Fuori Salone 2016: Tortona, Brera, Ventura Lambrate, Triennale, 5vie, Porta Venezia. Una mappa
Zone che tornano in ascesa e distretti che rispetto allo scorso anno sembrano essersi volatilizzati: la mappa del Fuori Salone è in continuo, instabile fermento. Ecco cosa vedere in sei aree chiave della design week a Milano.
Per il Fuori Salone, continuano a valere le aspettative che ci siamo costruiti negli ultimi anni: Tortona, l’immancabile in forte recupero sulle ultime, affollatissime edizioni; Brera, il cuore degli showroom; Ventura Lambrate, l’underground dei giovani designer, le scuole e l’autoproduzione; la Triennale con le mostre dell’Esposizione Internazionale; 5vie, piena di frizzanti sorprese; infine Porta Venezia, all’insegna della riscoperta del patrimonio. Zona per zona, ecco cosa vedere nella settimana più labirintica dell’anno a Milano.
ZONA TORTONA
Maarten Baas, Formafantasma, Marcel Wanders: grande è il calibro dei designer che quest’anno trasformano Zona Tortona in uno degli appuntamenti imperdibili del Salone del Mobile. Buone ragioni, ma non le uniche, per avventurarsi nel distretto con più entusiasmo e curiosità degli scorsi anni.
La prima, grande sorpresa è un debutto che ha il valore di un ritorno: gli spazi ritrovati di BASE, inaugurata il 30 marzo sulle ceneri dell’ex Ansaldo, restituiscono al quartiere un hub eccezionale dove esporre, aggregare e praticare una politica culturale di qualità. In concomitanza con Salone del Mobile, BASE è inserito nel percorso della XXI Esposizione Internazionale della Triennale, di cui ospita alcuni padiglioni internazionali. Sempre a BASE, da non mancare la mostra Visual Making, che approfondisce il tema della sperimentazione grafica tra digital fabrication e stampa artistica artigianale e le collettive degli inglesi di Designersblock e degli olandesi di Connecting the Dots, che quest’anno si confrontano sul tema Cultura & Mercato.
Internazionale, eterogenea, senza soluzione di continuità tra grandissimi brand e nuove promesse del design: ecco la proposta di Superstudio Più con la seconda edizione del format SuperDesign Show. Accanto, il foltissimo palinsesto di eventi curato da Milano Space Makers si dipana tra Opificio 31 e tutte le storiche location disseminate nel quartiere, dando vita a iniziative prestigiose. Naoto Fukasawa cura l’evento Unveil per Geoluxe, marchio leader nel settore dei conglomerati, presentando una serie di sculture realizzate con i nuovi materiali Eramo e Palizza. Sempre in tema di materiali, l’azienda spagnola Cosentino presenta una nuova serie di lavori dello studio di design catalano Apparatu realizzati in Dektron, che combinano un contrasto imprevisto tra lavorazione artigianale e industriale. Si rivolgono al mondo dell’infanzia le attenzioni di Marcel Wanders, e il cambio di rotta nel suo linguaggio da sempre barocco e sensuale non può che incuriosire.
Per Cybex, in via Savona 43, il designer olandese firma Live your most fabulous dream, una linea di arredi e accessori per il trasporto dei bambini che guardano innanzitutto alle esigenze dei genitori. Occhi puntati – impossibile mancarlo – sul progetto dei Formafantasma per Lexus, ispirato alla leggerezza e alla trasparenza. An Encounter with Anticipation guarda alla maestria artigiana che caratterizza il know-how del marchio automotive sublimandone l’impatto estetico in un afflato emotivo. Coinvolto anche lo chef giapponese Yoji Tokuyoshi, che traduce il tema della leggerezza in una rinnovata esperienza gastronomica.
Last but not the least, una menzione speciale per Maarten Baas che ritorna nel quartiere con l’esposizione NEW! NOW! HERE! in via Savona 33, una trasposizione in mostra della sua visione del design (in collaborazione con il Groninger Museum) che alcuni annunciano con l’evento più scoppiettante e avveniristico dell’intera design week.
