MARTINI ESPRESSIONISTA E UN GRANDE GUTTUSO
Vale la pena di tornare al Museo del Novecento, quest’estate: due mostre diffuse lungo tutto il percorso integrano la collezione con 130 lavori. Un museo ideale propone undici opere in prestito dai maggiori musei italiani e tredici lavori della donazione Acacia. Nuovi arrivi presenta invece la donazione di Bianca e Mario Bertolini. Ecco alcuni spunti dal percorso rinnovato.
Si parte già dall’atrio, con la prima opera di Un museo ideale: Assurdo diario berlinese (1964), installazione pittorica di Emilio Vedova proveniente da Ca’ Pesaro. Nelle prime sale ecco un’accoppiata di lavori straordinari: la Prostituta (1913) di Arturo Martini, che potrebbe essere opera di un espressionista tedesco; e il Nudo di spalle (controluce) di Boccioni, dipinto del 1909 talmente suggestivo da sfociare nella sinestesia.
Proseguendo, altre due opere di clamorosa bellezza sono il Meriggio (1920 circa) di Casorati, dal Revoltella di Trieste, e la Crocifissione del 1940-41 di Guttuso, dalla Gnam. E davanti a un’opera come quest’ultima ci si interroga su quale forma di miopia (ideologica?) abbia potuto in pochi anni degradare la considerazione nei confronti di Guttuso da pittore italiano per antonomasia ad autore mediamente stimato e talvolta irriso.
OPERE INVECCHIATE PRECOCEMENTE
L’altra metà della mostra è dedicata ad autori italiani contemporanei, con le opere della collezione Acacia. Spiace dirlo, ma il confronto con i grandi del passato è impietoso.
Nel rivedere a pochi anni di distanza le opere di autori come Mario Airò (posto subito dopo Martini e Boccioni), Marzia Migliora (a confronto con Melotti) o Sabrina Mezzaqui si prova una sensazione di eccessiva estetizzazione e di scarsa aderenza allo spirito del tempo.
Si salvano da questa sensazione Roberto Cuoghi, nella sala che ospita anche il Casorati, Francesco Gennari con il suo cubo di farina e Nico Vascellari con i suoi Nidi (a confronto con Manzoni). E soprattutto Tatiana Trouvé con il suo I tempi doppi (2013), caratterizzato da un’espressività tagliente, concettuale e suggestivo assieme.
DALLA POP ART AD ARICÒ E MARIA LASSNIG
La collezione Bertolini, poi: delle seicento opere donate, un centinaio sono presentate nella mostra Nuovi arrivi, sparsa in tre sale. Negli Archivi, opere talvolta minori ma bellissime di autori come Blake, Hamilton, Hockney, Warhol, Schifano, LeWitt, Agnetti, Buren raccontano le stagioni della Pop Art, del Minimalismo e del Concettuale. La sala Focus riunisce poi dieci lavori di Rodolfo Aricò presentandone il lato più rigoroso e concettuale, aggiungendo un tassello convincente alla rivalutazione di cui è oggetto l’artista milanese.
La sala delle mostre temporanee, infine, racconta il Neoespressionismo Anni Ottanta cogliendone il lato ancora attuale, affiancando ai Nuovi Selvaggi autori come Kiefer e Maria Lassnig (straordinario il suo olio Mosche morte del 1981). Infine un suggello, all’uscita: la Rosa bianca del 1967 di Kounellis, anch’essa donata dai Bertolini, che raggiunge in collezione la Rosa bianca del 1966 già presente.
Stefano Castelli
Milano // fino al 13 settembre 2015
Un Museo Ideale
Milano // fino al 1° novembre 2015
Nuovi Arrivi
a cura di Danka Giacon e Cristina Baldacci
MUSEO DEL NOVECENTO
Piazza del Duomo
02 88444061
[email protected]
www.museodelnovecento.org
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/44265/un-museo-ideale/
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