Letture estive, sesta settimana. Di alcune mostre e cataloghi
Siamo alla sesta settimana di consigli di lettura: un libro al giorno, per tutta l’estate. Questa volta parliamo di mostre, e dei relativi cataloghi – che poi diventano qualcosa di più della mera documentazione di quel che potete vedere. Da Torino a Roma, da Reggio Emilia a Carrara: buon viaggio.
TORINO ANNI ‘90
Perché la mostra: per il Museo Ettore Fico, struttura notevole nata da pochi mesi e già attivissima; per fare i conti con quello che ci è passato davanti agli occhi vent’anni fa, e vedere cosa ne è restato.
Perché il catalogo: ogni anno è raccontato pescando da politica e sport, cinema e società: dalla guerra nei Balcani alle vittorie di Alberto Tomba. E in apertura ci sono le interviste a Marco Belpoliti, Enrico Brizzi e Carlo Freccero.
Liberi tutti! Arte e società in Italia, 1989-2001 – TaiBooks
www.museofico.it
SPETTACOLARE MUÑOZ
Perché la mostra: per vedere una delle mostre più ampie e impressionanti del grande Juan Muñoz, scultore spagnolo morto nel 2001; per (ri)vedere i Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer, opera permanente all’Hangar Bicocca: mozzafiato.
Perché il catalogo: il ticket Mousse Publishing / Koenig Books è una garanzia di qualità e ricerca; metteteci anche le fotografie di Attilio Maranzano e gli scritti dell’artista contenuti all’interno, per la prima volta in italiano, e il gioco è fatto.
Juan Muñoz. Double Bind & Around – Mousse/Koenig
www.moussepublishing.com / www.buchhandlung-walther-koenig.de
IL BELPAESE IN PITTURA
Perché la mostra: perché è a Caorle, ovvero a pochi chilometri da Venezia e su un litorale magnifico; per vedere “dal vivo” una serie di pitture che spesso sono in luoghi inaccessibili o quasi, e fra di esse alcuni capolavori prodotti fra 1850 e 1950.
Perché il catalogo: per capire, attraverso una serie di saggi colti e brevi, come il concetto di paesaggio sia in continua evoluzione. E che quindi la difesa dell’esistente è un inedito e spesso devastante conservatorismo.
Bell’Italia. La pittura di paesaggio dai macchiaioli ai neovedutisti veneti – Marsilio
www.marsilioeditori.it
SCATTI DAL CIRCOLO POLARE
Perché la mostra: fa il paio con la personale scultorea di Enrico David, questa fotografica del finlandese Esko Männikkö. Cinquanta scatti per nulla bucolici allestiti alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia, uno dei luoghi più sorprendenti del centr’Italia.
Perché il catalogo: per il fascino incrollabile dei libri a soffietto.
Esko Männikkö. Time Flies. A Highlight – Silvana Editoriale
www.silvanaeditoriale.it
MARMO BIANCO E PELLE NERA
Perché la mostra: per attraversare Carrara – per le vie del centro, dentro il CAP e alla Galleria Duomo – in compagnia delle sculture di uno dei rarissimi artisti neri che hanno operato in Europa a partire dagli Anni Cinquanta.
Perché il catalogo: per i testi di André Breton ed Eduard Glissant; per comprendere come l’intreccio fra Surrealismo e art nègre fosse interpretato partendo da un punto di vista diametralmente opposto.
Carrara, Cárdenas e la negritudine – Grafiche Aurora
www.graficheaurora.it
GLI INGANNI DI FABIO VIALE
Perché la mostra: perché è fra le più notevoli delle tantissime in corso a Pietrasanta, la cittadina a più alto tasso d’arte nell’estate versiliese; perché consente di entrare in un luogo, l’ex Marmi, che c’entra pochissimo con l’ambiente circostante, e gli shock sono sempre un’ottima iniezione di senso critico.
Perché il catalogo: per ripercorrere l’opera di Fabio Viale in senso antologico grazie a un bel libro prodotto dalla Galleria Poggiali e Forconi – ed è un fatto sempre più raro, questo genere di sostegno agli artisti.
Fabio Viale. Punk – Galleria Poggiali e Forconi
www.poggialieforconi.it
CLASH SPAZIO-TEMPORALE
Perché la mostra: perché è allestita ai Mercati di Traiano, tappa obbligata per chiunque sia in visita a Roma; perché anche chi ai Mercati ci sia già stato n volte, vi troverà – e non è la prima volta – un dialogo arricchente fra epoche lontanissime tra loro.
Perché il catalogo: perché poco gli manca per essere un catalogo generale dell’opera dello scultore uruguagio Pablo Atchugarry; perché le fotografie di Aurelio Amendola sono opera nell’opera, anzi opera a sé.
Pablo Atchugarry. Città eterna, eterni marmi – Skira
www.skira.net
Marco Enrico Giacomelli
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