Giulia Zappa
BRERA
Anche quest’anno Brera offre la parte migliore di sé mettendosi in mostra nella sua duplice attitudine: enclave creativa e spazio contaminato, aperto e votato ad accogliere progetti multidisciplinari. Quartiere dalla storica vocazione artistica, ospita per il settimo anno consecutivo il BDD – Brera Design District (a cura di Studiolabo), pensato come una rete organizzata per promuovere attività commerciali e culturali da trasformare in un’importante vetrina internazionale all’interno del ramificato sistema-design. Da sempre il distretto sceglie di dotarsi di un tema e di ambasciatori capaci di farsi portavoce per le iniziative culturali, i premi, gli incontri e i progetti speciali.
Il tema di quest’anno è Progettare è ascoltare pensato dalla sound designer e visual listener Chiara Luzzana, la quale propone un modo nuovo per mappare i suoni urbani incanalando le forze vitali di un luogo all’interno di composizioni sonore. Progettare è ascoltare ci dice che mettersi in ascolto porta non soltanto all’apprendimento, ma anche alla trasformazione, a un’evoluzione naturale che ci conduce verso l’innovazione e il good design. Affiancano Luzzana nel ruolo di ambasciatori anche Matteo Thun e DimoreStudio (Emiliano Salci e Britt Moran) da anni attivi nella realtà professionale e culturale del quartiere. Fra le iniziative proposte: Piuarch con Orto Cinetico, Non Riservato con Borderlight, Studio Pixel con Switch on, Abitare con Jil Sander e i Design talks: dieci lezioni sul tema della comunicazione del progetto (#design thinking, #sharing, #emotional touch, #i’m designer, #e.commerce, #storytelling, #time to market, #web strategy, #social event, #start up).
Brera Speakers Series è il primo format ospitato nel Brera Design Apartment, che propone un calendario di eventi da maggio a dicembre in cui verranno proposti incontri, workshop e cene a tema con l’obiettivo di mettere in dialogo diversi soggetti e autori del mondo del design e della comunicazione. In questa prospettiva, il premio Lezioni di Design 2016 è stato conferito a Giorgia Lupi, information designer per molti anni attiva a New York. Fondatrice di Accurat, rappresenta la nuova generazione di designer che vanno oltre il tradizionale concetto di progettazione del prodotto per concentrarsi su temi “immateriali”, dando forma alle informazioni per trasformarle in una storia.
Tra gli eventi, BDD ospita inoltre la mostra Caro Data, che mette in evidenza il lato più artistico del lavoro di Lupi. A curare l’immagine grafica coordinata dell’intera manifestazione, Giorgio Mozzorecchia, giovane illustratore siciliano che per BDD pensa sito, app, totem, manifesti, social, banner, journal e infopoint.
Giulia Mura
5VIE
Anche quest’anno il circuito delle 5VIE, nel centro storico di Milano, propone un ampio programma di iniziative che mescolano passione artigiana e design.
Il pezzo forte è la mostra del duo israeliano Raw Edges allo spazio San Remo. L’esposizione, curata da Federica Sala, trasforma il garage di un grande laboratorio di produzione in un’installazione-performance con cui i due designer portano avanti la loro ricerca sui volumi, sulle curve e sulla loro interazione.
Novità del 2016 è la grande retrospettiva Masterly – The Dutch In Milan (a cura di Nicole Uniquole) a Palazzo Turati, che presenta il lavoro di 120 designer e creativi olandesi. Alla seconda edizione il progetto di Yoox alla Pinacoteca Ambrosiana, che quest’anno con Doppia Firma, curata da Living, unisce designer e artigiani per una mostra che sintetizza l’anima del distretto in collaborazione con Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. Seletti, Disaronno, Gufram e Toiletpaper partecipano al primo Design Pride, una parata pop che si conclude in piazza Affari con un party celebrativo organizzato da Disaronno per il lancio della sua jar, realizzata in edizione limitata da Studio Job.
