UNA MOSTRA COME PRIMO PASSO CONCRETO
ArtLine Milano è stato un progetto molto intenso, durato oltre due anni. Un percorso all’interno del quale sono state coinvolte moltissime persone, così tante che questo progetto non è rimasto soltanto un progetto”, ricorda Sara Dolfi Agostini, curatrice, assieme a Roberto Pinto, della mostra allestita nelle sale del piano nobile di Palazzo Reale. Un itinerario per la città, esposto nel proprio fulcro storico, presenta al pubblico un camminamento elegante, dispiegato su tavoli, teche e piedistalli bianchissimi.
Basi per trenta opere, illustrate attraverso mockup, disegni, bozzetti, maquette, render, fotografie e video, selezionati con l’intento di accompagnare la nascita del Parco d’Arte Contemporanea di Milano che sorgerà nel quartiere di CityLife. Area di riqualificazione urbana dello storico polo urbano della Fiera di Milano. “Purtroppo in Italia ne vediamo tanti di progetti bellissimi che alla fine non hanno la possibilità concreta di realizzarsi. Questa mostra per noi è fondamentale perché rappresenta un primo tassello di un processo di accompagnamento della città al progetto di ArtLine Milano”, prosegue Sara Dolfi. “Questa mostra non è fatta per gli addetti ai lavori, piuttosto è stata concepita per la città. Noi volevamo che tutti fossero in grado di comprendere gli aspetti che gli artisti avevano intravisto, di Milano, e come loro avevano deciso di inerirvi tutto il potenziale estetico, materico e concettuale che l’arte di oggi riesce a esprimere”.

ArtLine - veduta della mostra presso Palazzo Reale, Milano 2015

ArtLine – veduta della mostra presso Palazzo Reale, Milano 2015

GLI ARTISTI E LA GIURIA
Gli artisti invitati sono quindici italiani (Alis/Filliol, Giorgio Andreotta Calò, Francesco Arena, Riccardo Benassi, Rossella Biscotti, Linda Fregni Nagler, Adelita Husni-Bey, Nicola Martini, Margherita Moscardini, Ornaghi e Prestinari, Alice Ronchi, Matteo Rubbi, Elisa Strinna, Nico Vascellari, Serena Vestrucci) e quindici stranieri (Maria Anwander, Mircea Cantor, Shilpa Gupta, Eva Kotátková, Maria Loboda, Armando Lulaj, Marie Lund, Haroon Mirza, Marlie Mul, Amalia Pica, Wilfredo Prieto, Jon Rafman, Timur Si-Qin, Rayyane Tabet, Xu Zhen).
La mostra dei loro lavori”, ricorda la curatrice, “rimarrà aperta fino al 10 gennaio, successivamente annunceremo i vincitori del concorso, dopo aver utilizzato tutti i passaggi tecnici anche per l’approvazione dei progetti, e poi inizieremo ad avviare un public program, tenendo quindi conferenze, workshop e laboratori nei territori di tutti gli artisti coinvolti. Quindi sia per coloro che saranno i vincitori sia per coloro che sono stati selezionati per parteciparvi. In parallelo avremo la massima presenza sulla Rete di social media e social network”.
Una giuria di sette membri, tra cui curatori e direttori di istituti d’arte moderna e contemporanea, selezionerà tra i trenta progetti gli otto vincitori, le cui opere entreranno permanentemente a far parte del Parco d’Arte contemporanea di Milano. I giurati –Charles Esche, Mary Jane Jacob, James Lingwood, Gianfranco Maraniello, Iolanda Ratti, Lea Vergine e Angela Vettese – annunceranno gli otto progetti vincitori a Palazzo Reale il 10 gennaio, in occasione della chiusura della mostra che racchiude il pensiero dell’intera struttura di ArtLine.

