La Piccola Versailles. Viaggio allegorico nel Giardino di Valsanzibio
La magnificenza dei giardini di Versailles nasce da un’ispirazione italiana. Fra il silenzio dei Colli Euganei sorge Villa Valsanzibio: una reggia di Re Sole in miniatura, ma di qualche anno anteriore. Ed ecco la diatriba: Piccola Versailles o Grande Valsanzibio? Siamo andati nell’entroterra veneto per conoscere l’archetipo del parco più sontuoso d’Europa. Da scoprire a ritmo lento, un gioco d’acqua dopo l’altro.
Dalla galleria degli specchi di Versailles si dispiega un panorama ai limiti dell’immaginazione: fontane e sculture, aiuole e canali si rincorrono a perdita d’occhio, grazie a una sapiente prospettiva. Il medesimo susseguirsi di piani si trova nel giardino di Valsanzibio. Una similitudine dovuta a un’ospite davvero speciale.
IL VOTO SOLENNE
L’oasi di Valsanzibio fu portata all’attuale splendore nella seconda metà del Seicento dal Cardinale veneziano – nonché futuro santo – Gregorio Barbarigo. La villa appare inghiottita dalla maestosità del giardino circostante. Oltre settanta statue si alternano a fontane, cascate e laghetti, fra specie arboree provenienti da ogni parte del pianeta. La bellezza del parco non risiede solamente negli affascinanti giochi d’acqua, ma anche nel percorso simbolico che collega ogni elemento del giardino.
Valsanzibio prese infatti forma a seguito del voto solenne di Zuane Francesco Barbarigo. Nel 1631 il signore veneziano si rifugiò in Val Eusebio con la propria prole per sfuggire al contagio della peste nera che imperversava in tutta Europa e che aveva ucciso sua moglie. In tale occasione Zuane Francesco promise che, qualora il resto della famiglia fosse stato risparmiato dalla malattia, avrebbe fatto erigere un’opera grandiosa per rendere omaggio a Dio. Il voto fu fatto proprio dal primogenito Gregorio, che commissionò un giardino che si facesse portatore di un messaggio spirituale. Nel 1665 fu chiamato l’architetto e fontaniere pontificio Luigi Bernini, fratello del più noto Gian Lorenzo, che diede vita a un progetto molto ambizioso.
ARTE E NATURA
Nel parco l’opera dell’uomo convive con quella della natura, in una dimensione fuori dal tempo. Statue con motti didascalici, per lo più del Merengo, si alternano a specie arboree eterogenee. La varietà della flora è una peculiarità di Valsanzibio, come racconta il titolare della villa, Armando Pizzoni Ardemani: “Il giardino consta di ottocento piante di oltre cento specie differenti. Sono presenti alberi secolari, spesso importati dal Nordamerica, che nel Seicento era il Nuovo Mondo. Questi colossi costituiscono uno degli aspetti più affascinanti, ma anche più impegnativi di Valsanzibio”.
IL PERCORSO ALLEGORICO
Il giardino di Valsanzibio tratteggia la via della perfezione, che conduce l’uomo dall’errore alla rivelazione. Il Portale di Diana non è solo il principale ingresso via acqua alla tenuta, ma l’inizio del percorso salvifico. Il labirinto di bosso rappresenta l’allegoria della vita, disseminata di scelte e prove da superare. Trovata l’uscita, l’itinerario prosegue col battesimo presso la Fontana di Pila e la Grotta dell’Eremita, tappa dedicata alla meditazione.
Superato il passato pagano, si è pronti a imboccare il Gran Viale. A simboleggiare l’eternità giace la statua del Tempo; mentre dalla parte opposta si trova l’Isola dei conigli, che rappresenta la condizione della vita umana, stretta fra i limiti terreni. Ripreso il vialone, l’attenzione del “pellegrino” è catturata da irriverenti scherzi d’acqua. Si giunge poi alla Scalinata delle Lonze, sulla quale è inciso un sonetto con il significato del giardino: “Curioso viaggiatore che in queste parti giungi, quanto qui trovi di bello è frutto del lavoro della natura e non della mano dell’uomo”.
Si approda infine alla Fontana della Rivelazione: meta conclusiva di un percorso ricco di fascino, metafore e mistero. La vista spettacolare che si scorge da questo piazzale ispirò l’architetto di Versailles André Le Notre quando nel 1679 venne in Italia ospite di Antonio Barbarigo. Per questa ragione il giardino di Valsanzibio è chiamato “La Piccola Versailles”, anche se forse sarebbe più opportuno chiamare la reggia francese “La grande Valsanzibio”.
Nominato il più bel giardino d’Italia nel 2003 e il terzo più bello d’Europa nel 2007, Valsanzibio compie trecentocinquant’anni e sui Colli Euganei si festeggia con molte iniziative, a cominciare da un’installazione della Cracking Art prevista per maggio.
Federica Galassi
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