Ecco il film shock che ha previsto la Brexit

Ospite del museo torinese, Annalisa Piras ci racconta il suo “The Great European Disaster Movie”, il film con cui, tra fiction e realtà, ha raccontato come e perché il Vecchio Continente rischia di scomparire dalla scena geopolitica mondiale

Dopo 80 minuti di autentica angoscia The Great European Disaster Movie, il docufilm che racconta gli scenari di una possibile fine dell’Unione Europea (prevedendo – e anticipando – clamorosamente di un anno l’avvenuta Brexit del 23 giugno 2016), si conclude con un accenno di speranza, racchiuso nella tenera grafica d’animazione che evoca forse l’unica invenzione europea: il paracadute dell’umanista, filosofo e storico dalmata Fausto Veranzio, frutto delle conoscenze accumulate durante i soggiorni in vari paesi dell’Europa centro-orientale e nello studio degli autori rinascimentali. Un modo per dire: la contaminazione tra popoli e l’incontro-confronto con le altre culture ci salverà.

LA PRESENTAZIONE A TORINO
Scritto e diretto dalla giornalista (ex corrispondente de l’Espresso e La7) e regista Annalisa Piras – con l’ex direttore dell’Economist Bill Emmott come produttore esecutivo (con cui aveva già scritto il film Girlfriend in A Coma sul declino italiano) – The Great European Disaster Movie, a un anno dalla sua anteprima nazionale, è approdato martedì 13 settembre nell’affollatissima sala conferenze della Gam di Torino, su invito del direttore congiunto della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e del Castello di Rivoli Carolyn Christov-Bakargiev, che spiega così il motivo della scelta: “ho visto il film un anno fa e mi premeva invitare i suoi autori perché si tratta di un’opera d’arte contemporanea che rientra nella storia del cinema”.

IL DIBATTITO SUL FILM
Dopo la visione del film si è scatenato il dibattito – alimentato anche dalle puntuali osservazioni del fotografo e documentarista Francesco Jodice – dove si sono solo sfiorati gli argomenti prettamente politici, per indagare semmai la natura di questo prodotto filmico ibrido. “Un esperimento, senza precisi modelli di riferimento” ha spiegato Piras, “fatto di cinema, giornalismo, documentario, grafica e animazione: ho riunito tutti gli strumenti dello storyteller per ottenere il massimo impatto”. E di “impact” ha parlato anche Emmott, intendendo con questo termine la capacità di cambiare il modo di pensare e di agire delle persone. In che modo? “Attraverso il cinema e la parola: il primo, lavorando sull’emozione, è più simile alla vita”. Un’empatia raggiunta nel film dalla struttura narrativa, rappresentata da una bambina italiana di otto anni (la figlia della regista) che, a bordo di un aereo in balìa delle turbolenze di una tempesta, in un imprecisato futuro, cerca conforto nelle parole del suo vicino – un archeologo britannico – che cerca di spiegarle cosa sia stata l’Unione Europea e perché sia fallita.

UNA FONDAZIONE PER REAGIRE
Contribuiscono alla narrazione filmati d’archivio e interviste ai testimoni di cinque Paesi europei – Gran Bretagna, Svezia, Germania, Spagna e Croazia – afflitti da crisi economiche e di identità, tra nazionalismi e leadership poco carismatiche: quanto serve insomma a far comprendere la gravità della situazione per reagire di conseguenza. “L’obiettivo è combinare questi due sforzi” ha continuato Emmott  “per coinvolgere e produrre azioni”. Un impegno che ha preso forma nella Wake Up Foundation, un’organizzazione no profit fondata dai due giornalisti che, come ci ha raccontato Piras nella nostra breve videointervista, “usa i film come strumento educativo”.

Claudia Giraud

http://wakeupfoundation.eu/
http://www.thegreateuropeandisastermovie.eu/

 

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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