Il potere dei simboli. Una mostra contro i tombaroli
È purtroppo un mercato in forte ascesa, quello illegale dei reperti archeologici. Ma in campo, fortunatamente, ci sono anche forze che si contrappongono. Ad esempio la Guardia di Finanza, che ora contribuisce a una grande mostra a Roma.
ANTICHE ANATOMIE
Uteri, falli, vesciche, mani, seni e cavi orali. Veri e propri “unica” nel repertorio delle riproduzioni anatomiche. Opere inedite, databili dal IV-III secolo a.C. al I secolo d.C., notevoli per resa naturalistica e considerevoli dimensioni, decodificate e offerte al pubblico presso l’imponente area di Domiziano a Roma.
Si tratta di una suggestiva rassegna di opere e manufatti d’interesse archeologico che esplorano il tema della simbologia, svelandone i più curiosi segreti dell’antichità. Un intreccio di tradizioni funerarie, usanze mistico-religiose, politiche e persino alimentari, strutturate ad hoc in quattro sezioni e ricostruite grazie al lavoro di équipe specializzate.
MERCATO CLANDESTINO: PURTROPPO IN ASCESA
Primo sul campo, il corpo della Guardia di Finanza, in costante sinergia e comunicazione con il Nucleo della Polizia Tributaria e con il Nucleo Tutela dei Carabinieri.
“Si tratta di oltre duecento reperti recuperati nel corso dell’attività svolta costantemente dalla Guardia di Finanza che, da oltre cento anni ormai, si adopera per la tutela del patrimonio culturale”, dichiara il tenente colonnello Massimo Rossi. “La ricerca ha prodotto brillanti risultati, riuscendo a strappare i reperti storici al traffico clandestino di opere d’arte”.
A parlare sono i dati del traffico clandestino di opere d’arte, in costante e innegabile ascesa, che fa gola ai ricchi collezionisti russi o arabi, impoverendo il nostro territorio. L’Italia? Un “museo diffuso”, com’è ormai proverbiale. Sì, ma sempre più di nome che di fatto. A intervenire è allora la costante attività della Guardia di Finanza, in totale sinergia e collaborazione con il Nucleo dei Carabinieri che, giorno dopo giorno, scovano la bassa manovalanza del mercato nero e arricchiscono le banche dati.
5.000 OPERE RECUPERATE
“Proprio grazie ai sequestri delle operazioni da noi condotte, è stato possibile accogliere l’iniziativa dell’associazione culturale Vicus Italicus e aprire le porte ai visitatori, guidandoli nella difficile decodificazione dei simboli”, racconta ancora Rossi. “Recentemente sono stati infatti rinvenuti reperti provenienti dalla stipe votiva di Pantanacci grazie all’importante operazione condotta nel 2012, quando si è individuato un sito fino ad allora del tutto sconosciuto ai mappali della Soprintendenza”. Si tratta di un sito scoperto nel corso di un’operazione condotta all’interno di una cavità nascosta da una parete tufacea, riuscendo a recuperare oltre 5mila opere, già impacchettate e destinate al mercato illegale.
“Il danno maggiore, spesso causato dall’attività clandestina, è la perdita del dato scientifico di cui sarebbero state portatrici le opere qualora fossero state rinvenute nel sito di primigenia appartenenza. È molto arduo ricostruirne la provenienza con assoluta precisione, in ragione del loro status”, dichiara il tenente colonnello, portavoce, con orgoglio ed entusiasmo, del progetto.
Flavia Zarba
Roma // fino al 15 aprile 2016
Symbola. Il potere dei simboli
a cura di Vincenzo Lemmo
Catalogo DiElle
STADIO DI DOMIZIANO
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