Minacce a Lanificio25, spazio culturale nel cuore di Porta Capuana a Napoli. L’intervista
A raccontarci la storia dello spazio e quanto accaduto ultimamente è il Prof. Franco Rendano, fondatore di Lanificio25, tra le realtà più longeve che sorgono all’interno del piccolo polo culturale del chiostro della Chiesa di Santa Caterina a Formiello:
“Carissimi amici del Lanificio25, pubblico oggi la foto di una missiva anonima e violenta che mi è stata recapitata a casa il 15 ottobre scorso. Il mittente è di fantasia e la minaccia di morte è chiara. Da allora non frequento più il Lanificio25 e ne ho “mollato” temporaneamente la gestione. Ho deciso solo ora di rendere pubblica la gravissima intimidazione perché le forze dell’ordine mi hanno suggerito di non farlo prima per non intralciare le indagini (ringrazio Polizia e Carabinieri). Dal maggio 2006 al Lanificio25 abbiamo organizzato oltre mille eventi di ogni genere; musica, teatro, cinema, convegni, dibattiti, presentazione di libri, mostre ed ogni genere di eventi intrattenimento culturale… Il nostro obiettivo era rendere viva e vitale Porta Capuana; una parte di Napoli ricca di storia e di tradizioni preda di un degrado crescente. Abbiamo lavorato per rendere tutti partecipi del nostro ambizioso e difficile progetto, artisti e pubblico, dando vita ad un magnifico progetto di rigenerazione urbana partecipata. Questo ha infastidito qualcuno”. Con questo lungo post pubblicato su Facebook lo scorso 19 gennaio, e di cui abbiamo riportato un estratto, il Prof. Franco Rendano ha raccontato l’episodio che lo ha visto protagonista nell’ottobre 2018. Rendano, stimato medico con base a Napoli e patron di Lanificio25, locale e spazio culturale partenopeo che si trova all’interno del chiostro della Chiesa di Santa Caterina a Formiello, ha pubblicato su Facebook una foto raffigurante la missiva ricevuta, accompagnata da un messaggio e un proiettile.
https://www.facebook.com/38219912478/posts/10156507850822479/
LANIFICIO25 E IL CHIOSTRO
“Credo si possa dire che l’arte e la cultura smuovano le coscienze e creino movimenti, ed è quello che dal 2006 facciamo con il Lanificio25, dando fastidio a qualcuno”, racconta ad Artribune il Prof. Franco Rendano. “Lanificio25 insiste in una zona che è Porta Capuana, che è stata per secoli l’ingresso della città, ricca di monumenti e tradizioni, con chiese stupende, il Madre, l’Archivio storico del Banco di Napoli; un posto stupendo che purtroppo per anni è stato degradato e abbandonato”. Lanificio25 sorge all’interno del chiostro della Chiesa di Santa Caterina a Formiello, complesso cinquecentesco che nel corso dell’Ottocento, durante il periodo borbonico, venne riconvertito in lanificio. L’industria resistette per circa un secolo, per poi fallire e cadere in stato di abbandono. “Lanificio25 è stato inaugurato nel 2006 con una conferenza di Edgar Morin e con Gianluca Bocchi dal titolo ‘Napoli contemporanea in viaggio’”, continua a raccontare Rendano. “Abbiamo iniziato le nostre attività lanciando un concorso per artisti emergenti della Campania, con oltre 200 partecipanti. La prima direzione artistica dello spazio è stata di Francesca Rendano, poi si sono susseguiti altri giovani provenienti da diversi settori artistici, proponendo così programmi che hanno toccato arte contemporanea, teatro e musica dal vivo. Il Lanificio è così diventato un punto di riferimento per i giovani napoletani, uno spazio multifunzionale dalla fisionomia poliedrica. Dal 2006 abbiamo organizzato circa 1000 eventi, e nell’ultimo periodo abbiamo coltivato la musica live, presentando artisti emergenti della scena napoletana”.
IL FUTURO
“Dopo il nostro insediamento”, continua Rendano, “si sono succeduti altre realtà che hanno intrapreso iniziative culturali: la prima è stata Made In Cloister, poi è arrivato l’artista Jimmie Durham e per un periodo anche la galleria Dino Morra”. Di Made In Cloister vi abbiamo già raccontato: uno spazio culturale che, a un anno dalla sua nascita, si è trovato al centro di controversie burocratiche. “La speranza”, conclude Rendano, “è che le istituzioni comprendano queste situazioni e favoriscano le iniziative all’interno dell’Insula monumentale, permettendoci di lavorare sereni”.
– Desirée Maida
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati