I MISTERI DI VAN GOGH
Caso umano, su Vincent van Gogh sono stati trinciati fin troppi giudizi infondati, gratuiti, falsi. E da sempre gli interrogativi si moltiplicano. Era davvero matto oppure no? Come mai in vita sua riuscì a vendere un unico quadro? Quali furono i suoi veri rapporti con Gauguin? Cosa c’è dietro il famoso taglio del suo orecchio sinistro? Quale il motivo del misterioso colpo di pistola che mise fine alla sua esistenza?
A voler affrontare con un po’ di attenzione lo svolgimento delle accidentate vicende esistenziali del famosissimo artista olandese ci si addentra in un labirinto di angoli oscuri e di interrogativi tuttora insoluti.
UN’INDAGINE DA GRAPHIC JOURNALISM
A ciò ha scelto di dedicarsi con passione sanguigna un giornalista astigiano, il quasi 80enne Armando Brignolo, finora noto in particolare per grandi competenze in materia di jazz italiano, che ha deciso di dar forma alla propria indagine, pignola e cocciuta, affidandosi alle matite in bianconero del conterraneo Gino Vercelli, 55enne disegnatore di fumetti attualmente in forza alla popolare squadra di casa Bonelli.
Ne è sortito un singolare volume che, scavando nella realtà documentale e svagando poco o niente nella fiction, non va quindi catalogato con la definizione frettolosa di graphic novel, bensì sistemato nello scaffale del graphic journalism. Difatti le quasi duecento pagine di Van Gogh. Ipotesi di un delitto a fumetti si dividono equamente, affrontandosi in modo sinottico a ogni apertura, tra la narrazione quadrettata dei periodi essenziali della vita del pittore sulla destra, e invece, sulla sinistra, la riproduzione delle tante foto e dei documenti d’epoca cui si è fatto ricorso per la stesura del testo. La lettura avanza così, alternativamente, su due binari: ora quello del reale incontrovertibile, ora quello della sua reinterpretazione visiva e in parte congetturale.
Il linguaggio del fumetto permette di far muovere le figure dei vari interpreti del dramma narrato sugli sfondi reali in cui esso si svolse, con un’immediatezza percettiva che sulle pagine solo scritte si raggiungerebbe di sicuro più a fatica. Nel seguire, anche attraverso sguardi diretti, gli episodi della difficile carriera esistenziale del povero Vincent – artista audace e incontrollabile non meno che uomo mite e altruista, fin troppo buono e candido, troppo spirituale e solo, troppo incompreso e maltrattato, e abbandonato troppo in balia della propria salute malferma (epilessia, alcolismo, blenorragia, si precisa, mentre non gli furono mai diagnosticate precise malattie mentali) – la partecipazione emotiva del lettore si gonfia in modo particolare.
SUICIDIO O ASSASSINIO?
Brignolo si indigna nel rievocare i passaggi più infelici di quella vicenda umana. E si schiera a favore di alcune ipotesi, in passato già avanzate da altri ma qui raccolte e sistematizzate, che metterebbero in tutt’altra luce – con tutt’altre ombre – i disgraziati rapporti di Vincent con la famiglia d’origine, con colleghi quali Émile Bernard e Paul Gauguin, e soprattutto con i vari membri della famiglia del dottor Gachet, figura molto ambigua.
In particolare si propende per l’irragionevolezza della sentenza finale di suicidio, causato da una pallottola stranamente sparata dall’alto verso il basso che perforò il torace sotto la quinta costola per finire nell’inguine; e soprattutto si condanna la sospetta superficialità con cui si lasciò morire il ferito senza provare a curarlo. Di assassinio si tratterebbe, pertanto, e non di suicidio. E quanto poi a quel precedente e famigerato taglio dell’orecchio…
IPOTESI ONESTE
Sono molti comunque gli sprazzi di sospetto e sdegno che questa indagine disegnata, severamente onesta, è in grado di suscitare. Le ipotesi avanzate – tra cui, non ultima, quella di una fabbrica banditesca di falsi dipinti a pregiata firma van Gogh – potranno procurare al lettore, come effetto collaterale fruttuoso, diversi spunti per conversazioni di sicuro successo salottiero. Peccato solo che l’edizione del volume si dimostri un po’ meno curata di quanto avrebbe meritato, disseminata com’è di piccole disattenzioni e refusi. Ma gli intenti sono quanto mai meritevoli.
A chi chiede il vero perché di questo libro, gli autori rispondono: “Per un senso di giustizia. Mettiamo la documentazione a disposizione dei lettori in modo che possano riflettere. Van Gogh se lo merita”.
A CONTRALTARE
Per gusto di contraltare, a complemento ci si può rivolgere a un’altra recente e notevole biografia a fumetti dell’amato artista, il coloratissimo Vincent della soave disegnatrice di Groninga Barbara Stok (Bao Publishing, € 15,00), pure giornalista, fotografa, batterista punk, dj radiofonica, la quale preferisce sorvolare sul dramma e incentrarsi invece, facendo ricorso alle tinte accese del caso, sulla poesia di quella “complessa anima semplice”, quando immersa nelle abbaglianti luminosità verdazzurre e giallo-cromo della Provenza.
Ferruccio Giromini
Armando Brignolo & Gino Vercelli – Van Gogh. Ipotesi di un delitto a fumetti
Daniela Piazza Editore, Torino 2016
€ 23
ISBN 9788878892859
www.danielapiazzaeditore.com
Barbara Stok – Vincent
Bao Publishing, Milano 2014
€ 15
ISBN 9788865432273
www.baopublishing.it
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