Tra gli atolli del Pacifico. Arte e scienza secondo TBA21
Se la ricerca scientifica è stata finora più curiosa rispetto alle oscurità celesti che a quelle subacquee, l'arte contemporanea può essere ripensata come scintilla per avviare un progetto multidisciplinare che indaga i fondali oceanici. È The Current, programma di spedizioni lungo le rotte del Pacifico, ideato da TBA21 – Thyssen-Bornemisza Art Contemporary.
TUTTO È COMINCIATO CON OLAFUR ELIASSON
È partito nel 2011, terminerà nel 2018 e gli esiti complessivi sono ancora tutti da conoscere: è The Current, programma di ricerca finanziato e ideato da Francesca Habsburg, fondatrice di TBA21 – Thyssen-Bornemisza Art Contemporary, piattaforma per l’arte con sede a Vienna.
Ricorderete forse la mostra di Olafur Eliasson Baroque Baroque, organizzata dalla stessa fondazione nella capitale austriaca, ospitata nel sontuoso Palazzo d’Inverno del Principe Eugenio. Ebbene, è proprio seguendo la vocazione dell’artista scandinavo, dedito a indagare la sottile linea tra arte e scienza, che ha preso rotta un programma di ricerca focalizzato su sperimentazioni artistiche e scientifiche on the road. Come afferma Hagsburg, l’obiettivo è portare “la pratica creativa fuori dallo studio, la scienza fuori dal laboratorio, i partecipanti fuori da ogni area sicura”.
UNA LAMA FRA TERRA E CIELO
Al centro, l’Oceano Pacifico come metafora di un’emergenza ambientale, degli ecosistemi a rischio, fragilissimi dinnanzi al minimo innalzamento del livello del mare: appena quaranta centimetri sono sufficienti a mettere a repentaglio l’equilibrio biologico di diversi sistemi marini e insulari. Le stime ben più nere, causate da ciò che molti scienziati hanno battezzato “antropocene”, l’età geologica inaugurata dal dominio dell’uomo sul pianeta, saranno probabilmente fatali per molti di queste realtà. Ma non solo: tale vulnerabilità si accosta drammaticamente al futuro e al patrimonio culturale di molte comunità delle isole dell’Oceania.
Una sfida accolta dai partecipanti dei primi due cicli della missione, terminata lo scorso ottobre a bordo della nave da ricerca Dardanella: “Gli artisti che hanno preso parte alla spedizione in Papua Nuova Guinea si sono chiesti che cosa sarà di molte di queste popolazioni”, osserva Markus Reymann, direttore del progetto. “Si è quindi aperto il grande interrogativo circa il futuro dei rifugiati per condizioni climatiche, e del futuro di culture basate su pratiche orali e performative. Questo è stato il pretesto principale per allargare la stessa nozione di ‘produzione di conoscenza’ e riflettere sull’egemonia del testo, d’impianto occidentale, rispetto a produzione culturale e diffusione epistemica”.
MUSEI SUBACQUEI E TARTARUGHE FLUO
Fra i partecipanti, i capi guida delle spedizioni nei prossimi tre anni sono tre curatori, fra le Isole Tuamotu e Fiji: Ute Meta Bauer, Cesar Garcia e Damian Christinger. Fra gli artisti, Tomás Saraceno, Amar Kanwar, Doug Aitken.
Nel Pacifico, Saraceno ha sperimentato alcune delle sue celle Aerocene, spinte dal solo movimento dell’aria, senza immissione interna di elio o combustibile, pensate utopicamente come mezzo di locomozione fra terra, correnti sottomarine e brezza da atolli polinesiani. A Doug Aitken verranno commissionati dei padiglioni d’arte visitabili sott’acqua, pensati inoltre come sistemi di aggregazione per la fauna marina. Ma non solo artisti: il team, accompagnato da scienziati e biologi marini, ha fatto anche una scoperta tra le più importanti dell’anno per la biologia degli oceani, una tartaruga biofluorescente, il primo rettile con simili caratteristiche a essere mai stato scoperto, avvistata tra i fondali delle Isole Salomone.
Una piattaforma forse lontana da un modello paracadute estraneo a ecosistemi locali, e forse attenta alle sfumature in piccola scala più di quanto una grande mostra internazionale, o una fiera, possa esserlo. La ricerca è altra cosa, dicono gli organizzatori; Habsburg, se non altro, lo lascia sperare: “C’è soltanto una sottile linea di particelle che divide l’oceano dall’aria; tali due dimensioni sono così importanti e connesse. Pensiamo che portare degli artisti su tale superficie, e tra comunità che vivono su tale linea d’acqua, e da questa dipendono, sia altrettanto importante”.
Anche quando l’ultima onda avrà travolto l’ultima spiaggia, in ogni caso, ci aspetteranno più segreti sott’acqua che in cielo.
Elio Ticca
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