È morto Pirro Cuniberti, artista… fantastico
Aveva 92 anni, Pirro Cuniberti. Ci ha lasciati ieri 4 marzo 2016 a Bologna. Questo è il ricordo di un artista fondamentale per un'intera generazione dell'arte nostrana. Lo firma Antonio Grulli, che con Cuniberti aveva fatto una mostra un paio di anni fa.
Se ne è andata nella notte una delle grandi figure dell’arte italiana dell’ultimo secolo: Pirro Cuniberti. Era nato vicino a Sala Bolognese nel 1923, fu allievo di Giorgio Morandi e di Giovanni Romagnoli all’Accademia di Belle Arti di Bologna, si diplomò nel 1948. Nello stesso anno scopre alla Biennale di Venezia l’opera di Paul Klee, da allora riferimento per la sua concezione della forma come infinita genesi creativa.
Viene spesso accostato a una “linea fantastica” dell’arte italiana, ma mi sembra per lui una definizione riduttiva. In realtà è stato un artista in grado di partire da un ambito surrealista e mitteleuropeo e di mescolarlo con influenze linguistiche, concettuali, poetiche e dada molto precise, pur mantenendo il proprio lavoro sempre all’interno della pittura e del disegno.
Molti artisti internazionali negli ultimi decenni si son fatti vanto di una pratica artistica metamorfica e camaleontica che vive a cavallo tra arte, mondo del design, della grafica e delle arti applicate: Pirro lo ha fatto per tutta la sua vita, senza tanti strepiti, consapevole che anche questo rientrasse nella sfera di un artista che desidera rendere il mondo un luogo più bello e degno di essere vissuto. Ha realizzato libri stupendi, loghi ancora attuali e oggetti meravigliosi per la casa.
Non è possibile capire un’intera generazione dell’arte italiana senza conoscere e comprendere il suo lavoro: questa generazione va da Alessandro Pessoli a Sissi, da Pierpaolo Campanini a Eva Marisaldi e Cuoghi Corsello. Loro stessi molte volte mi hanno parlato del debito che hanno con Pirro.
Io ho avuto la fortuna di riuscire a incontrarlo un paio di anni fa e di fare una mostra assieme a lui. Ho conosciuto un uomo di dolcezza infinita e di una profondità insondabile ma non ostentata. Lavorava ancora tutti i giorni, dalla mattina alla sera, come un monaco, e le sue mani non avevano perso nulla dell’eleganza, della precisione e dell’intelligenza che lo hanno sempre connotato.
Antonio Grulli
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