semi in alimenti e pietanze (nelle sale del Museo di Storia Naturale) – e di appuntamenti conviviali, quali quelli che si tengono all’enoteca Vino al Vino, che in occasione del Salone propone al pubblico dei design-addicted uno speciale Menu Glocal. (Giulia Zappa)
a cura di Giulia Zappa
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #24 – speciale design
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