Liliana Moro e la Fondazione Zegna. Una nuova pietra miliare
Per la settima edizione di All’Aperto, dopo gli interventi di Buren, Garutti, Arienti, Signer, Maloberti e Graham, è il turno di Liliana Moro. La prima donna selezionata da Andrea Zegna e Barbara Casavecchia stabilisce un nuovo legame e conferisce un nuovo senso ai territori di Trivero.
A ottobre, a Trivero in provincia di Biella, si è svolta la settima edizione di All’Aperto. Il progetto promosso dalla Fondazione Zegna, dopo le banderuole di Buren (2007), le dodici panchine di Garutti (2009), le teste pensanti di Arienti (2011), l’orologio senza lancette di Signer (2012), il giardino delle delizie di Maloberti (2013) e il padiglione in acciaio e vetro di Graham (2014), allestito nella Conca dei Rododendri, ha dato vita a un nuovo intervento.
Definito dalla sua stessa autrice una “struttura d’accoglienza”, in realtà 29.88 KMQ per Liliana Moro (Milano, 1961) non corrisponde solamente a una traccia dedicata a seguire l’intera estensione del Comune di Trivero, che Moro ha mappato con attenzione da cartografo, per poi trasformarlo in scultura. Ma si presenta anche come una sorta di guida vocale, voluta come segnale della presenza imperitura dell’artista. Una guida sonora che sospinge con delicatezza e oggettività il pubblico alla scoperta delle diverse installazioni già disseminate nel paesaggio.
L’artista ha ristrutturato e riallestito la sede in collaborazione con i membri dell’associazione. E al suo interno ha collocato una grande mappa tridimensionale e sonora, un vero e proprio plastico che riproduce i rilievi altimetrici del territorio di Trivero. Azionandone i pulsanti, piccole luci identificano il posizionamento delle opere permanenti create dal 2007 per All’Aperto. In collaborazione con il musicista Tommaso Previdi, Moro interpreta il lavoro degli artisti che l’hanno preceduta, consegnandone una lettura inedita ai visitatori.
Abbiamo approfondito con i tre protagonisti di questo settimo progetto (i due curatori Andrea Zegna e Barbara Casavecchia, assieme all’artista) diversi aspetti dell’intervento in situ, delineandone dettagli formali, concettuali e costruttivi.
Dopo l’inaugurazione dell’intervento di Dan Graham, quale nuovo aspetto si è voluto valorizzare del paesaggio di Trivero?
Andrea Zegna: Non siamo partiti dal desiderio di valorizzare un luogo in particolare, com’era successo nel caso dei lavori di Daniel Buren e di Dan Graham. Per la prima volta Liliana Moro, con il suo progetto, ha risposto a una richiesta specifica del Comune di Trivero e dell’Oasi Zegna: progettare un manufatto dove i triveresi e i turisti potessero trovare informazioni inerenti al territorio. La scelta del luogo su cui ragionare è stata fatta congiuntamente da Liliana e da noi curatori e si tratta dell’ingresso privilegiato alla parte alta del paese di Trivero, oltre che alla Panoramica Zegna. Liliana ha pensato non solo alla forma e all’architettura dell’edicola, ma anche al ridisegno dell’area che ospita l’infopoint. A progetto ultimato, l’opera si integra perfettamente nel contesto, soprattutto in termini dimensionali, e rappresenta già un punto di riferimento per i triveresi, oltre a essere una presenza magica durante la notte.
È lecito pensare che il lavoro di Liliana abbia funto da mappatura, da ricapitolazione del lavoro fin qui svolto?
A. Z.: Poiché le opere realizzate finora grazie al progetto All’Aperto si sono integrate e fanno parte del territorio triverese e ne rappresentano una valenza importante, Liliana ha approfittato dell’occasione per interpretarle, visualizzarle e raccontarle in un modo molto personale. Da parte nostra abbiamo pensato a una mappa pieghevole completamente ridisegnata, dove sono visualizzate le singole opere con le informazioni relative agli artisti e a ogni singolo progetto.
Quale augurio, quale pensiero esprimere nei confronti di 29,88 KMQ?
A. Z.: Essendo io un architetto, sono molto soddisfatto di come l’opera di un artista abbia saputo inserirsi così bene in un contesto dato, valorizzandolo allo stesso tempo. Se per di più abbiamo soddisfatto le richieste della “committenza”, allora bingo!
E, invece, nei confronti della futura, ottava edizione di All’Aperto, si può anticipare anche solo un indizio?
