Design digitale come opera aperta. Intervista a Denis Santachiara
Alla vigilia del DigiFest di Toronto, dove il 28 aprile sarà protagonista di un talk intitolato “Creativity meets Italian Design” organizzato da Meet the Media Guru, abbiamo intervistato Denis Santachiara. Ovvero il pioniere del download design e anima della piattaforma Cyrcus. E gli abbiamo chiesto lumi su open source e creatività partecipata.
Il suo intervento in questa occasione verterà soprattutto sul download design come una delle nuove frontiere della creatività partecipativa. L’Italia com’è messa in questo campo?
Se parliamo di creatività partecipativa di base rivolta al design nell’ambito della Rete, dei fablab e delle tecnologie connesse come stampa 3D, lasercut e CNC, non siamo messi male. Il problema è l’assoluta sordità delle istituzioni e delle associazioni su questo tema.
Insomma, ci sono le teste ma mancano le infrastrutture digitali e una volontà politico-economica di sviluppare questo settore. Uber insegna. In questo campo siamo al 25esimo posto nella UE, appena davanti a Grecia e Romania.
Che differenza c’è tra open design e download design? In che termini possiamo considerare il download design una forma di co-creazione, un’attività collaborativa?
Da decenni tengo corsi sulla relazione tra nuove tecnologie e design, e dal 2009 ho proposto corsi di design in rapporto alla cultura digitale attraverso la Rete che ho chiamato download design. Un titolo ampio che contiene open design, mass customization, digital fabrication: tutti concetti che non avrebbero senso senza Internet. Anche il design collaborativo tra designer, e tra designer e clienti, non si svilupperebbero senza il web.
Bisogna dire che il grado di “openness” non è una condizione imprescindibile ma, a differenza di prima, il designer può allargare le sue offerte anche con questi concetti.
Ci parli della piattaforma Cyrcus, il suo progetto di “design d’autore in digital fabrication”.
Da qualche anno osservavo che la filiera classica del design andava a chiudersi in un’autoreferenza estranea alla cultura del progetto. Le nuove istanze del moderno sono sempre più virate verso un fare design di maniera, complice anche la crisi, con proposte adattate a stilemi per i nuovi ricchi dei mercati emergenti, che un tempo pensavamo kitsch.
Da dieci anni mi occupo di digital fabrication, ovvero di quei processi (3D Print, Laser cut, CNC) che consentono di progettare, fabbricare e distribuire design in modo diretto e con la possibilità di generare modalità e contenuti progettuali nuovi. Tra brand tradizionali che puntano alla grande serialità e l’autoproduzione di tipo artigianale, ho scommesso sulle nuove tecnologie della digital fabrication che mi permette l’open design, la mass customization e soprattutto nuove forme e nuovi contenuti del design. Da qui il progetto Cyrcus.
I due vantaggi più evidenti del download design sono la possibilità di produrre oggetti a km0 e il fatto che gli oggetti siano personalizzabili dal consumatore. Nella pratica, queste due caratteristiche come si realizzano attraverso la piattaforma Cyrcus?
I prodotti di Cyrcus abbinano digital fabrication e alcune caratteristiche tipiche. Qualche esempio? Un vassoio è presentato con una misura e un disegno, ma può essere richiesto nelle misure preferite dal cliente o con inserimento di varianti formali (mass customization), ma rispettando la poetica del designer. Il tutto con costi industriali.
In altri casi, vengono proposti bracciali personalizzati stampabili in 50 diversi materiali, dalla plastica colorata per ragazzini all’oro 18 karati. Con queste tecnologie, la complessità è gratis.
Da chi è composto il team di Cyrcus?
Attualmente è composto dallo Studio Santachiara, fondato da me, e da Coppa+ Landini. Lo Studio Santachiara da sempre indaga le potenzialità poetico-linguistiche del mondo artificiale e i processi estetici che ne possono derivare in ambito industriale. Coppa+Landini è una società di consulenza sull’innovazione per brand, servizi e prodotti che adotta il design thinking, ovvero un approccio multidisciplinare che mette le persone al centro del progetto e che utilizza le tre fasi Explore, Design, Make.
Nella fase di esplorazione entriamo nel vivo della problematica e osserviamo, raccogliamo dati, mood, trend e casi d’ispirazione. Al centro della nostra progettazione c’è sempre la persona, i suoi bisogni e le sue percezioni. Generiamo soluzioni rapidamente, le visualizziamo e le prototipiamo in modo da testare le ipotesi basilari. Dal prototipo passiamo all’esecuzione. Seguiamo con attenzione la realizzazione delle idee che abbiamo generato e testato.
Download design e sostenibilità. Come si abbinano queste due parole, sia nel senso della sostenibilità ambientale che nel senso della sostenibilità economica? Quali sono i vantaggi di sistema legati a questa pratica?
L’assenza di trasporto fisico in favore di trasporto di dati, produrre solo quanto richiesto e quindi azzeramento del magazzino, mi sembrano notevoli contributi reali all’ambiente e alla sostenibilità.
Come legge la dicotomia tra mondo commerciale e mondo open source?
Non credo sia una vera dicotomia. Semplicemente, l’open source indica e indaga altre strade possibili per fare e-business. Che attualmente sembra funzionare bene nel settore dell’hardware elettronico.
Si parla molto di biografia del mondo materiale, per riferirsi alla storia di un oggetto e ai significati che l’oggetto assume tramite il suo iter di vita. Se un oggetto è frutto di un processo produttivo partecipativo, in che termini la sua biografia si arricchisce?
Prima l’oggetto era da considerarsi un’opera chiusa, pensata e prodotta per rappresentare il suo creatore. La nuova biografia permette di fare del design come opera aperta. Come la musica, in cui oltre all’autore c’è anche l’interprete e anche un cliente può interpretarla.
Il download design stabilisce una relazione diretta produttore-consumatore, levando di mezzo l’intermediazione commerciale della distribuzione classica. Chi ci guadagna, e chi ci perde?
Con l’avvento della Rete, l’intermediazione entra in crisi. La condivisione diretta e interattiva tra le persone è la sua specificità, a prescindere dal download design, Lo sviluppo di questo sistema in Italia è ancora molto basso, i dati ci dicono che solo il 4/5% degli acquisti è online.
Per il futuro che progetti ci sono? A partire dalla collaborazione in tempi recenti con il Politecnico di Milano…
Abbiamo pensato che una piattaforma come Cyrcus dovrebbe avere un lab, inteso come vivaio di futuri designer digitali e abbiamo trovato nel Politecnico, attraverso i professori Francesco Zurlo e Alessandro Deseri, interlocutori efficaci e positivi con i quali far partire il vivaio sulla piattaforma.
Margherita Zanoletti
www.cyrcus.it
www.meetthemediaguru.org
torontodigifest.ca
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