A cavallo tra musica, light design e arte è il progetto RevolArt all’Università Cattolica con il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto. Il distretto quest’anno ospita anche un forum internazionale di architettura, organizzato da Susanna Conte di Design Dream Team presso il collegio delle Orsoline di San Carlo, per la prima volta aperto al pubblico. Zona Sant’Ambrogio presenta nell’ex convento di via San Vittore il progetto Next Design Innovaton del Politecnico di Milano: ventuno i prototipi di giovani designer che sfidano il futuro produttivo, a cui si aggiunge un’installazione per raccontare la progettazione dei servizi che “facilitano la vita” e il sistema del service design.
Il giardino dell’ex convento diventa un grande ristorante open air con il progetto Eat Urban, una selezione del migliore street food su ruote, tra apecar e automezzi vintage che propongono pietanze gourmet italiane e internazionali.
Giorgia Losio
www.5vie.it
www.zonasantambrogio.com
TRIENNALE
Dopo vent’anni di assenza, il 2016 segna il ritorno dell’Esposizione Internazionale della Triennale. L’edizione numero XXI, dal titolo 21st Century. Design After Design, è allestita fino al 12 settembre. In programma eventi, call, festival, convegni e soprattutto venti mostre in sedici diverse sedi espositive, tra cui, naturalmente, la Triennale. Di queste, undici sono state curate dal comitato scientifico della XXI Triennale, mentre le restanti nove sono il risultato di collaborazioni con musei, enti, istituzioni e aziende. Estranea alla volontà di immaginare visioni sul futuro, l’Esposizione si concentra sulla decodifica del nuovo millennio, puntando la lente d’ingrandimento su temi solo in apparenza marginali.
Tra questi, significativa la centralità assegnata alla questione di genere nella progettazione con W. Women in Italian Design. Il progetto, curato da Silvana Annicchiarico, direttrice e curatrice del Triennale Design Museum, con un allestimento di Margherita Palli, intende tracciare la nuova stagione del design italiano al femminile invitando il grande pubblico a riflettere sullo storico incremento delle donne iscritte alle facoltà di riferimento. E mentre Beppe Finessi con gli undici architetti, eterogenei per identità e generazione, selezionati per Stanze. Altre filosofie dell’abitare, promuove un percorso di rivalutazione dell’architettura d’interni, disciplina spesso esiliata a ruoli di secondo piano, il coraggioso esperimento Design before: classic, in fiera a Rho, anche attraverso il coinvolgimento del regista Matteo Garrone, punta a spodestare i pregiudizi sul mobile classico.
La mostra Sempering, al Mudec – Museo delle Culture, curata da Cino Zucchi e Luisa Collina, si interroga attraverso piccole narrazioni sulle azioni capaci di imprimere una traccia significativa sul prodotto, estendendo così la visione sulle nuove modalità della cultura progettuale contemporanea, come il “neo-artigianato”. Alla Fabbrica del Vapore, invece, la mostra New Craft (a cura di Stefano Micelli) ci porta nel cuore della terza rivoluzione industriale indagando la digital fabrication attraverso i case studies più riusciti.
Valentina Silvestrini
PORTA VENEZIA
La sinuosa ed elegante linea che caratterizza le decorazioni Liberty disegna la mappa di una delle zone più suggestive e “milanesi” del Fuori Salone. Alla sua quarta edizione, il distretto di Porta Venezia in Design, progetto ideato da Nicoletta Murialdo, sceglie di avvicinare tanto ai visitatori quanto ai locali una città nascosta, ricca di bellezze spesso celate alla vista, e lo fa adoperandosi su tre fronti: le architetture di ieri, il design di oggi e gli itinerari di domani.
Capostipite della prima categoria, la riapertura, da parte del FAI – Delegazione Milano, di un gioiello dell’Art Déco, l’Albergo Diurno Venezia (dove la Fondazione Trussardi ha organizzato la mostra di Sarah Lucas nei giorni di miart), nonché l’inclusione di importanti musei come il PAC, la GAM e la Casa Museo Boschi Di Stefano con oltre 2mila opere della collezione donata dai coniugi all’inizio degli Anni Settanta, e che oggi ospita anche la mostra Roberto Sambonet: architetture del quotidiano domestico.