A. Z.: Vorremmo tornare a lavorare nella natura, fuori dal centro abitato. Sfida molto impegnativa per un artista, ma che può stimolare progetti interessanti.
Come funziona 29,88 KMQ?
Barbara Casavecchia: 29.88 KMQ funziona in primis come infopoint collocato all’ingresso del paese, nella rotonda di piazza della Repubblica. È nato così anche su richiesta del Comune, che ha domandato a noi curatori di All’Aperto se volessimo coinvolgere un artista nella progettazione della struttura. Liliana è stata molto generosa nell’accogliere fino in fondo questa richiesta funzionale, e altrettanto magistrale nel farne una vera e propria scultura, sovrastata da un lampione giallo e ricoperta da immagini di animali selvatici alti due metri, che la rendono un oggetto al tempo stesso familiare e alieno.
In che modo se ne fruisce?
B. C.: Se ne può usufruire nel modo più lineare, leggendo le notizie che scorrono sulla fascia del display o prendendo dallo sportello una delle mappe delle opere di All’Aperto in distribuzione. L’opera è comunque composta da due parti: l’altra s’incontra all’interno dell’ufficio Pro Loco dove, premendo un bottone sulla pulsantiera di un grande plastico bianco, si può sentire la voce di Liliana raccontare i lavori degli gli altri colleghi artisti disseminati sul territorio.
Il messaggio qual è?
B. C.: È, credo, semplice e profondo: dice che l’artista può mettersi al servizio della comunità senza snaturarsi né rinunciare alla propria poetica. Trovare la propria relazione col pubblico, il proprio modo di raccontare come e perché si creino delle opere.
A tuo modo di vedere, rispetto agli altri artisti selezionati, quale dialogo attiva il lavoro di Liliana?
B. C.: È il primo lavoro “parlante” di All’Aperto, si rivolge direttamente agli spettatori, grandi o piccoli che siano. E lo fa con un linguaggio che è volutamente diretto, carico di emozioni e sensazioni personali, accogliente. È anche il primo ad accogliere al proprio interno i lavori altrui, a ricostruire idealmente una geografia di interventi sul territorio, senza mai trasformare nulla in monumento.
Come descriveresti il tuo approccio dalla concezione all’installazione di 29,88 KMQ?
Liliana Moro: Inizia tutto con un sopralluogo. Il titolo 29,88 KMQ è la misura dell’estensione del territorio di Trivero. I luoghi sono tanti e quasi tutti immersi nel verde, per cui il rapporto con il paesaggio naturale è predominante. Per mia natura cerco un luogo più “urbano” e individuo, all’ingresso del paese, una rotonda stradale. Non ho ancora in mente niente ma, parlando con il sindaco, con Andrea Zegna e Barbara Casavecchia, mi viene espresso il desiderio di avere proprio lì all’incrocio un infopoint al servizio dei turisti e dei cittadini. La proposta mi piace, l’accetto e inizio a progettare.
Quale dato inatteso di Trivero hai appreso lavorando in situ?
L. M.: Il progetto è lungo e complesso, non avevo mai ideato un’architettura e neanche un’opera che dovesse tener conto dell’estetica da una parte e dall’altra della funzionalità. Decido poi di mettere mano anche all’Ufficio del Turismo al Centro Zegna. Qui realizzo una mappa/scultura di una parte del territorio di Trivero, concentrando l’attenzione sulle opere d’arte già presenti e realizzando così un’audioguida che racconta con suoni e con la mia voce le opere degli altri artisti. Il mio modo di procedere in una progettazione di un’opera pubblica permanente è sempre di uno sguardo e un ascolto a 360 gradi: molte sono le domande che ci si pone e molta l’attenzione che devi mettere nel rispetto del luogo e, soprattutto, delle persone che lì vivono.
Da artista, quale progetto delle edizioni precedenti ti ha colpito di più? Quale ha reso, per te, il paesaggio di Trivero una vera oasi?
L. M.: Ho realizzato un progetto che è quasi a servizio delle opere d’arte realizzate a Trivero. Tutti i lavori sono pensati per quei luoghi e hanno cambiato il paesaggio: la sensazione più piacevole è di far parte di un progetto unico, ampio. E per stare nello spirito della mia audioguida… dai, prendete la macchina e organizzate una splendida gita all’Oasi Zegna e alle opere di All’Aperto!
Ginevra Bria
www.fondazionezegna.org/all-aperto/
www.oasizegna.com
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