Biennale di Venezia. Il Padiglione della Polonia raccontato da C.T. Jasper e Joanna Malinowska

C.T. Jasper e Joanna Malinowska ambientano l’opera polacca “Halka” dall’altro lato dell’Atlantico, ad Haiti. Ispirandosi al folle piano di Werner Herzog e del suo “Fitzcarraldo”. Un video e una parete istoriata riproporranno la performance attuata con gli abitanti del luogo.

Il Padiglione della Polonia alla Biennale di Venezia, nella cornice dei Giardini, sta per presentare una visione panoramica, quasi monumentale, del progetto Halka/Haiti. 18°48’05”N 72°23’01”W: un discorso sull’esistenza della nazionalità polacca al di fuori dei propri confini e del proprio tempo, una performance e un video che contrastano l’avanzare della globalizzazione attraverso la ricostruzione di una parte della storia dimenticata.
C.T. Jasper (Danzica, 1971; vive a New York) e Joanna Malinowska (Gdynia, 1972; vive a New York), assieme alla curatrice Magdalena Moskalewicz, hanno deciso di ambientare l’opera polacca dal titolo Halka dall’altro lato dell’Atlantico, ad Haiti, ispirati dal folle piano di Werner Herzog e del suo Fitzcarraldo. Il riadattamento è avvenuto a Cazale, in un villaggio abitato dai discendenti dei soldati polacchi che hanno combattuto per l’indipendenza haitiana.

Biennale di Venezia 2015 – Padiglione Polonia – C.T. Jasper & Joanna Malinowska - Halka-Haiti. 18°48’05”N 72°23’01”W – still da video

Biennale di Venezia 2015 – Padiglione Polonia – C.T. Jasper & Joanna Malinowska – Halka-Haiti. 18°48’05”N 72°23’01”W – still da video

Dove ci porteranno le coordinate 18°48’05”N 72°23’01”W?
Il titolo intero del nostro progetto è Halka/Haiti 18°48’05”N 72°23’01”W. Halka è il titolo di un’opera, un componimento nazionale polacco scritto nel XIX secolo da Stanislaw Moniuszko, e per associazione è anche il primo nome della principale eroina, della protagonista. La restante parte del titolo fa riferimento al luogo fisico e geografico nel quale il nostro progetto (un riadattamento dell’opera a performance e le riprese di un film) è stato ambientato: Cazale, Haiti, un villaggio noto per esser stato fondato da soldati polacchi provenienti dalle legioni napoleoniche, che si sono uniti ai ribelli e hanno combattuto per l’indipendenza haitiana.

Come si è modificata la vostra definizione di madrepatria?
Attraverso la realizzazione del nostro progetto e il lavoro svolto con la comunità haitiana che si è fortemente identificata con la Polonia – nonostante la distanza di centinaia di miglia – ci auguriamo di aver esteso la comune definizione di madrepatria e di averla resa più inclusiva, più estesa.

Biennale di Venezia 2015 – Padiglione Polonia – C.T. Jasper & Joanna Malinowska - Halka-Haiti. 18°48’05”N 72°23’01”W – still da video

Biennale di Venezia 2015 – Padiglione Polonia – C.T. Jasper & Joanna Malinowska – Halka-Haiti. 18°48’05”N 72°23’01”W – still da video

Anche l’opera si è quindi trasformata…
Sì, certo. L’ambientazione originale della Halka sono le montagne polacche, conosciute per gli inverni intensi, terrificanti. La performance a Cazale ha avuto luogo nella cornice di un villaggio inserito nelle montagne tropicali di Haiti, creando in questo modo un senso di dislocamento. Abbiamo cercato di riprodurre l’esperienza diretta dai soldati polacchi mandati ad Haiti da Napoleone.

Di quale atmosfera culturale sarà dunque pregno il Padiglione della Polonia in Biennale?
Il nostro progetto è una riflessione sulle complessità della storia. Abbiamo provato a porre l’attenzione su una parte molto piccola e anomala della storia polacca. E abbiamo provato a inquadrare la storia di Haiti, che sembra esser stata – ed è ancora oggi – un punto di intersezione di narrazioni storiche di più ampia portata: la scoperta dell’America, la colonizzazione, la schiavitù e la lotta per l’indipendenza dalle potenze coloniali.