Oltre a questi eventi speciali, il circuito include le presenze di marchi, showroom e associazioni culturali radicati nella zona, come Anthozoa, Brompton Junction Milano, Jannelli&Volpi, Lisa Corti e Il Lazzaretto. Tra le perle del distretto si annovera poi la mostra Back Home, un’antologica negli spazi della Galleria del Centro Ceco.
Con questa esposizione, la Repubblica Ceca cerca di mettere in luce la possibilità per il design contemporaneo di sfuggire alla banalizzazione del prodotto favorita dai processi di industrializzazione di massa e dall’incombenza della comunicazione mediatica. Tale possibilità sarebbe favorita, secondo i migliori studenti della Facoltà di Arte e Design dell’Università JEPU di Ústí nad Labem, dall’unicità delle radici tradizionali di cui il buon prodotto è permeato. E subito ci sembra di risentire il fervore innovativo del Fuori Salone di un tempo.
Flavia Chiavaroli
VENTURA LAMBRATE
159 espositori da 29 Paesi: giunta alla settima edizione, Ventura Lambrate si conferma come una delle presenze più ricche e corpose del Fuori Salone. Una novità, quest’anno, sta nella scelta di tre diversi temi, tre chiavi di lettura che Organisation in Design, l’agenzia guidata da Margriet Vollenberg a cui si deve l’invenzione e la curatela del “distretto est” del Salone, ha individuato tra le candidature presentate. “Traditions & Academies”, “Return of … & Nationalities” e “Memphisism & Mad Men” intercettano e mettono in valore alcuni filoni di ricerca a cui da sempre Lambrate ci ha abituato, tra cui l’autoproduzione, la riscoperta di tecniche tradizionali, le collettive (spesso olandesi) e in generale un tono e un gusto di stampo prettamente underground. Allo stesso tempo, però, queste tracce individuano ed esaltano anche alcune flessioni del gusto, quali in primis la crescente venerazione per Memphis (da cui il “Memphisism”), il movimento fondato nel 1981 da Ettore Sottsass. E non mancano di valorizzare il ritorno a Lambrate di alcuni designer (Studio Molen, Lensvelt, Robert Bronwasser e Label/Breed) che proprio in queste fabbriche dismesse hanno ricevuto importanti consensi dalla critica.
Tra gli appuntamenti imperdibili, le collettive fanno la parte del leone. La Finlandia si presenta con No Sauna, uno sguardo irriverente sull’identità del Paese, per sfatare i cliché su pregi e virtù dell’anima nordica. Per restare in area scandinava, Structures presenta una selezione di arredi di alto artigianato realizzati in Norvegia. Gli Emirati Arabi, invece, esordiscono a Lambrate con Tinkah, indagine sui rituali e gli oggetti che accompagnano il pasto. Come di consueto, grande spazio alle scuole e alla loro ricerca su temi e immaginari proiettati verso l’innovazione. Superata la proposta choc dello scorso anno (Eat Shit), Design Academy Eindhoven ripiega su un tema prevedibile quanto attuale, indagando con Touch Base la crescente necessità di esaltare il lato sensoriale dei progetti per compensare la crescente digitalizzazione della nostra vita. Più radicale la proposta di Royal Academy of Art The Hague, che con Reset auspica un ripensamento radicale del rapporto tra design e istanze sociali: l’ambiente ideato per questo ripensamento è un appartamento privato ricostruito in una vecchia fabbrica di souvenir religiosi. Verte invece sui materiali la proposta di Central Saint Martins, che con Material Futures studia le potenzialità applicative degli ultimi ritrovati della tecnologia.
Se la visita a Lambrate è giustamente imprescindibile, non mancate di visitare gli altri capisaldi del distretto, tra cui la mostra Poetry organizzata da Logotel, Plusdesign Gallery con la nuova collezione di M/M Paris e la galleria Subalterno 1. Infine, occhi puntati sui progetti italiani di valore, come MM Next and Diversity is Something Good (a cura di Matteo Zorzenoni), la prima collezione di Equilibri Furniture e (S)CompoSition di Castellani.
Giulia Zappa
a cura di Giulia Zappa
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #30 – speciale design
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