ArtLine - veduta della mostra presso Palazzo Reale, Milano 2015

ArtLine – veduta della mostra presso Palazzo Reale, Milano 2015

L’EVOLUZIONE DI CITYLIFE
Nella prima sala del percorso sono presentati quattro monitor che descrivono il paesaggio. Sugli schermi passano in loop le foto degli artisti in sopralluogo, per mostrare come si sono avvicendate tutte e trenta le visite, talvolta compiute con quaranta gradi all’ombra in cantiere. Inoltre sono stati allestiti altri tre monitor che illustrano, in contemporanea, passato presente e futuro di CityLife”, racconta Sara Dolfi. “Il passato si rispecchia nelle fondazioni, attraverso le foto dell’archivio Fiera Milano, luogo che dal 1920 al 2005 ha rappresentato un ponte verso l’Europa, per la città. Il presente, invece, si riflette nelle diverse prospettive dei lavori e per finire i rendering per mostrare come l’area verrà trasformata, nell’arco di un anno e mezzo. A seguire sono state presentate le trenta ipotesi, le proposte di progetto che, a volte, sono state più attinenti alle richieste iniziali e altre volte, invece, si sono presentificate come metafore delle loro idee”.
Il progetto del Parco d’Arte Contemporanea di Milano, infatti, è stato concepito come un itinerario espositivo diffuso, di dialogo che mette a frutto tutto il potenziale dell’arte contemporanea, permettendo un’ampia ricognizione dell’odierna identità pubblica dell’arte. Pertanto i curatori del progetto hanno invitato trenta artisti appartenenti alla generazione di non ancora quarantenni, con un curriculum di rilievo, per proporre un intervento artistico site specific da inserire nel nuovo contesto urbano di CityLife.
Agli artisti”, conferma la curatrice, “è stato garantito un rimborso spese utilizzato sia per la realizzazione degli elaborati in mostra, sia per il sopralluogo. La maggior parte di loro, infatti, è venuto a Milano per visitare questo luogo ancora tutto in fase di costruzione. Un sito che anche noi curatori abbiamo cominciato a comprendere sempre di più attraverso le domande, le analisi e le curiosità dei trenta artisti coinvolti. Si è verificato, attraverso lo sguardo degli artisti, un processo di conoscenza e di appropriazione dello spazio, un percorso che è durato mesi ma che poi ha garantito loro la massima libertà, a livello di strumenti e di linguaggi, in merito alle rispettive presentazioni dei progetti”.

ArtLine - veduta della mostra presso Palazzo Reale, Milano 2015

ArtLine – veduta della mostra presso Palazzo Reale, Milano 2015

ARCHITETTURE E PARTECIPAZIONE
Le opere degli otto vincitori del concorso costituiranno una parte del percorso di ArtLine, che sarà realizzato a partire da aprile 2016, quando sarà posizionata la prima opera realizzata. A seguire, a mano a mano che saranno realizzati, verranno installati tutti i lavori, che costituiranno un’esposizione permanente completamente integrata con le architetture di Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind e con l’evoluzione naturale del parco di CityLife, progettato dallo studio Gustafson Porter.
Roberto Pinto aggiunge: “Il rapporto con l’architettura e il territorio è stato fondamentale. Fin dal principio abbiamo coinvolto istituzioni come il Politecnico di Milano, l’Accademia di Brera, l’Università Statale e persino il Liceo Artistico Boccioni non solo per presentare il progetto, ma anche per entrare in dialogo con i singoli docenti e gli alunni. Proprio per far comprendere il fatto che ArtLine stia offrendo qualcosa alla città e che serva un punto di vista d’insieme per finalizzare le opere. Non tanto attraverso un processo partecipativo tradizionale, che sarebbe stato un programma utopico, dato che il luogo non è ancora abitato e che ha rappresentato un vuoto per la città; quanto piuttosto attraverso un dialogo allargato ideale. La mostra è quindi un punto di partenza che, nel frattempo, sta mettendo alla prova i progetti, anche dal punto di vista della fattibilità ingegneristica e della manutenzione dei lavori nel tempo, verificata attraverso gli uffici del Comune.

ArtLine - veduta della mostra presso Palazzo Reale, Milano 2015

ArtLine – veduta della mostra presso Palazzo Reale, Milano 2015

OLTRE GLI STEREOTIPI MILANESI
Ma esiste una differenza di approcci tra gli artisti stranieri e quelli italiani? “Abbiamo voluto selezionare artisti italiani e artisti stranieri che, per la maggior parte, hanno già lavorato in Italia, perché abbiamo voluto che non si confrontassero con i simboli o gli stereotipi di Milano, quanto piuttosto che ne attraversassero, ne costituissero dall’interno, letture più critiche e anche, talvolta, più scomode, ma comunque tratte da un’esperienza reale del territorio”, risponde Pinto. Questo era il fattore che non volevamo includere in un parco di arte pubblica, per non incorrere in un parco tematico sugli stilemi milanesi, senza andare a intaccare i valori profondi del vivere urbano. L’augurio è che queste opere davvero vengano prese in carico delle persone, che la cittadinanza, oppure anche solo una parte, si affezioni a questi otto oggetti che talvolta possono essere scomodi, di pensiero, e che non dialogano in senso tradizionale sul bello, sul piacevole o sulla condivisione di simboli immediatamente riconoscibili. Vorremmo che i lavori fossero un dialogo di scambio basato sulle differenze, per partecipare e fruirne narrativamente, attraverso approfondimenti, letture successive. Come, ad esempio, pragmatici colophon esplicativi in loco e visite guidate tenute dagli artisti, magari visibili anche attraverso telefonini e tablet. Vorremmo dare la possibilità a tutti di riuscire ad approfondire, a seconda dell’impatto che le opere avranno su chiunque le attraversi o le viva”.

Ginevra Bria

Milano // fino al 10 gennaio 2016
ArtLine Milano
a cura di Sara Dolfi Agostini e Roberto Pinto
PALAZZO REALE
Piazza Duomo 12
www.artlinemilano.com

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/50127/artline-milano/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

Scopri di più