Bologna Art Week. Intervista con SetUp Fair

È uno staff tutto al femminile, quello che organizza la SetUp Fair di Bologna. Noi abbiamo intervistato la presidente Simona Gavioli e il direttore Alice Zannoni. Per capire se hanno rapporti con ArteFiera, se pensano di cambiare sede, cosa hanno intenzione di fare in futuro… E intanto l’appuntamento 2016 è per questo fine settimana.

Quarto anno per SetUp. Lo facciamo un breve bilancio del primo triennio?
Il bilancio è positivo. Se pensiamo che quattro anni fa abbiamo iniziato senza sapere come si organizza una fiera, senza soldi, senza finanziamenti, ma solo con tanto entusiasmo e voglia di fare, i risultati del triennio sono strabilianti. Da 23 gallerie del primo anno, ora ne abbiamo ben 44. Ci sono dei numeri parlanti che ci fanno capire che abbiamo lavorato bene, posizionandoci con un’identità ben precisa e acquisendo credibilità nel settore, sia tra le gallerie che tra i collezionisti.

I tre scogli più insidiosi che avete affrontato in questi anni?
La burocrazia (che non è uno scoglio ma è un tornante: non si supera, si impara ad essere zen), il fatto di essere un progetto nuovo (spesso il nuovo fa paura) e… far capire che non stiamo scherzando per niente.

La storia delle “fiere collaterali” in Italia è – come tante altre cose – piuttosto anomala. Ce ne sono poche, e quelle poche che ci sono spesso vengono osteggiate e ostacolate dalle main fair. Quali sono i vostri rapporti con ArteFiera?
Condividiamo la stessa città, lo stesso periodo, ma siamo due progetti diversi, addirittura con un assetto societario diverso: noi siamo un’azienda privata e abbiamo obiettivi diversi. Sarebbe interessante una collaborazione, dato che, in qualche modo, agiamo come fossimo la “nursery”, facendo crescere i giovani talenti, sia artisti che gallerie, che poi passano alla fiera madre.

Etnik + Corn79 - Autostazione, Bologna 2016 - photo Rosy Dennetta

Etnik + Corn79 – Autostazione, Bologna 2016 – photo Rosy Dennetta

Parliamo degli spazi. L’Autostazione è sicuramente comoda dal punto di vista topografico e immagino anche logistico. Però in quei corridoi stretti ci si accalca sempre in maniera asfissiante… Avete in programma di traslocare prima o poi? Anche perché la fiera si sta ingrandendo a ritmi vertiginosi.
L’Autostazione è strategica! Oramai ci siamo anche affezionate, vivendoci dentro da quattro anni. Quando siamo partite, non immaginavamo un successo così, e sì, in effetti stiamo crescendo davvero a ritmi vertiginosi. Le strade sono tre: o si lavora nella direzione della selezione estrema (quest’anno non sapevamo più come fare, perché ci sono arrivati tanti progetti bellissimi), o si trasloca, o si conquistano altri spazi verticalizzandoci ulteriormente, come abbiamo fatto quest’anno, prendendo l’atrio dell’Autostazione… o più giù, o più su.

Alla guida di SetUp c’è una coppia di donne. Forse l’unico altro esempio in Italia è Flashback a Torino. Riflessioni in merito? Qualcosa sta lentamente ma inesorabilmente cambiando?
Indubbiamente la questione merita una riflessione, ma sai per noi le questioni di genere sono superate, chi ci conosce sa come lavoriamo. Non abbiamo forza bruta nella braccia, forse questo sì, ma sappiamo coordinare chi lavora con noi facendoli sentire parte di un progetto, anche il manovale per intenderci… SetUp è possibile per una serie di anelli professionali che si intrecciano, ogni parte è importante. Sappiamo stare benissimo tra il disastro atomico di una fiera che si sta montando e una cena con collezionisti importanti. Si switcha di continuo in situazioni anche rocambolesche.

Un’altra particolarità di SetUp è la scelta di un tema. Quest’anno è l’“orientamento”. Viene da pensare a Lucio Dalla: “Nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino”. Ci spiegate perché e come va inteso questo spunto?
Abbiamo scelto questo tema partendo da una riflessione che abbiamo fatto su noi stesse e su SetUp. “Dove vogliamo andare?”, è stata la domanda che ci siamo poste. La risposta ci ha intrigate e abbiamo deciso di farla anche ai nostri espositori, in modo da poter avere il panorama del “dove siamo?” e “dove andiamo?” attraverso la lettura dei progetti curatoriali. Il tema poi è strategico perché è a “maglia larga”, lasciando spazio all’espressione: orientamento geografico, politico, sessuale, sociale…

Etnik + Corn79 - Autostazione, Bologna 2016 - photo Rosy Dennetta

Etnik + Corn79 – Autostazione, Bologna 2016 – photo Rosy Dennetta

Uno dei progetti speciali della fiera consiste nel wall painting di Corn79 e Etnik sulla “pelle” dell’Austostazione. A questo punto non posso fare a meno di chiedervi una riflessione sugli “strappi” delle scorse settimane.
Speriamo che non stacchino niente, ma se così fosse saremo orgogliose di aver contribuito alla nascita di un nuovo progetto che tanto sta facendo discutere.

Chiudiamo con un esercizio di predizione. Descriveteci SetUp in tre righe, ma come se fossimo nel 2020.
Sarà sempre una contemporary art fair, noi avremo qualche anno in più, ma non avremo perso lo smalto e lo spirito, saremo cresciute ancora di più e… il 2020 è dietro l’angolo! Mica tanta predizione!

Marco Enrico Giacomelli

Bologna // dal 29 al 31 gennaio 2016
inaugurazione a inviti: 28 gennaio ore 20-24
SetUp Contemporary Art Fair 2016
AUTOSTAZIONE
Piazza XX settembre 6
051 4122799 | 051 4848278
[email protected]
www.setupcontemporaryart.com/2016/

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/50799/setup-2016/

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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