Gusto e bellezza alla Provincia Granda. Sette mostre nel cuneese

Sette mostre a cura dell’Associazione Marcovaldo, che presto sarà una Fondazione. Con il Filatoio di Caraglio a capo di un itinerario turistico-culturale sul tema degli orti. In arte e in natura. Avviato a luglio, il progetto proseguirà fino al 10 gennaio.

MARCOVALDO DIVENTA FONDAZIONE
Se prima la parola d’ordine era “fare sistema”, con una connotazione molto Torino-centrica, ora il concetto si allarga al Piemonte (in questo caso il cuneese) e la “mostra diffusa” e distribuita sul territorio diventa il nuovo modello da esportare, grazie al progetto Gusto e Bellezza. Dal giardino alla tavola. Un circuito di sette mostre, di cui tre già inaugurate a luglio e quattro lo scorso 5 settembre, con il Filatoio di Caraglio a fare da capofila.
Proprio qui si è svolta la conferenza stampa di presentazione, che è stata anche l’occasione per fare il punto sull’Associazione Culturale Marcovaldo (promotore dell’iniziativa), da un anno presieduta da Fiorenzo Alfieri, ma solo temporaneamente, perché entro la fine del 2015 scomparirà come soggetto giuridico. Sarà infatti la già esistente Fondazione Artea (con la stessa Marcovaldo e Regione Piemonte come soci fondatori e una cinquantina di Comuni del territorio) a subentrare nella gestione e valorizzazione della sua rete di musei in provincia di Cuneo.

ORTI A CARAGLIO
Un patrimonio immenso, che si estende su un’area compresa tra la Valle Po e la Valle Bormida, disseminata di castelli e chiese, torri e campanili, e disegnata dalle coltivazioni agricole, dai frutteti, dai giardini e dagli orti attorno a cascine e a ville padronali. Un tessuto ricco di storia e di storie che ha fornito lo spunto per realizzare questo itinerario turistico-culturale, sul tema arte-natura-cibo, che va da Saluzzo a Vinadio, passando per Costigliole di Saluzzo, Dronero, Busca, spingendosi fino a Mondovì.
Il percorso inizia proprio a Caraglio, all’interno della secentesca “fabbrica da seta”, la più antica d’Europa, sede della mostra principale Orti del Paradiso. Capolavori d’arte dal XV al XXI secolo. Un centinaio di opere di epoche diverse accostate, non cronologicamente ma per “piccoli shock visivi”, come ha sottolineato all’inaugurazione la curatrice Martina Corgnati, che ha scelto il tema del giardino “perché la sua nascita coincide con quella della civiltà”.
In una stessa sala si possono così incontrare le tipiche nature morte di età barocca di Giovanni e Niccolò Stanchi con un trittico di tappeti-natura in poliuretano espanso di Piero Gilardi e il Flower fucsia di Andy Warhol. Una volta usciti fuori, nel cortile del Filatoio, il giardino dipinto s’incontra con la realtà di un vero orto: quello coltivato dal curatore e “ortolanoPaolo Peyrone, i cui frutti giunti a maturazione saranno venduti il 20 ottobre nel bookshop del museo.

Ortaggi in ceramica nella mostra Sembra vero al Museo della Ceramica di Mondovì

Ortaggi in ceramica nella mostra Sembra vero al Museo della Ceramica di Mondovì

UN PERCORSO GUSTOSO
Ma l’itinerario di Gusto e Bellezza è solo all’inizio e molti sono i luoghi ancora da attraversare. Se nella Villa Belvedere di Saluzzo è di scena la cultura della tavola imbandita fra Settecento e Novecento, a Palazzo Sarriod de la Tour a Costigliole di Saluzzo si ripercorre la storia della Confraternita dell’antipasto caldo, un’associazione di buongustai nata a Cuneo nel 1983 (in epoca pre-Slow Food) attraverso menù, vignette, disegni e nature morte.
Prima, però, occorre fermarsi a Dronero per immergersi nella storia dell’arte e del gusto in versione grafica al Museo Civico Luigi Mallè. E arretrando ancora, fino a raggiungere il Forte Albertino di Vinadio, si può scoprire la cucina di montagna attraverso le fotografie degli studenti dello IED di Torino.

GIOIELLI INATTESI
Le mostre del circuito Gusto e Bellezza sono anche un tramite per imbattersi in inaspettate collezioni. Come quelle del Museo della Ceramica di Mondovì, collocato nel settecentesco Palazzo Fauzone di Germagnano, dalle cui finestre, affacciate sulla spigolosa piazza Maggiore, si possono vedere le Alpi Marittime e le colline delle Langhe. Qui, nelle sale ricche di affreschi, stucchi, tappezzerie che ospitano oltre seicento pezzi di tradizione monregalese, c’è la ricostruzione di un orto in ceramica, composto dagli storici esemplari del museo e da frutti e ortaggi, riprodotti in ceramica, dagli allievi dell’Accademia Albertina di Torino, presso l’Unità Produttiva interna alla struttura museale.
Sconfinamenti è, invece, il titolo della serie di immagini di Pino e Nicola dell’Aquila che, dall’alto di una mongolfiera, hanno fotografato gran parte del territorio rurale cuneese. La mostra si trova nella parte moderna del Castello del Roccolo a Busca, quella dedicata alle esposizioni temporanee, ma è un piacevole pretesto per raggiungere questo luogo incantato, immerso in un parco plurisecolare, concepito secondo i canoni del giardino romantico con nicchie, laghetti e punti panoramici. E visitare, poi, le sale affrescate con vedute paesaggistiche e soffitti dominati dalla tecnica del trompe l’oeil nella parte storica del castello neogotico, lasciandosi suggestionare dalla leggenda del fantasma di Melania Tapparelli D’Azeglio, nipote dell’illustre politico e pittore Massimo.
Al progetto culturale si affianca, poi, nei fine settimana, un corollario di iniziative di promozione del territorio, come mercatini di prodotti ortofrutticoli, visite guidate nelle aziende agricole intorno alle istituzioni museali e menù a tema nei ristoranti della zona.

Claudia Giraud

www.gustoebellezza.it

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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