My body is the event. L’Azionismo viennese a Vienna

Presso il Mumok di Vienna, fino ad agosto è in corso una retrospettiva sull’Azionismo viennese. A partire da un confronto con la storia della performance internazionale. Se avete in programma vacanze asburgiche, non lasciatevela sfuggire.

Günter Brus, Hermann Nitsch, Otto Muehl e Rudolf Schwarzkogler, pionieri della performance art e componenti del cosiddetto Azionismo Viennese, sono tutti esposti in questa grande mostra al Mumok, il cui protagonista è il corpo come evento.
La loro è una generazione post-guerra, connazionali di Hitler, si collocano in un presente che sente la colpevolezza e il silenzio della loro storia – è l’Austria, non la Germania – e trovano la purificazione nell’archetipico che confina con il repulsivo, incorporando la lezione di Freud.

LE AKTIONEN DELL’ESORDIO
La sala iniziale accoglie i visitatori direttamente nell’azione tramite una serie di grandi schermi che documentano alcune delle Aktionen storiche del gruppo e non solo; si entra in contatto con una serie di vicissitudini corporee, da quelle rituali e orgiastiche di Nitsch, che si spingono fino all’auto-mutilazione, a quelle di genere e scultoree di Carolee Schneeman, come Meat Joy (1964), alla pittura espansa di Paul McCarthy con Face Painting – Floor (1972), fino all’analisi del corpo nelle sue declinazioni più fisiologiche, testimoniate dai video di  Günter Brus, Otto Muehl e del rumeno Ion Grigoriescu.
Le grandi schermate presentano le azioni simultaneamente, offrendo una visione di colori e corpi. Infatti, nella sintesi totale dell’azione vi è una teatralità manifesta, immediata di spazio e tempo, che trascina nell’arte totale di comporre in maniera sincronica pittura, scultura, composizione/installazione, anche se probabilmente in questa sala è la componente iconografica e pittorica che ancora resiste. Si nota soprattutto negli Zock Exercises di Otto Muehl: La Dolorosa espone la passione di un corpo quasi come in affresco religioso; Kardinal ricorda il classicismo romano del Cinquecento, trasfigurato da Bacon e ora esposto nell’estetica dell’atto; Michelangelo, dove i corpi appaiono come “scuoiati” alla maniera michelangiolesca, ma arricchiti dal viscerale.

Carolee Schneeman, Meat Joy, 1964-2008

Carolee Schneeman, Meat Joy, 1964-2008

AZIONISMO COME VITA IN ATTO
Troviamo ora le composizioni dissacranti dei corpi di Fountain, opera di Günter Brus e Otto Muehl, disposti secondo una linea barocca; ora le azioni Carolee Schneeman, provocatorie nell’estremismo che si compone di tribale, di liberazione del corpo ma anche di cromatica sovversione; Ana di Günter Brus, del 1964, a cui si deve l’esordio dell’Azionismo e la cui azione prende luogo in una stanza bianca dove i corpi dell’artista e di sua moglie diventano tele, sfora la pittura nella tridimensionalità della vita.
Certo l’Azionismo incorpora Freud e l’archetipico, l’antropologia e l’eccesso umano, passando il testimone a opere come Ma Bell di Paul McCarthy, per esempio, che troviamo ancora nella sala iniziale, e nella quale con piglio pittorico e isterico interviene su un elenco telefonico, con colla, altri materiali e soprattutto la sua voce.

Marina Abramovic, Freeing the Voice, 1975

Marina Abramovic, Freeing the Voice, 1975

LA NASCITA DELLA PERFORMANCE ART
L’espansione di pittura e scultura è in atto, e nella sala successiva una serie di schermi più piccoli, foto e sculture allargano la prospettiva sulla performance storica internazionale con nomi come Marina Abramovic, Chris Burden, Tomislav Gotovac, Ion Grigorescu, Paul McCarthy, Ana Mendieta, Bruce Nauman, Yoko Ono, Gina Pane, Nesa Paripovic, Ewa Partum, Carolee Schneemann e Valie Export, divisi per tematiche. Questi artisti evitano la clandestinità. Il corpo oltrepassa i confini di letteratura e musica, il corpo come superamento di pittura e scultura, come un mezzo di esperienza, uno strumento di protesta sociale, una rivoluzione nell’arte a cui bisogna ancora una volta guardare.

Sonia d’Alto

Vienna // fino al 23 agosto 2015
Mein Körper ist das Ereignis
a cura di Eva Badura-Triska e Marie-Therese Hochwartne
MUMOK
Museumsplatz 1
+43 (0)1 525000
[email protected]
www.mumok.at

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Sonia D'Alto

Sonia D'Alto

Sonia D'Alto è ricercatrice, scrittrice e curatrice. Attualmente è dottoranda in documenta studies, Kassel. È parte del comitato scientifico della Fondazione Adolfo Pini di Milano, dove, all’interno di “Casa dei Saperi” ha curato il programma biennale Nuove Utopie. Ha organizzato…

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