Fausto delle Chiaie. L’arte a cielo aperto
Preziose e fugaci pillole di arte a cielo aperto offerte dall’artista romano Fausto delle Chiaie tra Piazza Augusto Imperatore e l’Ara Pacis a Roma. Qui ha creato il suo ultimo atelier, che lascia ogni giorno coloro che passano distrattamente estasiati e divertiti di fronte alla semplicità e ricchezza della sua “robaccia”.
UN ARTISTA EN PLEIN AIR
Fausto Delle Chiaie (Roma, 1944) è un uomo, “un artista en plein air”, come lo definisce Achille Bonito Oliva, il cui genio, tra arte informale e arte povera, è attivo sulla scena artistica romana dagli Anni Settanta. Le sue opere sono state esposte in luoghi più o meno istituzionali nel corso degli ultimi quarant’anni, in tutta la loro originalità e potenzialità espressiva, dal Pincio alla Galleria Sciarra, da Bruxelles all’Irlanda, dal Trevi Flash Museum (1995) al centro sociale Rialto (1998), dall’Auditorium Santa Cecilia (2008) fino alla Biennale di Venezia nel 2011. Alla sua arte e alla sua vita di artista sono stati dedicati un libro, edito da Electa, e un documentario intitolato Robaccia, rubbish, diversi programmi televisivi sulla Rai, nonché un cortometraggio realizzato da Paolo Buatti e presentato a Cannes nel 2013.
CHI È FAUSTO DELLE CHAIE?
La sua carriera comincia come pittore figurativo utilizzando la tecnica del collage, ma la sua arte esploderà a partire dalla redazione del suo Manifesto Infrazionista (1986) in cui l’infra-azione è un’azione-collocazione-donazione di una o più opere, mostrate a terra da parte dell’artista, nei luoghi dell’arte, (…) è il grido d’allarme artistico del malessere storico; dell’accecamento del semplice e dell’umile. L’Infrazione nasce dalla privazione della realtà visiva d’agire-pensare-fare. (…) È la goccia che trabocca e vuole vivere con l’acqua”. Da questo pensiero controcorrente si evolvono le sue capacità come artista, artista di strada, artista di Roma, vera espressione di un sentire rivoluzionario della Capitale.
L’International Council of Museums definisce i musei come “un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. Sono aperti al pubblico e compiono ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisiscono, le conservano, le comunicano e, soprattutto, le espongono a fini di studio, educazione e diletto”. Esattamente ciò che Fausto delle Chiaie ha realizzato creando il suo museo all’aria aperta. “Il museo è vostro, io sono il curatore”, il pubblico diventa custode e testimone dell’opera che si rende visibile inaspettatamente al passante distratto di piazza Augusto Imperatore.
ARTE PUBBLICA E ARTE DI STRADA
Proprio così l’artista si fa promotore di una nuova idea di arte pubblica, pensata per il pubblico, non autocelebrativa né fonte di profitto, ma pura espressione dello spirito artistico di un uomo, un eroe forse, che nella società accelerata e pronta a gettare ciò che appare inutile, lascia di stucco per qualche attimo, qualche prezioso minuto di rivalutazione del valore degli oggetti più innocui. Ed è proprio in questo processo di rivalutazione che il visitatore è guidato, accompagnato dalla presenza costante dell’artista stesso, a dare un nuovo valore alla strada, alla “città eterna”, all’arte e forse anche alla vita.
La sua è arte di strada perché lì nasce e lì espone, rivendicando strade e piazze, spazi pubblici ridotti a meri luoghi di passaggio che perdono così tutta la poesia che li caratterizza. Questa poesia è celebrata dall’opera dell’artista che si pone quale interprete della realtà che lo circonda, dando voce al luogo che lo ospita. “L’invisibile reso visibile, il negativo trasformato in positivo”: questa è la funzione dell’arte di un artista istintivo, senza direzioni, o meglio, con direzioni plurime, la cui acuta ironia regala un sorriso al passante ed al turista distratto, quale dono gratuito dell’arte in tutta la sua purezza. Il dono di pochi attimi di lentezza e leggerezza nella frenetica follia romana.
UN MUSEO A CIELO APERTO
Su una via di passaggio Fausto delle Chiaie è in grado di ri-esaltare il luogo grazie all’abbraccio protettivo delle sue opere che sono offerte quotidianamente al Divino Augusto. “Io sono una dilatazione del luogo” e presiedendo il luogo con il suo “doppione” ridà vita al testo delle Res gestae divi Augusti di fronte al visitatore. “Io sono l’opera”, l’artista si fa arte e curatore. Mentre l’opera circonda il visitatore che, messo al centro, si rende testimone inconsapevole di un esperimento di arte partecipativa.
Creando questo piccolo e prezioso museo a cielo aperto Fausto delle Chiaie ci ricorda come sia tale la nostra stessa Italia. Quanto sia semplice rivalorizzare ciò che ci circonda e quanto questa rivalorizzazione sia necessaria per la nostra identità di uomini. Fausto delle Chiaie è l’Italia che resiste, è l’arte che resiste di fronte all’indifferenza, alla potenza del consumo fugace, all’ignoranza e all’oblio di essere, in quanto Italia e italiani, infinitamente ricchi. È la resilienza dell’arte, fonte di ricchezza per noi stessi e per il mondo intero.
Alice Labor
www.ilmuseochiude.com/fausto-delle-chiaie/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati