Collezioni dei galleristi all’asta. Il caso di Leslie Waddington
44 opere della collezione privata di Leslie Waddington, gallerista inglese scomparso il 30 novembre 2015 a 81 anni, andranno all’asta il 4 ottobre da Christie’s, durante la settimana di Frieze a Londra. La sua è la seconda collezione di un dealer ad andare in asta nell’arco di pochi mesi. Poco meno di un anno fa, è stata dispersa nello stesso modo quella di Ileana Sonnabend e della figlia Nina Castelli Sundell.
PROFESSIONISTI IN ASTA
È interessante notare come spesso la decisione di vendere in asta le collezioni personali di galleristi e dealer venga presa degli eredi, che, probabilmente anche per questioni legate alle successioni, preferiscono non affidarle alle trattative private di colleghi e altri professionisti. Inoltre, quando si tratta di proprietari di una galleria, il muro che separa il magazzino dalla sala da pranzo può essere davvero sottile. Per queste persone, l’ambito professionale e quello delle loro scelte collezionistiche è spesso sovrapponibile; gli artisti di cui si cura il commercio e la diffusione sono inevitabilmente anche quelli di cui vengono trattenute le opere.
In altri casi, le raccolte prendono strade diverse. Nel 2008 Anthony d’Offay, che era andato in pensione nel 2001, decise di donare parte della sua collezione alle National Galleries of Scotland e alla Tate per la realizzazione del fortunato programma espositivo Artist Rooms, dedicato a mostre dossier su artisti internazionali della collezione allestite in diversi musei.
UN OTTIMO CONOSCITORE
Waddington era un gallerista con un’ottima reputazione di conoscitore. Di origini scozzesi, figlio d’arte – anche il padre era gallerista –, aveva studiato alla Sorbona e all’Ecole du Louvre (con Samuel Beckett, con cui giocava a scacchi); aveva fondato la galleria nel 1966 con lo storico partner Alexander Bernstein, cui successe in tempi più recenti Stéphane Custot. Negli Anni Settanta e Ottanta era sulla cresta dell’onda, con un portafoglio clienti di livello: tra gli altri si conoscono Alistair McAlpine, tesoriere dei Tory, e il magnate delle telecomunicazioni E.J “Ted” Power.
Picasso, Matisse, artisti inglesi e americani della Pop Art, dell’espressionismo astratto e del secondo dopoguerra francese facevano parte della scuderia. Il suo merito era quello di portare a Londra il meglio dell’arte internazionale, in un momento in cui New York era la capitale dell’arte contemporanea. Nel 1990 Waddington ebbe delle difficoltà ma dimostrò di poter ancora vendere al meglio incrementando la sua presenza alle fiere; nel 2003 era uno tra i primi galleristi ad aderire al progetto Frieze; nel 2013 ha vinto “il premio alla carriera” della F.E.A.G.A. – Federation of European Art Galleries Association.
LE OPERE IN VENDITA
Tra le altre opere, vanno in vendita due intriganti Francis Picabia del 1922-1923 (GBP 800.000 – 1.500.000 ciascuno), un bel dipinto di Jean Dubuffet, Visiteur au Chapeau Bleu Avril 1955 (GBP 2.000.000 – 3.000.000), un mobile di Alexander Calder, Le serpent rouge del 1958 (GBP 2.000.000 – 3.000.000) e un elegante Agnes Martin, Praise dello stesso anno (GBP 2.000.000 – 3.000.000), oltre ad alcuni Josef Albers, Anthony Caro, Patrick Caulfield, Barry Flanagan e Peter Blake.
Una selezione decisamente figurativa, i cui risultati saranno utili a comprendere l’attuale orientamento di gusto dei collezionisti.
Antonella Crippa
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