Profondità di Superficie all’ex Fabbrica Orobia

Ventidue artisti stanno per invadere l’hangar degli spazi di via Orobia. Il 24 maggio la collettiva dal titolo “In the Depth of the Surface” accoglierà artisti di diverse generazioni e origini per dar vita a un’escursione sulla capacità della materia di rappresentare un ossimoro in continuo, divenire plastico. Da Andrea Carpita, ideatore del progetto, ci siamo fatti raccontare tutti i dettagli.

Il 24 maggio saranno ventidue i protagonisti selezionati per riempire di materia viva gli spazi post-industriali della ex Fabbrica Orobia. Ma solo fino al 5 giugno. L’ossimoro del titolo che li comprenderà, In the Depth of Surface, scandaglierà la superficie, formando e scavando la profondità, per costruirla e decostruirla, dipingerla, disegnarla, sperimentarne usi diversi, scomporla, fonderla, intagliarla, grattarla, fotografarla o persino distruggerla.
I protagonisti saranno Michael Bevilacqua, Alain Biltereyst, Marco Bongiorni, Ry David Bradley, Andrea Carpita, Nyah Isabel Cornish, Ditte Gantriis, Corinna Gosmaro, Folkert De Jong, Pesce Khete, John Knuth, Andrea Kvas, Asger Dybvad Larsen, Tiziano Martini, Claudio Onorato, Josh Reames, Joe Reihsen, Alice Ronchi, Santiago Taccetti e Graham Wilson.

Andrea Carpita, l’ideatore di questo progetto, racconta come si è svolta e come si rivelerà il percorso, in completa anteprima.

Quand’è nata l’idea di In the Depth of the Surface e quale sguardo propone sulla materia?
Questa mostra è nata principalmente con l’intenzione mettere assieme artisti di diverse generazioni e nazionalità. Credo che sia sempre più presente una forte attitudine comune in molti artisti, giovani e meno giovani, ma non mi riferisco solo a quelli presenti in questa mostra, parlo in termini più vasti: riflettendoci bene, In the Depth of the Surface potrebbe contenere centinaia di altri artisti.
Questa attitudine, queste pratiche comuni che un occhio minimamente attento sa cogliere, sono in grado di stabilire facilmente un interessante dialogo di punti di contatto, assonanze, contrasti netti o soltanto apparenti. Non so se si può trattare di un nuovo sguardo, piuttosto una constatazione evidente.

In the Depth of the Surface - Michael Bevilacqua

In the Depth of the Surface – Michael Bevilacqua

Chi ha selezionato gli artisti e organizzato l’allestimento? Esiste un dream team?
Mi sono felicemente occupato io di tutto, dal concepire la mostra al contattare gli artisti e le gallerie, fino alla selezione delle opere. È stato tutto molto faticoso e stressante, ma è stato anche un grande divertimento riuscire a curare un tale progetto, con artisti e galleristi per i quali provo un enorme rispetto. Non sarei onesto, però, se non dicessi che non sarei riuscito a lavorare così serenamente senza l’aiuto di Olga Costa, che ha curato la grafica del progetto, e di Maco Arte, che ha dato un contributo fondamentale e che voglio ringraziare pubblicamente.

Sulla base di quale tematica sono stati selezionati gli artisti e i lavori?
Devo essere sincero: non ho dato un grande peso alla selezione dei lavori. In alcuni casi sono stato io a scegliere le opere, in altri sono stati gli artisti stessi a scegliere, ma non ho mai sentito questo aspetto come fondamentale: credo nella forte identità dell’artista piuttosto che nella singola opera. Mentre la mostra prendeva forma, si è creata davvero una bella atmosfera, nella quale tutto si formava con grande naturalezza. Direi che sono state selezionate così le opere.

ex Fabbrica Orobia, Milano

ex Fabbrica Orobia, Milano

La fabbrica è proprio di fronte alla Fondazione Prada: è un caso? Come l’hai trovata?
In un certo senso è un puro caso, oppure no. Tempo fa fui contattato da un caro amico, proprietario dello spazio che generalmente ospita eventi di moda e design, chiedendomi se avevo voglia di curare un progetto espositivo per questa meravigliosa sede, così mi sono messo al lavoro. Questo è il mio secondo tentativo; il primo è andato piuttosto male, probabilmente perché inizialmente troppe persone e idee contrastanti si sono messe a confrontarsi tra loro, creando fondamentalmente una situazione poco chiara.

Esistono programmi futuri in merito a In the Depth of the Surface? Pensate di portarla in altre sedi?
No, per il momento non esistono programmi particolari a riguardo, soltanto idee molto astratte.

In the Depth of the Surface - Alice Ronchi

In the Depth of the Surface – Alice Ronchi

Con quale altre realtà siete in dialogo, a Milano, in Italia o in Europa? Con quale spazio sarebbe possibile creare assonanze?
Credo che questa mostra sia di tutto rispetto, quindi ipoteticamente si potrebbe pensare di creare un’assonanza con moltissime sedi, italiane o estere. Al momento però non ho avuto il tempo materiale di occuparmene; ne discuterò successivamente con tutte le persone coinvolte.

Potreste esprimere un pensiero, un augurio che la accompagni?
Forse sono delle grandi banalità ma, quando ho iniziato a progettare questa mostra, ho creduto fin da subito nella buona volontà delle persone e soprattutto in ciò che ogni singolo può dare per una determinata cosa. Credo molto nella condivisione e nel contributo individuale, che può generare cose più o meno grandi. Sono convinto che le nuove generazioni siano molto più disposte a ragionare in questi termini, perché credo che questo sia lo spirito dei nostri tempi.

Ginevra Bria

Milano // fino al 5 giugno 2016
opening 24 maggio ore 18
In the Depth of the Surface
a cura di Andrea Carpita
EX FABBRICA OROBIA
Via Orobia 15
inthedepthofthesurface.tumblr.com

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/53660/in-the-depth-of-the-surface/

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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