Biennale di Venezia 2015 – Padiglione Polonia – C.T. Jasper & Joanna Malinowska - Halka-Haiti. 18°48’05”N 72°23’01”W – still da video

Biennale di Venezia 2015 – Padiglione Polonia – C.T. Jasper & Joanna Malinowska – Halka-Haiti. 18°48’05”N 72°23’01”W – still da video

Che tipo di materiali avete raccolto e accostato? E quali strategie cooperative avete attivato?
Halka/Haiti 18°48’05”N 72°23’01”W potrebbe essere descritto proprio come un’intricata rete di attività collaborative: l’obiettivo era che l’opera avesse luogo nel mezzo di una strada di campagna a Cazale e quindi abbiamo lavorato a stretto contatto con una comunità del villaggio. Un gruppo di venti persone è stato coinvolto nella performance, ballando la celebre Polonez e fornendo trame narrative attraverso il linguaggio locale, assieme a musicisti solisti, al direttore del Gran Teatro di Pozna e all’Orchestra Sinfonica della Santa Trinità di Port-au-Prince.
Questa organizzazione del progetto ha richiesto un enorme quantitativo di ricerche e discussioni con parecchie persone, specialmente con esperti che conoscevano Haiti o avevano avuto occasione di vivere in loco.

Quali territori attraverseremo al Padiglione Polonia?
La proiezione video su tre canali è stata girata nel bel mezzo di una trafficata strada di campagna nella quale pascolano non solo animali da cortile, ma anche molte motociclette, il mezzo di trasporto principale nel villaggio; a volte, sopra ci sono famiglie intere e pure qualche animale. Le riprese hanno uno sfondo sostanzialmente statico, ma sarà possibile intravedere i performer e gli attori dell’opera, e anche il pubblico, con i cappelli colorati, e gli alberi e gli animali.
Il nostro obiettivo iniziale, infatti, era di democratizzare il piano narrativo del film e focalizzarci non solo sulle azioni, sulla storia, ma anche e soprattutto sui dintorni e sulle periferie che hanno accompagnato le scenografie.

Biennale di Venezia 2015 – Padiglione Polonia – C.T. Jasper & Joanna Malinowska - Halka-Haiti. 18°48’05”N 72°23’01”W – still da video

Biennale di Venezia 2015 – Padiglione Polonia – C.T. Jasper & Joanna Malinowska – Halka-Haiti. 18°48’05”N 72°23’01”W – still da video

La storia, l’architettura e l’estetica del padiglione instaureranno un dialogo con il vostro lavoro?
Abbiamo attivato l’architettura del padiglione attraverso la disposizione, al suo interno, di un muro di sedici metri di lunghezza, tappezzato di forme arrotondate, organiche, in qualche modo reminiscenze di sculture minimaliste. Il film panoramico che documenta la performance haitiana sarà proiettato su questa parete.

Visivamente dunque di quale dimensione faremo esperienza? Avremo a che fare con una comunità che si identifica con la Polonia, seguendo un livello simbolico e generale di condivisione…
Questa è la domanda che ci auguriamo ogni visitatore si porrà quando guarderà il nostro film. Come dicevamo, l’obiettivo della nostra telecamera ha incluso non solo l’opera-performance (un bagaglio della nostra cultura che si sono portati con sé, ad Haiti, anche i nostri progenitori), ma anche il pubblico che, in loco, la stava guardando dal vivo.

Biennale di Venezia 2015 – Padiglione Polonia – C.T. Jasper & Joanna Malinowska - Halka-Haiti. 18°48’05”N 72°23’01”W – still da video

Biennale di Venezia 2015 – Padiglione Polonia – C.T. Jasper & Joanna Malinowska – Halka-Haiti. 18°48’05”N 72°23’01”W – still da video

Potreste esprimere un pensiero o formulare un augurio che accompagni i visitatori al Padiglione della Polonia alla 56. Biennale di Venezia?
Il tempo totale dell’opera-performance, inclusi dodici minuti di spuntar del sole che ci è servito come una sorta di overture, è di 90 minuti. In qualche modo illustra il tempo della vita del villaggio haitiano, molto più rallentato se comparato con la maggior parte delle città europee. Vorremmo incoraggiare i visitatori a spegnere i loro cellulari, una volta all’interno del padiglione, dimenticando tutti i loro appuntamenti in agenda e godendo della lentezza.

Ginevra Bria

www.labiennale.art.pl

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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