Sui 500 euro ai giovani. Federculture risponde a Stefano Monti
Arriva un’altra risposta all’editoriale di Stefano Monti sulla “manovra comunicativa” del Governo Renzi. E così, dopo la difesa dell’onorevole Roberto Rampi, arriva l’endorsement di Andrea Cancellato, presidente di Federculture.
Sta suscitando un dibattito piuttosto acceso l’articolo di Stefano Monti che abbiamo pubblicato a metà dicembre. Oggetto: i 500 euro che il governo ha stanziato per tutti i 18enni, denari da spendere in cultura. La critica? La sintetizziamo così, con il passaggio chiave dell’intervento di Monti: “Lo Stato ha deciso di affrontare una maggiore spesa militare, cavalcando l’onda di paura che hanno scatenato gli eventi di Parigi. In questo non c’è niente di male. Il Governo è chiamato a governare. Quindi può decidere, nell’ambito della vita democratica, di avviare percorsi di questo tipo. Ma è giusto che lo dica, che si assuma le proprie responsabilità davanti alla Nazione, non che nasconda i cocci del vaso sotto il tappeto sperando che nessuno se ne accorga”. E cosa c’entra in tutto questo la cultura? “I 500 euro non sono un investimento, sono una spesa in comunicazione”, prosegue Monti. “Un lavaggio di coscienza. La cultura in tutto questo è una prostituta. La si usa senza averne chiesto il permesso, e la si paga”.
Dicevamo delle reazioni. Lo scorso 20 dicembre abbiamo pubblicato quella di Roberto Rampi, deputato in quota al Partito Democratico e membro della Commissione Cultura della Camera. Dove si sostiene che, tutto al contrario, quel bonus di 500 euro rientra in un programma ben preciso, “una serie di misure che hanno visto un’inversione di tendenza sostanziale proprio sulle risorse investite in cultura”. E l’onorevole non lesina critiche ai “gufi”: “Valuteremo gli esiti della sperimentazione, con attenzione. Certo. Saremo attenti nell’attuazione perché ogni euro arrivi a destinazione. Ma un’analisi anche di poco meno superficiale di quella prevalente credo possa mettere in luce la rilevanza di un’azione di questo genere”.
E arriviamo a oggi. Quando a intervenire è Andrea Cancellato, nominato da poco più di un mese presidente di Federculture e dal 2002 direttore generale de La Triennale di Milano. Qui sotto la sua breve lettera aperta. E il dibattito resta aperto.
Marco Enrico Giacomelli
Gentile Direttore,
ho riflettuto sull’articolo di Stefano Monti di mercoledì scorso, Quando la cultura perde dignità. Con 500 euro, e le chiedo di poter intervenire in merito per esprimere il mio dissenso.
Non tanto sul commento relativo alla corrispondenza dell’iniziativa del Governo di mettere a disposizione dei nuovi diciottenni 500 euro per la cultura con gli investimenti sulla sicurezza (o sulla guerra, come scrive Monti), poiché le opinioni sono sacre soprattutto quando non si condividono, quanto sul fatto che questi 500 euro siano offensivi e degradanti.
È invece un’iniziativa utile e con possibili effetti di moltiplicazione dei risultati, se si pensa, ad esempio, che i giovani fruiscono più degli altri delle iniziative in gruppo.
La verità, io credo, è che siamo stati tutti sorpresi dal progetto del premier Renzi, che ha dimostrato di “avere una marcia in più” e che, al di là del merito specifico del provvedimento, ci insegna che dobbiamo avere più coraggio e più fantasia nelle nostre rivendicazioni al Governo.
Infatti, perché non è venuto in mente a noi, operatori delle strutture culturali italiane, di chiedere un progetto specifico per l’avvicinamento alla produzione culturale per i giovani? Perché non abbiamo sostenuto con energia e continuità l’idea di Federculture di portare in deduzione fiscale le spese per libri, visite alle mostre e musei, partecipazioni ai concerti o a teatro?
Se è vero che i giovani in Italia sono pochi, e in futuro ancora di meno, ad essi dobbiamo dedicare una grande attenzione e il provvedimento del Governo è giusto e, se la sperimentazione sarà positiva, andrebbe reso strutturale.
Federculture è pronta a collaborare per rendere più agevole l’affermazione di questa iniziativa e, se possibile, studiarne altre nella stessa direzione.
Andrea Cancellato
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